
Raddoppiare i chilometri pedalabili entro il 2030 e sostenere il settore della bicicletta con politiche industriali. Cos’è e perché è importante la Cycling strategy approvata dal Parlamento europeo.
Con il progetto “Bike to work”, in un anno oltre 400 modenesi hanno guadagnato 60 mila euro spostandosi in bici, con un risparmio di 75 tonnellate di CO2.
Andare al lavoro in bici. Una (buona) abitudine che, complice la pandemia, negli ultimi mesi è stata fatta propria da migliaia di italiani. Ma per renderla più organica servono misure tese a favorirla anche nel medio e lungo periodo, come investimenti sulla sicurezza e sul potenziamento delle infrastrutture dedicate. La giunta comunale di Modena è andata oltre, partendo dal presupposto che muoversi in bicicletta può fare bene anche al portafogli, e non solo alla salute: così è nato il progetto “Bike to work” che, dopo il successo registrato nei mesi scorsi, sarà riproposto quest’anno e coinvolgerà una platea ancora più ampia.
Buoni mobilità destinati a chi ha deciso di mettersi in sella o su un monopattino, lasciando l’auto parcheggiata sotto casa. Questa l’idea alla base del progetto che ha coinvolto oltre 400 cittadini modenesi, segnando numeri decisamente interessanti: quasi 500 mila chilometri percorsi, 75 tonnellate di CO2 risparmiate e 60 mila euro di incentivi erogati, con una media di 41 euro a trimestre per ogni cittadino. Il bonus mobilità è stato calcolato nella misura di 0,15 centesimi per ogni chilometro percorso in bicicletta o su un monopattino sul territorio comunale lungo il tragitto casa-lavoro e viceversa.
Per rilevare il tutto è stata creata una specifica app, Wecity, che tramite la tecnologia Gps distingue gli spostamenti oggetto di incentivo; ma non solo, in caso di viaggi multimodali l’applicazione è in grado di riconoscere solo quelli effettuati su mezzi a zero impatto ambientale. I buoni vengono erogati trimestralmente con bonifico massimo di 30 euro al mese.
Sin qui, i vantaggi ambientali ed economici. Ma la bicicletta vuol dire anche salute, e infatti i lavoratori ammessi al progetto si sono impegnati a sottoporsi a due sessioni di valutazione della performance fisica e dell’equilibrio da parte di laureati in scienze motorie del Servizio di medicina dello sport della Ausl di Modena. Nel 2022 la platea di beneficiari è destinata ad ampliarsi in maniera considerevole: la Giunta comunale ha deliberato infatti di incrementare il numero degli utenti ammessi al secondo anno del progetto, coerentemente con gli obiettivi del Pums, il Piano urbano della mobilità sostenibile.
Lo scorso anno infatti, anche a causa dell’ampio ricorso delle aziende al lavoro da remoto per effetto della pandemia, sono state utilizzate solo parzialmente le risorse previste; dei 500 cittadini inizialmente ammessi, ne sono stati esclusi inoltre circa 150 per mancata partecipazione attiva, rimpiazzati dal terzo trimestre da altri utenti in lista di attesa. Per quest’anno, quindi, risultano disponibili maggiori risorse rispetto alle previsioni, si potranno recuperare gli esclusi e sarà possibile far proseguire l’esperienza anche a coloro che l’hanno iniziata un anno fa. E così oltre 1.000 modenesi potranno decidere di lasciare l’auto a casa e di andare al lavoro in bici.
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