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Nemmeno una cover band di Springsteen vuole suonare per Trump
Il giorno d’insediamento del neoeletto presidente degli Stati Uniti si sta avvicinando: il 20 gennaio prossimo a Washington, Donald Trump presterà giuramento e si stabilirà definitivamente alla Casa Bianca. Come da tradizione, la cerimonia pubblica che accompagna l’insediamento (che è anche l’evento più seguito della politica americana) è una grande festa in onore del popolo
Il giorno d’insediamento del neoeletto presidente degli Stati Uniti si sta avvicinando: il 20 gennaio prossimo a Washington, Donald Trump presterà giuramento e si stabilirà definitivamente alla Casa Bianca.
Come da tradizione, la cerimonia pubblica che accompagna l’insediamento (che è anche l’evento più seguito della politica americana) è una grande festa in onore del popolo americano e le esibizioni di cantanti e artisti sono praticamente un obbligo.
A questo proposito, negli ultimi giorni ci si è interrogati su chi canterà per Donald Trump, dal momento che molti degli artisti chiamati a farlo non hanno accettato l’invito (vedi Elton John, Beach Boys, Gene Simmons dei Kiss, Celine Dion), mentre altri sono stati costretti a disdire la propria partecipazione a causa dell’ira dei fan, come per esempio Andrea Bocelli (su Twitter era addirittura partito il trend #BoycottBocelli).
L’ultima defezione in ordine di tempo è quella della BStreetBand, cover band di Bruce Springsteen – come si può dedurre dal nome che richiama la E Street Band – che da quarant’anni accompagna il Boss.
Inizialmente la BStreetBand aveva accettato l’invito, ma in una nota che ora appare anche sul sito ufficiale della band, i componenti hanno fatto sapere che non si esibiranno più a Washington il 20 gennaio:
“La nostra decisione si basa esclusivamente sul rispetto e la gratitudine che abbiamo per Bruce e la E Street Band. La musica di Bruce è stato il fondamento della nostra vita”.
Da parte sua, Bruce Springsteen non ha mai commentato la decisione della cover band di prendere parte alla cerimonia, ma è da sempre noto per il suo appoggio ai democratici.
Springsteen ha cantato per l’insediamento di Barack Obama nel 2009 e non ha mai tenuto nascosto il suo pensiero nei confronti del neo presidente Trump: in un’intervista al magazine Rolling Stone lo ha definito un “deficiente” e, parlando di lui alla televisione britannica Channel 4, lo ha chiamato “tossico narcisista”.
Donald Trump sembra non curarsi molto del fatto che nessuno voglia suonare alla sua cerimonia: dal suo canale Twitter fa sapere, infatti, che le cosiddette celebrità di serie A che appoggiavano Hillary non sono comunque riuscite a portarla alla vittoria: “Io voglio la gente comune”.
The so-called “A” list celebrities are all wanting tixs to the inauguration, but look what they did for Hillary, NOTHING. I want the PEOPLE!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 23 dicembre 2016
Ancora pochi giorni e finalmente sapremo chi veramente suonerà per Donald Trump.
Immagine di copertina: l’inaugurale parata di insediamento di Barack Obama il 20 gennaio 2009. Foto by Carol Guzy/ The Washington Post.
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