
Persone con disabilità, disturbi neurologici, appartenenti alla terza età, detenuti. La danza può diventare per tutti l’arte della condivisione. Un dono di questi tempi.
L’obiettivo della giornata è di combattere il settore della droga che minaccia la salute dei cittadini e lo sviluppo dei paesi.
Il 26 giugno si celebra la Giornata mondiale contro il consumo e il traffico illecito di droga. L’obiettivo della giornata, indetta dalle Nazioni Unite nel 1987, è quello di contrastare il fenomeno del narcotraffico per ricordare l’obiettivo comune a tutti gli Stati membri di creare una comunità internazionale libera da droghe.
Lo slogan dell’edizione del 2017 della giornata è “Prima l’ascolto – Ascoltare bambini e giovani è il primo passo per aiutarli a crescere in salute e in sicurezza”. La giornata vuole offrire ai giovani, ma non solo, gli strumenti necessari per informarsi correttamente sui rischi per la salute derivanti dal consumo di droghe.
Il mercato mondiale della droga genera enormi guadagni, ed è il più proficuo tra i traffici illeciti. Il commercio di stupefacenti arricchisce le reti di criminalità organizzata transnazionali ed è spesso un vero e proprio bancomat usato per finanziare conflitti e guerriglie in diverse parti del mondo.
Si stima che annualmente il 5 per cento della popolazione mondiale tra i 15 e i 64 anni faccia uso di qualche sostanza illecita, ovvero 230 milioni di persone.
La droga, in qualsiasi parte del mondo, rappresenta una minaccia alla salute e al benessere dei cittadini, soprattutto i più giovani. Questo settore clandestino è inoltre un netto ostacolo allo sviluppo e mina lo sviluppo sociale, culturale, economico e politico dei Paesi.
“Gli sforzi contro le droghe illegali devono essere collegati al nostro lavoro per promuovere nuove opportunità attraverso uno sviluppo equo e sostenibile”, aveva dichiarato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon.
Secondo gli ultimi dati forniti dai governi all’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc), l’uso della cannabis sembra essere diminuito.
A livello mondiale l’Italia è il paese in cui sono state confiscate più piante di cannabis, più di 4 milioni, seguita da Stati Uniti e Ucraina. Inoltre, circa il 4 per cento della popolazione mondiale ha dichiarato di averne fatto uso, anche del suo derivato più comune (l’hashish), almeno una volta nell’arco del 2014.
Un altro modo per cercare di arginare il fenomeno, numerosi paesi hanno legalizzato il commercio della marijuana, considerata 114 volte meno pericolosa dell’alcool, con la previsione di aumentare i benefici per le casse statali.
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