
Per la prima volta nel 2025 si celebrano le più grandi fonti di acqua dolce del pianeta, che fronteggiano la sfida dei cambiamenti climatici.
In occasione della Giornata nazionale degli alberi, Legambiente pianterà insieme alle scuole giovani alberi nelle aree colpite dagli incendi. Per ricordare che senza alberi non c’è futuro.
La messa a dimora di giovani piante per sostituire quelle colpite dagli incendi criminali che fino a pochi mesi fa hanno devastato in lungo e largo il nostro paese, dalla Sicilia al Piemonte, è un gesto semplice quanto importante. È così che quest’anno Legambiente ha deciso di organizzare la Festa dell’albero, tradizionale appuntamento che riunisce a fine novembre persone di ogni età conquistate dalla bellezza di questa iniziativa.
Con lo slogan “il futuro non si brucia”, il 21 novembre – in occasione della Giornata nazionale degli alberi – centinaia di scuole, a cui si uniranno insegnati, genitori, nonni e sindaci, in tutta Italia faranno di questo appuntamento anche un momento di riflessione sul tema degli incendi dolosi che la scorsa estate hanno mandato in fumo decine di migliaia di ettari di boschi e foreste causando gravissimi danni alla biodiversità e seri pericoli per le comunità colpite.
Perché va spiegato ai più giovani, ma non solo, che gli incendi non sono una disgrazia imprevedibile, ma il frutto dell’azione di piromani ed ecomafie che, spesso per tornaconto personale, producono conseguenze sul piano ecologico, sociale ed economico che si riflettono su tutti noi. Per questo sono un fenomeno da denunciare e combattere. Accanto al lavoro delle istituzioni e degli enti preposti deve esserci anche la presenza attiva delle persone. Chi dà fuoco a un bosco non deve pensare di passarla liscia. Occorre, per usare un gioco di parole, fargli “terra bruciata” attorno, perché venga, oltre che perseguito dalla legge, anche isolato socialmente.
In collaborazione con il ministero dell’Ambiente, l’Associazione forestale italiana, Federlegno arredo, Conlegno e Assocarta, alcuni interventi saranno fatti proprio nei luoghi maggiormente colpiti dai roghi all’interno delle aree protette. Secondo le stime della protezione civile negli ultimi trent’anni è andato perso a causa degli incendi il 12 per cento del nostro patrimonio boschivo che ricopre oltre un terzo della superficie nazionale. Un danno enorme agli ecosistemi già colpiti dal dissesto idrogeologico e sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici. Secondo l’ex corpo forestale dello stato, un danno che si aggira intorno ai 14 milioni di euro, a cui si aggiungono quasi 8 milioni spesi per gli interventi di spegnimento.
Se la siccità e la scarsa manutenzione boschiva sono di notevole aiuto per gli inneschi e la rapida propagazione del fuoco, i roghi sono sempre responsabilità dell’uomo, per interessi mafiosi di controllo del territorio o per interesse economico, poco cambia. Nel 2016 gli incendi di origine dolosa o colposa sono stati 4.635, oltre il doppio dell’anno precedente.
Per questo rinnoviamo a tutte le scuole d’Italia l’invito a partecipare alle iniziative di messa a dimora di nuove piante, un’azione che oltre a restituire bellezza a spazi urbani degradati, quest’anno punta a sensibilizzare i bambini e, attraverso loro, le famiglie e gli amministratori locali rispetto alla piaga degli incendi.
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