
Un’invasione che sta mettendo a rischio l’ecosistema lagunare e le attività ittiche. Tra scarsi monitoraggi e l’invito al consumo umano, si sta perdendo di vista il vero problema: la perdita di biodiversità.
Ecco qualche consiglio per provare, attraverso semplici azioni, a restituire qualcosa alla natura.
Stiamo vivendo un’epoca in cui specie animali e vegetali si stanno estinguendo ad un ritmo forsennato e spaventoso, gli scienziati hanno definito questo fenomeno la sesta estinzione di massa della storia del pianeta. Le minacce di origine antropica cui la biodiversità deve far fronte sono numerose, dalla distruzione degli habitat alla caccia, fino all’utilizzo scriteriato delle risorse naturali.
In un contesto simile le azioni individuali sembrerebbero avere un peso specifico molto basso, eppure ci sono comportamenti che possiamo adottare per invertire questo processo, perché in fondo i grandi cambiamenti nascono sempre dal basso. Ecco cinque azioni che potremmo intraprendere per provare a restituire qualcosa alla natura, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità del 22 maggio.
In questo periodo numerose specie di uccelli stanno compiendo la migrazione in cerca di cibo, clima migliore o delle condizioni ideali per riprodursi. Durante i lunghi viaggi questi animali devono far fronte a numerose minacce, come la scarsità di aree naturali in cui sostare e l’inquinamento luminoso. È possibile aiutarli, se si dispone di un giardino, mantenendone una parte più “selvaggia”, oppure creando dei pit-stop per gli uccelli, piantando arbusti e alberi in grado di fornire loro un riparo.
Le foreste sono indispensabili per la nostra specie, ci forniscono cibo, riparo, medicine, assorbono la CO2 e ospitano oltre l’80 per cento delle specie terrestri animali e vegetali. È possibile fare la nostra parte piantando un albero, o nella propria proprietà o trovando un luogo idoneo nella propria città. L’albero offrirà riparo e sostentamento ad un gran numero di specie animali. In fondo, come recita il noto adagio cinese, “il momento migliore per piantare un albero era venti anni fa. Il secondo momento migliore è ora”.
Gli incidenti stradali sono, secondo l’Oms, la nona causa di morte nel mondo e ogni anno provocano in Europa oltre 120mila vittime. Incalcolabili sono invece le vittime animali, protagonisti loro malgrado di una strage silenziosa, il cui unico epitaffio è una macchia di sangue su una strada asfaltata. Per ridurre questa carneficina sarebbe opportuno ridurre la velocità e prestare attenzione (soprattutto lungo le strade di campagna e di notte, quando molti animali sono più attivi). Se si dovesse investire un animale selvatico bisogna contattare la Polizia provinciale, oppure il Corpo forestale dello stato al 1515.
Anche chi vive in città è spesso a contatto con numerose specie animali e vegetali, ma molte volte non se ne rende neppure conto. È quindi molto importante comprendere e conoscere le altre creature con cui condividiamo l’esistenza. Osservare un riccio che si muove circospetto nel cuore della notte o un gheppio che si libra in aria mulinando le ali non possono che infonderci la meraviglia della natura e invogliarci a conoscerla meglio e questo è il primo passo per proteggerla. Prendetevi dunque qualche ora per esplorare le campagne, i prati o i boschi vicino casa, magari con un amico naturalista.
Gli animali impollinatori svolgono un servizio ecosistemico essenziale, aiutano i fiori a espandere il proprio areale e a riprodursi, contribuendo quindi in maniera decisiva alla sicurezza alimentare globale. Il valore economico annuale dell’impollinazione equivale a 153 miliardi di euro per le principali colture di cui si nutre l’uomo. Considerati questi presupposti dobbiamo avere particolare cura delle api e degli altri impollinatori. Per questo chiunque può offrire loro un po’ di sostentamento, sia che si abbia a disposizione un giardino che un balcone, è possibile aiutare le api piantando piante e fiori per sfamarle. Tra le piante predilette dalle api ci sono il rosmarino, la lavanda, la borragine, la calendula e il geranio.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Un’invasione che sta mettendo a rischio l’ecosistema lagunare e le attività ittiche. Tra scarsi monitoraggi e l’invito al consumo umano, si sta perdendo di vista il vero problema: la perdita di biodiversità.
Il 3 marzo, Giornata mondiale della natura, si celebra la biodiversità del nostro Pianeta. Dalla vita negli abissi a quella sulle cime degli alberi, quest’anno protagonisti.
Tra gli alberi la nostra specie ha mosso i primi passi, oggi le foreste ci offrono sostentamento, riparo e puliscono l’aria che respiriamo.
La presenza del lupo in Italia e in Europa è un argomento molto controverso. Un predatore che suscita timore ma che ricopre un ruolo fondamentale per la biodiversità.
Ora i giudici contrari al marco temporal, ovvero il processo di demarcazione per togliere le terre agli indigeni in Brasile, sono 4. Quelli a favore 2. Il 20 settembre si torna al voto.
In preda allo sconforto verrebbe da pensare che la convivenza tra uomini e grandi predatori sia definitivamente fallita. Tuttavia non ci si può né ci si deve arrendere.
Secondo un recente studio, il numero di leontocebi in Brasile ha raggiunto 4.800 individui, dopo aver combattuto con l’estinzione e la febbre gialla.
Cambiare il rapporto tra essere umano e squali porterebbe effetti a cascata sull’intero ecosistema marino. Il parere della biologa marina Melissa Cristina Márquez.
I lupi, come gli orsi, sono nel mirino della provincia di Trento. Un’ordinanza prevede l’abbattimento di due animali.