
Parigi, Copenaghen e tante altre: le città europee vogliono far tornare balneabili i propri fiumi con la rete Swimmable cities. E ci pensa anche Roma.
Il gruppo svedese dà i numeri, a dieci anni dal primo Rapporto di sostenibilità. Energia, mobilità, materiali e persone gli investimenti di questa decade.
L’occasione è di quelle importanti. Quasi come un compleanno di maturità. È un po’ questo il significato del 10º Rapporto di sostenibilità di Ikea Italia. A Milano il gruppo dà i numeri, quelli di un impegno costante negli anni e di un investimento nelle risorse umane e nel sociale.
“Questi dieci anni sono una dimostrazione concreta di quanto Ikea Italia abbia realizzato in termini di performance ambientali e di attenzione al sociale”, ha dichiarato Belen Frau, neo amministratore delegato Ikea Italia. “Essere sostenibili significa generare un impatto positivo e duraturo, grazie a scelte aziendali che creano anche valore economico”.
Da tempo il colosso svedese lavora per ridurre i consumi energetici, sia nella logistica che nei punti vendita. “Abbiamo dimostrato che investire nell’energia conviene”, ha dichiarato il sustainability manager di Ikea Italia, Stefano Brown. Secondo quanto si legge dal rapporto, “nel 2015 la percentuale di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili ha raggiunto il 98 per cento”, con una riduzione delle emissioni di CO2 del 33 per cento rispetto al 2006. Ad oggi il 53 per cento dell’energia a livello globale è autoprodotta.
Ma non c’è solo l’energia. Ciò che conta sono i materiali e il loro approvvigionamento, per un’azienda che vende mobili e complementi d’arredo. Infatti più “del 50 per cento del legno utilizzato proviene da foreste certificate Fsc”, mentre nel 2015 “è stata raggiunta quota 100 per cento di cotone proveniente da fonti sostenibili, con la riduzione del 18 per cento di fertilizzanti e pesticidi e il 20 per cento di acqua risparmiata”.
Ciò che fa di un’azienda un gruppo sostenibile, sono anche i progetti promossi a livello sociale. E qui la lista si allunga: non solo i dipendenti si impegnano attivamente nei progetti internazionali, ma l’intero gruppo collabora con associazioni ed enti presenti su tutto il territorio italiano. Solo a Milano Ikea ha avviato una campagna contro lo spreco di cibo in collaborazione con Banco Alimentare Lombardia. Collabora con la cooperativa Arimo alla realizzazione di opere di arredamento in appartamenti dove vengono ospitati giovani adulti in situazioni di difficoltà e lavora con l’associazione Ai.Bi, che si occupa di situazioni di particolare disagio legate a giovani ragazze con bambini piccoli, che si trovano ad affrontare la quotidianità senza alcun supporto né di tipo piscologico né abitativo.
Sostenere il futuro significa mettersi in ascolto, in gioco, in cammino #reportIKEA #IKEAsostenibilità pic.twitter.com/GNdKZSe4yf
— Belén Frau (@belen_frau) 17 marzo 2016
Anche il riciclo delle materie prime entra a far parte del ciclo produttivo del gruppo: grazie alla collaborazione con Aliplast, società italiana di recupero e riciclo della plastica, questo materiale viene riciclato per produrre nuovi oggetti di design.
“I risultati di questi 10 anni di Report di sostenibilità – conclude Frau – sono sopratutto il successo del lavoro di ognuno dei nostri collaboratori”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Parigi, Copenaghen e tante altre: le città europee vogliono far tornare balneabili i propri fiumi con la rete Swimmable cities. E ci pensa anche Roma.
Il Tribunale superiore di Galizia ha obbligato le autorità statali e regionali a riparare i danni degli allevamenti intensivi della regione di A Limia.
Francesca Albanese è accusata dall’amministrazione Trump di condurre una campagna economica e politica contro Usa e Israele.
L’obiettivo è quello di colmare lacune regolatorie su tecnologie considerate strategiche per decarbonizzare l’industria, ma non mancano le criticità.
Nel luglio 1976 Seveso fu epicentro del peggior disastro ambientale mai avvenuto in Italia. Oggi un’autostrada fa riemergere ricordi e paure
Già 13 Regioni hanno emesso ordinanze anti-caldo basate sulla piattaforma Worklimate: “siesta” dalle 12.30 alle 16. E i musei diventano rifugi climatici.
A Vicenza il maxiprocesso per contaminazione da Pfas si è concluso con 140 anni di reclusione per 11 dirigenti dell’azienda Miteni, per disastro ambientale, avvelenamento delle acque e reati fallimentari. Una sentenza storica, dopo 4 anni di procedimento.
Il caldo non è uguale per tutti: servono soluzioni accessibili come i rifugi climatici. A Bologna ne sono stati attivati quindici in biblioteche, musei e spazi pubblici.
Riduzione delle emissioni in agricoltura, mobilità sostenibile, efficientamento degli edifici e sensibilizzazione i i pilastri. Ma ora servono i fatti.