Meta ha progettato Instagram e Facebook per creare dipendenza tra i più giovani

Meta ha progettato le piattaforme social per creare dipendenza in bambini e adolescenti e ha consapevolmente permesso ai minori di 13 anni di possedere account social.

Meta, società proprietaria di Instagram e Facebook, ha intenzionalmente progettato le sue piattaforme social per creare dipendenza nei bambini e negli adolescenti. Inoltre ha consapevolmente permesso a utenti minorenni di possedere account. Così emerge dalla denuncia appena resa pubblica. La causa, depositata il mese scorso, denuncia un’ampia gamma di pratiche dannose dell’azienda relative alla salute e al benessere dei giovani che la utilizzano. 

La denuncia contro Meta

La denuncia, inizialmente anonima, è una parte fondamentale di un’azione legale presentata contro Meta dai procuratori generali di 33 stati federali degli Stati Uniti alla fine di ottobre. Si sostiene che la società era consapevole di aver ricevuto milioni di segnalazioni della presenza di utenti con un’età inferiore ai 13 anni su Instagram, ma ha disabilitato solo una parte di questi account. 

In un esempio, la causa cita un thread di e-mail interne in cui i dipendenti discutono del perché i quattro account di una dodicenne non siano stati cancellati in seguito alle lamentele della madre della ragazza, che dichiarava che la figlia aveva 12 anni e chiedeva la rimozione degli account. 

Nella denuncia si legge che nel 2021 Meta ha ricevuto oltre 402mila segnalazioni di utenti con un’età inferiore ai 13 anni su Instagram, ma che 164.000 sono stati disabilitati. Il reclamo ha rilevato, inoltre, che la società deve ancora prendere provvedimenti rispetto alla segnalazione di circa 2,5 milioni di account di bambini.

Secondo i procuratori, questi episodi violano il Children’s Online Privacy and Protection Act, che impone alle piattaforme social di fornire un avviso e di ottenere il consenso dei genitori prima di raccogliere dati degli utenti che hanno meno di 13 anni.

La società sostiene che il controllo dell’età non sia semplice da verificare e che l’onore di controllare l’uso da parte dei minori dovrebbe essere degli app store, come Google e Apple, e non alla singola piattaforma social.

Mark Zuckerberg
Mark Zuckerberg, AD di Meta Platforms Inc. © Al Drago/Bloomberg via Getty Images

I danni sulla salute degli adolescenti

Oltre alla questione relativa all’età degli utenti delle piattaforme, Meta è stata denunciata anche per aver progettato intenzionalmente i suoi social affinché creino dipendenza negli adolescenti e danneggiano la loro salute mentale, attraverso funzioni su Instagram e Facebook che assuefanno gli adolescenti.

Essenziale per l’azione legale sono state le dichiarazioni della whistleblower Frances Haugen, che ha rivelato che studi interni hanno dimostrato che piattaforme come Instagram portano i bambini a contenuti legati all’anoressia. Haugen ha inoltre dichiarato che l’azienda si rivolge intenzionalmente a bambini di età inferiore ai 18 anni. Tra gli altri effetti sugli adolescenti, Hagen ha dichiarato che l’uso delle piattaforme di Meta da parte dei bambini comporta depressione, ansia, insonnia, interferenze con l’istruzione e la vita quotidiana e molti altri risultati negativi.

I documenti dell’azienda citati nella denuncia descrivono diversi funzionari di Meta che riconoscono che l’azienda ha progettato i suoi prodotti per sfruttare le carenze della psicologia giovanile, tra cui una presentazione interna del maggio 2020 chiamata “teen fundamentals” che evidenzia alcune vulnerabilità del cervello giovane che potevano essere sfruttate dallo sviluppo del prodotto.

Meta ha dichiarato all’Associated Press che l’azione legale travisa il lavoro svolto nell’ultimo decennio dalla società per rendere l’esperienza online sicura per gli adolescenti.

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