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Get with the action è la mostra al museo d’arte moderna di San Francisco dedicata ai manifesti politici e sociali. Per tracciare l’impatto di questi efficaci mezzi di comunicazione di massa dagli anni Sessanta a oggi.
La mostra Get with the action: political posters from the 1960s to now in cui, come racconta il titolo, sono esposti manifesti politici dagli Sessanta ad oggi è ora al museo d’arte moderna di San Francisco, negli Stati Uniti, il Sfmoma. L’accento viene posto sulla comunicazione di un tema politico o sociale in modo incisivo ed essenziale, con una sintesi espressiva capace di trasmettere con immediatezza un messaggio forte a un vasto pubblico. Protagonisti sono i poster propagandistici che hanno una lunga storia nel corso del Novecento e che hanno accompagnato gli eventi più salienti del secolo, infatti le immagini grafiche dei manifesti sono talvolta diventate icone popolari. La mostra è visitabile fino alla primavera 2018.
La mostra esplora il mezzo del poster come strumento di comunicazione destinato a essere visualizzato pubblicamente, diffuso in massa e spesso destinato a essere effimero, capace di avere efficacia immediata ma di breve durata per informare e trasmettere energia e consapevolezza. Nell’arco dei sei mesi di durata della mostra ci saranno tre fasi a rotazione con opere diverse che pongono l’accento su molti dei temi sociali e politici urgenti del nostro tempo. I lavori esibiti, incentrati soprattutto sulla creatività artistica dei grafici della baia di San Francisco, evidenziano la forza e la capacità di sintesi visiva del design grafico applicato ai grandi problemi sociali trasmessi attraverso segni e simboli ad effetto, con lo scopo di presentare le informazioni nel modo più diretto e mobilitare i cittadini intorno a una causa.
Il titolo Get with the action, letteralmente “ottenere con l’azione”, è tratto da una serigrafia dell’artista, suora e attivista progressista Corita Kent, figura mitica nello scenario artistico statunitense degli anni Sessanta e Settanta, quando le sue opere ricche di messaggi d’amore, pace, tolleranza e un mix potente di attivismo politico e spiritualità divennero popolari e apprezzate in tutto il paese.
Il manifesto politico raggiunge il grande pubblico a metà degli anni Sessanta e proprio in quel decennio ha dal punto di vista della comunicazione di massa l’impatto più forte. In tutto il mondo viene utilizzato come bandiera e vessillo per incitare al cambiamento, dar voce ai movimenti di ribellione e potenziare la presa di coscienza della gente sui problemi politici e sulle rivendicazioni sociali. Il manifesto politico di quegli anni diventa un potente strumento per l’organizzazione e l’attivazione di risposte da parte della comunità ad alcune delle questioni più urgenti degli ultimi 50 anni, dai movimenti per i diritti civili e contro la guerra, alla giustizia sociale, l’immigrazione, le cause ambientali e per sostenere cause contro la discriminazione di genere, razza e religione.
Oggi che il digitale ha sostituito il cartaceo e le città sono invase da un eccesso di immagini pubblicitarie di ogni genere e tipo – ed è sempre più difficile che riescano a catturare l’attenzione sopra alle altre – il ruolo del manifesto pubblicitario sembra aver perso un po’ del suo potere. Ma ci sono casi che smentiscono questa tendenza: il poster con la foto solarizzata di Barack Obama in rosso e blu e la scritta “Progress” dello street artist Shepard Fairey è diventata all’epoca delle elezioni presidenziali Usa del 2008 l’icona popolare del cambiamento, riprodotta non solo in forma di poster ma anche su innumerevoli gadget – dalle spille alle tazze, dalle t-shirt ai cappelli.
C’è una grande banca dati che raccoglie la produzione internazionale dei manifesti politici più interessanti di tutto il Novecento. Il progetto è italiano, si intitola Manifestipolitici ed è stato avviato nel 2000. Promosso dalla Fondazione Gramsci Emilia-Romagna e realizzato da Manifesta, la biennale europea di arte contemporanea, ha l’obiettivo di raccontare la storia di questo periodo attraverso la sequenza cronologica dei poster che hanno segnato le tappe storiche e gli eventi politici più significativi. Dai manifesti storici della propaganda elettorale alla libertà creativa dei movimenti di inizio millennio, dalla comunicazione degli enti locali alle testimonianze dell’America latina e di molti paesi europei, dai lavori di alcuni dei maggiori studi grafici a livello internazionale alle autoproduzioni dei movimenti giovanili.
Oggi questa banca dati conta più di 12mila manifesti provenienti da diverse raccolte, che partono dai primi anni del Novecento fino ai giorni nostri. Il catalogo permette di consultarli attraverso le immagini e la descrizione catalografica effettuata secondo gli standard internazionali.
La mostra Get with the action: political posters from the 1960s to now al San Francisco museum of modern art (Sfmoma) è aperta fino alla primavera 2018. È aperta da venerdì a martedì dalle 10 alle 17, fino alle 21 il giovedì ed è chius ila mercoledì. Il biglietto intero costa 25 dollari, 22 dollari per gli over 65, 19 dollari per le persone tra i 19 e 24 anni ed è gratuito per chi ne ha meno di 18.
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