L’Italia del riciclo: così si va verso l’economia circolare

In crescita il riutilizzo di imballaggi, bene anche vetro, carta e acciaio. Ma servono ancora regole certe, semplificazione e recuperare i ritardi al Sud.

In Italia il riciclo dei rifiuti continua a rafforzarsi, mostrando indici in forte crescita soprattutto nel settore degli imballaggi: nel 2015 il 67 per cento è stato avviato a riciclo. Si consolidano anche le filiere del recupero di apparecchiature elettriche ed elettroniche e della frazione organica. In generale, il riciclo si conferma attività cruciale per l’economia circolare, trasformando annualmente oltre 15 milioni di tonnellate di rifiuti di carta, vetro, plastica, legno e organico in 10,6 milioni di tonnellate di materie prime seconde. Lo dice il rapporto annuale “L’Italia del Riciclo”, promosso e realizzato da Fise Unire, l’Associazione che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

Carta, vetro e acciaio le eccellenze italiane

L'Italia migliora nella filiera del riciclo © GettyImages
L’Italia migliora nella filiera del riciclo © GettyImages

Nel 2015 il riciclo degli imballaggi ha registrato una sensibile crescita complessiva (5 per cento in più) : sono state 8,2 milioni le tonnellate di materiale riciclato, contro le 7,8 del 2014 e le 7,6 del 2013. Ma più o meno tutte le filiere evidenziano indici in crescita (ad eccezione dell’alluminio che vede diminuire sia le tonnellate avviate a riciclo che quelle reimmesse sul mercato): in particolare si confermano le eccellenze nel tasso di riciclo di carta (80 per cento), acciaio (73,4 per cento) e vetro (71)  mentre cresce moltissimo il recupero di plastica (+10 per cento) e legno (+5 per cento), ma anche di pneumatici, organico, e apparecchiature elettriche ed elettroniche. Il tasso di reimpiego e riciclo di veicoli fuori uso raggiunge l’83 per cento del peso medio del veicolo, ancora lontano dal target previsto del 95 per cento.

Cosa manca per il  salto di qualità

Un quadro tutto sommato positivo, eppure non è ancora abbastanza per l’approdo a una vera e propria economia circolare: “L’Italia ha compiuto notevoli progressi nel campo del riciclo grazie a un settore virtuoso e dinamico” spiega Andrea Fluttero, presidente di Unire. Tuttavia “una vera circolarità delle risorse non è stata ancora pienamente realizzata. Potrà esserlo solo a patto che si affrontino e si risolvano alcuni nodi da tempo irrisolti: tra questi, le regole, che devono essere certe, chiare e stabili nel tempo, la semplificazione complessiva del settore, il problema delle esportazioni e la necessità di sviluppare ricerca ed innovazione tecnologica”. A ogni modo, aggiunge Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, “le imprese italiane hanno ormai raggiunto un livello di eccellenza in Europa con il riciclo del 72 per cento dei rifiuti speciali: l’obiettivo è ora raggiungere lo stesso livello di eccellenza anche nel riciclo dei rifiuti urbani”. Con la necessità di recuperare i ritardi in alcune regioni del Sud, che risultano ancora indietro.

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