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Attraverso una campagna crowdfunding, Friland vuole portare in tutt’Italia il suo modello di turismo lento e a contatto con la natura.
L’obiettivo è arrivare a quota 100 nel 2028, ma le pensioni, qui, non c’entrano. Fra i progetti di Friland, realtà che fa parte dell’ecosistema LifeGate Way e mette a disposizione eco-casette nella natura,c’è quello di espandersi in altre regioni italiane. E per farlo l’impresa friulana, nata nell’autunno del 2020, ha lanciato un equity crowfunding, ossia una forma d’investimento online con cui piccole e medie imprese e startup (e quindi non società quotate in Borsa) raccolgono finanziamenti in cambio di quote societarie.
Posizionate a circa un’ora dalle città, in contesti naturalistici di grande fascino come boschi, laghetti e montagne, le tiny house Friland sono in legno, autosufficienti e mobili (evitando il consumo di suolo e azzerando l’impatto ambientale). Praticamente un concentrato di domotica e sostenibilità in 12 metri quadri che nel 2024 ha permesso di risparmiare 4 tonnellate di CO2 producendo di 7.412 kWh di energia attraverso i pannelli solari. L’obiettivo è quello di superare le 32 tonnellate di CO2 risparmiate, passando dalle attuali 14 unità a 100 entro il 2028. Una graduale diffusione lungo gli spazi naturali della penisola, dunque, che dalle regioni di partenza, Friuli-Venezia Giulia e Veneto, si estenderà a Sardegna, Trentino, Lombardia e oltre.
Per diffondere questo modello di turismo sostenibile, la realtà friulana (acronimo di Friuli e “land”, terra) ha avviato in queste settimane una raccolta fondi che si concluderà in giugno. L’obiettivo minimo, superato nei primi giorni, era di 200mila euro e quello complessivo è di 500mila. Una cifra che consentirà di acquistare le casette mobili dalle grandi vetrate. In parallelo, Friland ha avviato uno studio scientifico insieme alle università di Trento e Padova sui benefici psicofisici del soggiorno in natura.
Del resto, di stress da deficit di natura si parla da decenni con gli studi giapponesi sul forest bathing. E la ricerca di digital detox e benessere psicofisico è uno dei trend più forti a trainare il turismo soprattutto dopo la pandemia. Lo testimoniano report come il Global Wellness Economy Monitor 24 che sottolinea come il settore abbia generato 830,2 miliardi di dollari nel 2023, registrando il 19 per cento in più rispetto al 2019. E la previsione è quella di superare nel 2028 i 1.350 miliardi di dollari.
Insomma, c’è bisogno di stare bene e di prendersi del tempo per sé stessi allontanandosi dalla frenesia del “sempre connessi” e dalle pressioni delle notifiche. Non a caso la parola dell’anno scelta nel 2024 dall’Oxford English Dictionary è stata “brain rot”, letteralmente “marcescenza celebrale”, ossia l’effetto accusato dal cervello a causa dell’uso eccessivo di dispositivi digitali.
È dunque in questo scenario che Friland ha deciso d’investire, come spiega Luca Ricchi, co-founder e Ceo. “Convinti che esista e si stia sempre più affermando tra le nuove generazioni un modo più serio e responsabile di vivere il territorio, Gabriele Venier e io abbiamo dato vita a Friland; dati di occupazione oltre il 50 per cento l’anno, indice di gradimento da parte del mercato e dinamiche di settore stanno confermando la nostra tesi di business. Nasce da questo l’avvio di questo aumento di capitale con l’obiettivo di creare un collettivo di piccoli investitori che partecipino alla crescita della società”.
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