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Che cos’è la pratica reiki: significato, funzionamento e come impararla
Il reiki è una antica pratica riscoperta da Mikao Usui. Con il tocco delle mani si riequilibrano le energie del paziente, infondendogli benessere.
Il reiki , che ha le sue radici nel buddismo tibetano, è un antico e semplice metodo di cura tramite il tocco delle mani. Mikao Usui, monaco cristiano giapponese che lo riscoprì tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, chiamò reiki “arte per la guarigione”. In una persona sana e armonica questa forza vitale scorre liberamente, ma in seguito a fattori esterni o interni, spesso emotivi, può andare incontro nel tempo anche a blocchi o vuoti. A lungo andare, il perdurare di questo squilibrio energetico, può indurre delle somatizzazioni e trasformarsi in tensioni fisiche, contratture, spasmi, dolori, disfunzioni di organi, malattie.
- Cosa significa il termine reiki
- Cosa è il reiki
- Come funziona una seduta di reiki
- L’autotrattamento reiki, ovvero come fare reiki da soli
- Come imparare la tecnica reiki
Tale energia in una persona sana ed equilibrata scorre liberamente ed armoniosamente in tutto il corpo, ma in seguito a fattori esterni o interni per lo più emotivi, può andare incontro a blocchi o vuoti, che a lungo andare possono somatizzare e trasformarsi in tensioni fisiche, contratture, spasmi, dolori, disfunzioni di organi, malattie.
Cosa significa il termine reiki
Il nome giapponese reiki, letteralmente, indica la connessione tra “rei”, l’energia vitale dell’universo, e “ki”, l’espressione individuale di tale energia, chiamata anche “chi” dai cinesi, “prana” dagli indiani e nella cultura occidentale concepita come “libido” da Sigmund Freud e come “orgone” da Wilhelm Reich.
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Cosa è il reiki
In una persona sana e armonica la forza vitale scorre liberamente, ma in seguito a fattori esterni o interni, spesso emotivi, può andare incontro nel tempo anche a blocchi o vuoti. A lungo andare, il perdurare di questo squilibrio energetico, può indurre delle somatizzazioni e trasformarsi in tensioni fisiche, contratture, spasmi, dolori, disfunzioni di organi, malattie.
Come tecnica manuale reiki si può collocare tra le più efficaci tecniche di distensione e di rilassamento, pari al massaggio ayurvedico e a certi tipi di riflessologia plantare, inoltre facilita la produzione spontanea di materiale immaginativo collegato alle sensazioni e alle percezioni corporee mobilizzando le emozioni radicate nel somatico e favorisce la presa di coscienza del proprio corpo tramite l’attenzione sulle sensazioni collegate ai punti di contatto delle mani e pertanto tende a ricostituire una corretta percezione della propria immagine corporea.
Sebbene l’utilizzo del reiki come metodo di cura si sia rapidamente diffuso nel Giappone, anche nei paesi occidentali esistono studi clinici controllati sulla sua efficacia ed efficienza. Il reiki affianca la terapia convenzionale in numerosi centri ospedalieri di tutto il mondo. Si tratta di una tecnica “dolce” di distensione e analgesia, presenta il vantaggio di essere a basso costo facilmente riproducibile e alla portata di tutti, si presta molto bene come trattamento di supporto.
Come funziona una seduta di reiki
Prima di dare corso alla seduta è importante scambiare alcune parole per creare apertura e sintonia tra terapista e paziente. Il trattamento inizia con la “centratura”, vale a dire l’acquisizione dello stato di quiete e di equilibrio da parte dell’operatore, una sorta di stato meditativo di “totale vigilanza, ma senza sforzo”. Questa fase dura pochissimo, uno o due minuti. Nel frattempo è utile che il paziente si metta in contatto con il proprio corpo attraverso una respirazione consapevole, eseguendo tre o più respiri profondi.
Segue poi la parte di tocco “dolce” delle varie parti del corpo. Nel trattamento completo, le mani dell’operatore vengono delicatamente appoggiate, per una durata di 3-5 minuti, su varie zone del corpo del paziente, in corrispondenza dei “centri” energetici della medicina orientale, denominati chakra. La sequenza del trattamento avviene secondo un ordine e modalità standardizzate.
A paziente supino: occhi, tempie, nuca, petto (cuore e polmoni), regione epigastrica (fegato, stomaco, milza), regione periombelicale (intestino), inguini (organi genitali, anche). Quindi a paziente prono: spalle, scapole (cuore, polmoni), regioni sottoscapolari (fegato, milza), lombi (reni, surreni), regione sacrale (retto, organi genitali), cavi poplitei, piante dei piedi.
Nel caso vi sia una zona dolente ben determinata, si può intervenire con un trattamento localizzato alla sola area interessata. Dopo la terapia, è importante che il paziente rimanga rilassato e in stato di quiete per alcuni minuti. Deve prendere il tempo necessario per assimilare a fondo l’esperienza.
È importante che i potenziali pazienti si cautelino nei confronti di persone incompetenti o dalla preparazione molto approssimativa, che producono risultati deludenti. Ci si deve rivolgere dunque soltanto a professionisti presso scuole convenzionate con Istituti, Enti o Associazioni qualificate.
L’autotrattamento reiki, ovvero come fare reiki da soli
È possibile praticare reiki su se stessi, dopo aver ricevuto la varie attivazioni e aver imparato la tecnica. . Viene istintivo posare le mani sulle zone doloranti, alla testa in caso di cefalea. Quando reiki scorre consapevolmente nei nostri canali, questo atteggiamento istintivo prende potenza e diventa molto più efficace. Il trattamento dura in tutto 20 minuti circa.
Come imparare la tecnica reiki: i tre livelli di apprendimento
L’apprendimento del reiki, secondo il metodo Mikao Usui nella sua diffusione in Occidente, si sviluppa in tre livelli distinti, ma con un unico scopo. L’apprendimento si articola in due momenti principali: le “attivazioni” e l’insegnamento della tecnica. Si svolge nell’arco di due giorni, per un totale di sedici ore circa. Le “attivazioni” hanno lo scopo di riportare alla coscienza la rimozione di possedere una potenziale capacità di guarigione.
Il master reiki ha in dotazione un bagaglio energetico che adopera durante le “cerimonie di attivazione” o “iniziazioni”. Tale bagaglio si avvale anche dei simboli reiki, che, disegnati con la mano o mentalmente, sfruttano il campo elettromagnetico, riattivando canali che conducono l’allievo al risveglio e alla consapevolezza delle proprie potenzialità.
Il primo livello: il corpo
La tecnica del primo livello, permette già di utilizzare il reiki a scopo curativo, su se stessi e sugli altri, attraverso l’imposizione delle mani. Vengono insegnate le posizioni di base per agire sui punti vitali del corpo. Il beneficio più immediato che è possibile ottenere con il trattamento è la riduzione del dolore, sia fisico che psicologico, talvolta fino alla sua totale scomparsa.
Ma il beneficio più profondo è una dissoluzione di blocchi energetici e un conseguente ripristino del normale scorrimento dell’energia vitale nell’organismo: effetti spontanei ormai confermati dall’esperienza personale di innumerevoli formatori, allievi e utenti.
Secondo livello: la mente
Come per il primo livello, si distingue una parte pratica, in cui si imparano a usare i simboli reiki, e una di “attivazione spirituale”. Richiede un tempo di acquisizione di undici ore circa, proposto spesso tra il sabato pomeriggio e la domenica. I simboli reiki vengono visualizzati dall’operatore durante il trattamento e ne potenziano l’azione. Quelli tramandati e codificati da Mikao Usui sono tre e ognuno ha una sua precisa caratteristica, che viene spiegata e praticata durante il seminario.
Si ricevono i simboli dopo aver consolidato, attraverso la pratica su di sé e sugli altri, i benefici e la semplicità del reiki. Gli insegnamenti con il primo livello. Dunque, la coscienza e il corpo ora sono pronti a comprendere ciò che un tempo poteva essere inconcepibile.
Terzo livello: l’anima
Il corpo, a questo punto, ha beneficiato degli effetti dell’energia, la mente si è quietata di fronte ai dubbi e alle perplessità sull’efficacia e la semplicità delle applicazioni del reiki. Il terzo livello è quello del Master reiki e il corso ha una frequenza diversa per ogni maestro, che ne decide autonomamente la durata, che può essere anche di alcuni anni.
Questo livello fornisce gli strumenti adatti per svolgere trattamenti professionali, diventare operatori reiki, condurre corsi e seminari di reiki e le relative “attivazioni”. Dovrebbe prevedere anche un approfondito lavoro personale di armonizzazione della personalità e di riflessione sui valori più alti.
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