Mafia, al via in Calabria il secondo maxiprocesso della storia d’Italia

Aperto il 13 gennaio il secondo maxi-processo alla criminalità organizzata, dopo quello del 1986. Alla sbarra centinaia di presunti ‘ndranghetisti.

350 imputati, 400 avvocati e 900 testimoni. Si apre oggi il secondo “maxiprocesso” alle cosche della storia d’Italia. Questa è la volta della ‘ndrangheta. Dopo quello, storico, contro l’organizzazione criminale Cosa nostra al quale lavorò il pool antimafia di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Antonino Caponnetto, Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di Lello Finuoli. Aperto il 10 febbraio 1986 a Palermo con 460 imputati, 200 avvocati difensori e concluso con 19 ergastoli e pene per un totale di 2.665 anni di reclusione.

Il procuratore Gratteri: “La ‘ndrangheta è presente in tutti i continenti”

Sul banco degli imputati, in Calabria, c’è la ‘ndrangheta, diventata da tempo la mafia più potente nel nostro Paese e capace di controllare buona parte del traffico di droga in Europa. Ma tra gli accusati figurano anche politici locali, funzionari pubblici, poliziotti e imprenditori. E il boss Luigi Mancuso, che di anni in carcere ne ha già trascorsi parecchi.

Il magistrato Nicola Gratteri
Il magistrato Nicola Gratteri, le cui indagini hanno portato sul banco degli imputati centinaia di persone © Gianluca Chininea/Afp/Getty Images

“Conosco la criminalità organizzata fin da quando ero piccolo – ha ricordato il procuratore Nicola Gratteri, da 30 anni sotto scorta -, a scuola i miei compagni erano figli di boss. I miei compagni di giochi sono diventati ‘ndranghetisti, narcotrafficanti. Conosco perciò bene la filosofia criminale. Oggi la ‘ndrangheta è la mafia più ricca ed è presente in tutti i continenti”.

Molti degli imputati arrestati nella maxi-operazione del dicembre 2019

Il nuovo “maxiprocesso” alla criminalità organizzata presenta anche un elemento di novità non indifferente. Legato alla presenza di 58 pentiti, che hanno accettato di sfidare l’omertà e la stessa mafia, per aiutare la giustizia a ricostruire le ramificazioni dei business illegali.

La maggior parte degli imputati è stata arrestata nel corso delle vaste operazioni delle forze dell’ordine del dicembre del 2019. Effettuate in Italia, ma anche in Germania, Svizzera e Bulgaria. A loro carico i capi d’accusa vanno dall’associazione mafiosa all’omicidio e al tentato omicidio. Oltre ovviamente al traffico di droga, all’usura, all’abuso di potere e al riciclaggio di denaro sporco. Un sistema perverso che, secondo Gratteri, consente alla ‘ndrangheta di raggiungere un giro d’affari annuale di 50 miliardi di euro. Come una manovra economica di una nazione sviluppata come la nostra.

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a cura di Legambiente