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In collaborazione con l’International Trade Centre di Onu, Stella Jean porta sul mercato occidentale dei gioielli realizzati dagli artigiani haitiani.
Lo stile urbano e i valori culturali di popoli lontani trovano la loro sintesi nella nuova collezione di gioielli di Stella Jean, una casa di moda influente nel mercato del lusso e attiva da sempre sul fronte della sostenibilità. Recentemente, infatti, la maison italiana, ha deciso di abbracciare il progetto “Ethical Fashion Initiative” dell’International Trade Centre, agenzia congiunta dell’Onu e della World Trade Organization.
Il programma etico va in direzione di una valorizzazione della manodopera, soprattutto femminile, di artigiani africani e haitiani, con l’obiettivo di incoraggiare le donne all’emancipazione e ridurre la povertà nei paesi del Terzo mondo. A tal proposito, l’ITC è responsabile dell’introduzione dei tessuti filati a mano dalle donne dei villaggi del Burkina Faso e del Mali e dei gioielli realizzati da artisti haitiani. E sposando a pieno questo modello ecosolidale, Stella Jean, stilista italo-haitiana, durante il suo viaggio di “ritorno alle origini” con il team dell’organizzazione, ha realizzato una collezione di bijoux attenta all’ambiente e ricca di richiami antropologici.
La collezione
I frutti di cartapesta sono stati realizzati a Jacmel, capitale culturale di Haiti e sede del più grande Carnevale del paese; per la loro creazione, gli artigiani si sono serviti di un mix di sacchi di cemento riciclati e amidi di origine vegetale, come la manioca. Gli accessori in ferro battuto, invece, sono frutto del lavoro di diversi atelier specializzati nella lavorazione del metallo e situati nei sobborghi di Port-au-Prince. I fabbri, qui, hanno dato vita a ciondoli e bracciali ottenuti da fusti di olio riciclato modellati con un martello e una buona dose di precisione. Tutti i gioielli, infine, sono stati dipinti a mano ricavando degli esemplari più unici che rari.
“Not charity, just work!” è il messaggio che l’Ethical Fashion Initiative vuole lanciare al mondo, invitando l’industria globale della moda a una condotta più equa. Stella Jean, ma anche Vivienne Westwood e Stella McCartney, aderendo al progetto, hanno dimostrato che il fashion system è in grado di offrire una grande opportunità di sviluppo per i paesi poveri. Ma è solo raggiungendo una maggiore coscienza etica che si potranno raggiungere grandi risultati.
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