
Alla fine del decennio, l’acqua dolce sul pianeta sarà insufficiente. Ed è solo colpa dell’uomo. A dirlo è la Commissione globale sull’economia dell’acqua.
Si occupa di agricoltura urbana sostenibile Hexagro Urban Farming, la startup scelta per il programma di incubazione di Gruppo Cap e Seeds & Chips.
Per cercare i migliori esempi di innovazione nel settore idrico non bisogna andare troppo lontano. Ne è la prova Hexagro Urban Farming, una startup dall’anima multiculturale ma di base a Milano, che ha sbaragliato una concorrenza di tutto rispetto e si è aggiudicata la Call for Ideas legata al programma #waterevolution Innovate H2O, promossa da Gruppo Cap, la società che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano. La premiazione, che si è tenuta il 14 aprile in occasione della mostra Smart City 2019, è soltanto il punto di partenza di un programma di incubazione destinato ad aprire nuovi orizzonti.
Tra le venti startup provenienti da ogni parte del globo (Australia, Indonesia, Marocco, Spagna, Usa, Nigeria), la giuria di esperti è stata conquistata da una realtà che si pone la missione di “riconnettere le persone alla natura attraverso l’agricoltura urbana”.
Tra i progetti di punta di Hexagro Urban Farming c’è il Living Farming Tree, un orto indoor in cui coltivare piante medicali e aromatiche tramite una tecnologia che moltiplica per tre la velocità di crescita rispetto all’agricoltura convenzionale e riduce del 90 per cento il consumo di acqua. Improvvisarsi agricoltori diventa divertente e alla portata di tutti, tramite una serie di sensori che monitorano la crescita delle piante e mandano i dati a un software che (con un approccio di gamification) insegna all’utente a prendersene cura passo dopo passo.
Ma queste tecnologie non sono utili soltanto nelle metropoli in cui si fatica a ritrovare un legame con gli spazi verdi. Lo dimostra il progetto sociale Siembra Vertical, che vede anche il supporto delle tecnologie sviluppate da Hexagro. L’idea è quella di puntare sulle torri aeroponiche per affrontare le sfide che i cambiamenti climatici pongono per l’agricoltura, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Si tratta di soluzioni che non consumano suolo, abbattono il fabbisogno di acqua e fertilizzante e incrementano esponenzialmente la velocità e la resa delle colture.
Ora Hexagro Urban Farming ha di fronte a sé sei mesi di lavoro a ritmi serrati, grazie al programma di incubazione promosso da Gruppo Cap attraverso la sua Fondazione Cap, in collaborazione con Seeds&Chips – The Global Food Innovation Summit e con il contributo di Fondazione Cariplo. Gli startupper avranno a disposizione gli spazi e le tecnologie di Salazzurra, il polo di ricerca e sviluppo di Gruppo Cap, e la rete di contatti e competenze di Seeds & Chips, che li affiancherà nella definizione del business model. Senza contare la contaminazione positiva che si verrà a creare grazie allo scambio di competenze con altre startup innovative.
Negli spazi di Salazzurra, infatti, il team di Hexagro Urban Farming non sarà solo. Inaugurato il 28 settembre presso l’Idroscalo di Milano, il nuovo centro di ricerche di Gruppo Cap si propone come polo di innovazione per la gestione sostenibile dell’acqua, incoraggiando la condivisione di best practices, la collaborazione pubblico-privato e il dialogo con i cittadini (compresi i ragazzi delle scuole).
Oltre ai laboratori dell’acqua potabile e al team di ricerca geologica di Gruppo Cap, Salazzurra già ospita startup come la canadese The Rainmaker Enterprise, impegnata a studiare i siti ottimali per scavare nuovi pozzi in Sud Sudan, da equipaggiare con pompe e pannelli solari. L’altra italiana è Bluetentacles, che sviluppa tecnologie capaci di irrigare soltanto nei momenti in cui è davvero necessario.
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