
Sono passati cinque anni dall’approvazione dell’Accordo di Parigi. Il bilancio dell’azione climatica da parte dei governi è fatto di luci e ombre.
“Ora o mai più”. A Madrid gli attivisti di Fridays for Future si sono rivolti direttamente ai dirigenti del mondo: “La Cop 25 sia quella della svolta”.
Contestazione, speranza. Ma anche rabbia. Il corteo che, in occasione del quinto sciopero mondiale per il clima, ha attraversato le strade di Madrid, ha portato con sé sentimenti diversi. La voglia di continuare a credere che sia possibile convincere chi detiene il potere, per usare le parole dell’attivista svedese Greta Thunberg, ad agire. Finalmente, concretamente e definitivamente. Ma anche la voglia di gridare la propria collera nei confronti di un mondo che ancora non ha deciso di impegnarsi in modo sufficiente.
“Chi governa ci sta tradendo e noi non lo vogliamo più accettare – ha affermato Greta al termine del corteo -. Ne abbiamo abbastanza. Ma il cammino è ormai tracciato, che lo vogliano o no, perché non c’è altra scelta”. La giovane ecologista aveva dovuto abbandonare la manifestazione dopo circa un’ora, per via dell’eccessiva “attenzione” di giornalisti e simpatizzanti nei suoi confronti. Ha quindi raggiunto l’arrivo del corteo a bordo di un’automobile.
Manifestación por el clima, Madrid.#COP25Madrid #Clima #ClimateChange #ClimateJustice #ClimateActionNow pic.twitter.com/FTM5dQlVcr
— Olmo Calvo (@OlmoCalvo) December 6, 2019
In strada, c’è stato chi ha portato con sé una bara, simbolo di un pianeta che rischia di essere condannato. Altri hanno marciato scandendo slogan ed esponendo striscioni le cui parole sono risuonate per l’intero percorso: “Senza pianeta, non c’è futuro”, “Il capitalismo uccide la Terra”. E anche visioni in qualche modo contrapposte tra loro: il “Clima, ora o mai più” del Wwf e il “Questa conferenza è una farsa”, firmato da un gruppo di “sinistra rivoluzionaria”. E poi musica, canti, balli.
Huge manifestation in Madrid for climate #Fridayforfuture #COP25Madrid https://t.co/EBF5EeueLe pic.twitter.com/GBD8cSWAR6 — Ann Fortin (@AnnFortin10) December 6, 2019
Al termine della marcia ha preso la parola anche l’attore spagnolo Javier Bardem, particolarmente impegnato per la causa climatica: “Viviamo uno dei momenti più critici della nostra storia. E per la prima volta, parliamo con una sola voce”, ha spiegato. Prima di puntare il dito contro Donald Trump, giudicato “uno stupido” per la scelta di avviare la procedura per l’uscita dall’Accordo di Parigi.
Nel frattempo, il corteo dei giovani di Fridays for Future, che ha contaminato gente di tutte le età a partire dalla stazione ferroviaria di Atocha, aveva concluso il proprio percorso. Quindicimila persone secondo la polizia spagnola: una valutazione apparsa prudente da chi era presente sul posto. E lontanissima dai 500mila evocati dagli organizzatori.
La histórica manifestación por la emergencia climática ha recorrido esta tarde las calles de Madrid , exigiendo medidas para frenar al emergencia climática.
Más detalles @Guadamegias #MarchaPorElClima #RTVEporelClima6D pic.twitter.com/f0RlHTsTqE
— Telediarios de TVE (@telediario_tve) December 6, 2019
Ai quali è arrivato, tra i tanti, anche il sostegno del Dalai Lama, che in un tweet ha affermato: “Non possiamo sfruttare la Terra al di là delle sue risorse, senza preoccuparci delle future generazioni. Sono per questo con i giovani che manifestano contro l’inazione dei governi di fronte alla crisi climatica”. Ora ciò che servirà è portare tale pressione all’interno della Cop 25, la Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite che terminerà il 13 dicembre. E che dovrà tradurre l’Accordo di Parigi in atti concreti.
Sono passati cinque anni dall’approvazione dell’Accordo di Parigi. Il bilancio dell’azione climatica da parte dei governi è fatto di luci e ombre.
In attesa della vera Cop che si terrà a Glasgow nel 2021, i giovani attivisti britannici organizzano una conferenza online, la Mock Cop 26.
Il Regno Unito ha proposto e ottenuto di rinviare ulteriormente la Cop 26 al mese di novembre del 2021. Le ong: “Ma l’azione climatica non deve arrestarsi”.
A causa dell’epidemia di coronavirus, la Cop 26 non si terrà a novembre di quest’anno ma nel 2021.
La ventiseiesima Conferenza sul clima delle Nazioni Unite (Cop 26) si terrà a Glasgow a novembre. L’Italia organizzerà la pre-Cop a Milano.
Come una sirena d’allarme, gli attivisti hanno portato la voce del mondo dentro la Cop 25 di Madrid. I risultati dai governi del mondo non sono arrivati, ma le loro grida e messaggi più forti che mai, anche per chi non c’era.
La Cop 25 si è conclusa con due giorni di ritardo. Con pochissimi passi avanti e la prospettiva di un 2020 in salita. A mancare, ancora una volta, è la volontà politica.
La Cop 25 si avvia lentamente verso il fallimento. L’ambizione sperata, urlata, implorata non si è vista. Così entriamo nel decennio decisivo.
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa è alla Cop 25 di Madrid per porre le basi del decennio per il clima. A cominciare dalla Pre cop di ottobre 2020 che si terrà a Milano.