La Cop28 è finita, ma bisogna essere consapevoli del fatto che il vero test risiede altrove. Dalla disinformazione al ruolo delle città, ciò che conta avviene lontano dai riflettori.
È italiano il primo veicolo che produce idrogeno da fotovoltaico
Realizzato da Fondazione H2U University di Monopoli, H2 Mobile è dotato di pannelli fotovoltaici, di un elettrolizzatore e di bombole per lo stoccaggio.
Certo, si tratta ancora di un prototipo. Anzi di un laboratorio mobile. Ma H2 Mobile è il primo veicolo in grado di produrre idrogeno e stoccarlo all’interno di 10 bombole poste dentro il veicolo stesso. Nello specifico si tratta di un Mercedes ad uso commerciale, in grado di funzionare a diesel, metano e idrogeno, lungo 15 metri e con una sala multimediale al seguito.
H2M in Piazza Montecitorio.
Realizzato dalla Fondazione H2U “The Hydrogen University” con sede a Monopoli, il progetto vuole dimostrare la possibilità di stoccare l’energia sottoforma di idrogeno, prodotto da fonti rinnovabili. Al progetto ha partecipato la Regione Puglia, con fondi Carbon Tax del Ministero dell’Ambiente e con il cofinanziamento della Fondazione stessa, in partenariato con l’Università Aldo Moro di Bari.
Il sistema di iniezione è stato modificato appositamente per poter funzionare sia a diesel, metano e idrogeno, proprio per sperimentare un sistema utilizzabile per convertire le flotte esistenti. Dagli autobus ai veicoli commerciali in genere. L’impianto fotovoltaico, 6 pannelli da 6 kWp in totale che sviluppano una superficie di 80 metri quadrati, serve ad alimentare un elettrolizzatore per la produzione d’idrogeno, che viene a sua volta stoccato in bombole da 50 litri cadauna, grazie a 24 batterie tampone da 230 A/h.
Ecco H2M a Calacorvino (Monopoli/Bari) il primo maggio 2015. Il veicolo (H2 Mobile), il primo veicolo terrestre in grado…
Posted by The Hydrogen University on Sabato 9 maggio 2015
Il prototipo è stato portato in Piazza Montecitorio il 20 aprile e da lì è partito per un viaggio che lo vedrà arrivare a Parigi, in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop 21).
“Questo è l’inizio di un viaggio che ci porterà fino alla conferenza sul clima e con il quale vogliamo porre l’attenzione sull’esistenza e maturità di tecnologie accessibili per combattere i cambiamenti climatici, interamente fondate sulle energie rinnovabili”, ha dichiarato in un comunicato il presidente della Fondazione H2U, il fisico Nicola Conenna.
Nicola Conenna.
“Dopo un lavoro durato due anni il veicolo è pronto per iniziare il proprio viaggio, portando con sé un modello energetico e produttivo alternativo, diffuso, decentrato e rinnovabile, totalmente carbon free, senza emissioni climalteranti e in grado come modello di salvare il pianeta dal riscaldamento globale”.
La stampante 3D al lavoro.
Ma H2M è anche un laboratorio mobile: “Per questo motivo abbiamo installato nell’aula multimediale anche una stampante 3D che testimonia il fatto che innovazione e la tutela ambientale possono essere coniugate”, ha spiegato Conenna. “Le stampanti 3D possono realizzare piccole serie d’oggetti, senza scarti salvaguardando risorse e producendo beni con filiere corte, quasi a km zero”.
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