![Sport e clima: perché il 20% delle nazioni che partecipano alle Olimpiadi è a rischio](https://cdn.lifegate.it/Oyvxh9fqlvSdX8dMyIk4V5eMp4k=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2023/11/parco-nazionale.jpg, https://cdn.lifegate.it/Tp6Lc_rqMtk1d9zAKGf8HIxeegY=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2023/11/parco-nazionale.jpg 2x)
Come i cambiamenti climatici stanno trasformando lo sport, ma soprattutto il destino olimpico di molte atlete e atleti solo per la loro provenienza geografica.
Finalmente il virus ebola è sotto controllo e la situazione, anche nei paesi più colpiti, è migliorata in modo considerevole. A farlo intendere sono gli Stati Uniti che hanno annunciato martedì 10 febbraio che i soldati americani impegnati nella lotto contro ebola si stanno ritirando dall’Africa occidentale. © John Moore/Getty Images Anche se il bilancio
Finalmente il virus ebola è sotto controllo e la situazione, anche nei paesi più colpiti, è migliorata in modo considerevole. A farlo intendere sono gli Stati Uniti che hanno annunciato martedì 10 febbraio che i soldati americani impegnati nella lotto contro ebola si stanno ritirando dall’Africa occidentale.
Anche se il bilancio è comunque da conflitto armato, con oltre 9mila morti accertati, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità la situazione è sotto controllo, soprattutto in Liberia, il paese dove l’invio di truppe è stato essenziale nei mesi scorsi.
John Kirby, portavoce del dipartimento della Difesa americano, ha fatto sapere che “quasi tutti” i soldati inviati saranno rimpatriati da qui al 30 aprile grazie al “successo” della missione americana cominciata a settembre. 1.500 militari hanno già lasciato il continente africano su un totale di 2.800 dislocati soprattutto tra Liberia e Senegal. Solo un centinaio di soldati resteranno sul territorio.
La missione ha avuto come obiettivo la formazione di unità speciali composte da personale qualificato per fermare l’epidemia. Oggi sono centinaia gli addetti ai lavori locali e internazionali – scelti come Persona dell’anno dalla rivista americana Time – in grado di dare il loro contributo sanitario e umanitario. “Per aiutare i 10mila civili che hanno bisogno di assistenza in Africa occidentale, il dipartimento lascerà importanti equipaggiamenti” che potranno aiutare a contrastare, soprattutto evitare, un possibile ritorno dell’epidemia.
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