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La vicenda del land grabbing italiano in Senegal registra un fatto inquietante. Benjamin Dummai, ex direttore generale della Senhuile Sa, consorzio agro-alimentare controllato al 51 per cento dall’italiana Tampieri Financial Group e al 49 per cento dalla società senegalese a capitale misto Senethanol SA, è stato arrestato con l’accusa di appropriazione indebita di quasi mezzo
La vicenda del land grabbing italiano in Senegal registra un fatto inquietante. Benjamin Dummai, ex direttore generale della Senhuile Sa, consorzio agro-alimentare controllato al 51 per cento dall’italiana Tampieri Financial Group e al 49 per cento dalla società senegalese a capitale misto Senethanol SA, è stato arrestato con l’accusa di appropriazione indebita di quasi mezzo milione di dollari.
Dummai da pochi giorni era uscito dalla Senhuile. Il 28 aprile la società assegnataria dei terreni, che sfrutta 20mila ettari di terra nel nordest del Paese, ha emesso una nota a Dakar in cui comunicava di aver revocato il direttore generale e di averlo sostituito con Massimo Castellucci, senza motivare la decisione.
“Il licenziamento e l’arresto di Dummai confermano tutte le nostre preoccupazioni sull’insieme delle società internazionali poco trasparenti che si trova dietro la Senhuile. Vogliamo che questo progetto sia immediatamente fermato”, ha dichiarato l’attivista Ardo Sow del Collettivo dei villaggi della regione di Ndiael, interessata dalle attività della Senhuile.
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