Natura e agricoltura in aiuto ai ragazzi con autismo

Un gruppo di genitori, la voglia di dare un futuro a ragazzi “difficili”, l’esperienza dell’agricoltura sociale. Così è nato il progetto Farm4Autism – una fattoria per l’autismo, attualmente attivo in provincia di Treviso presso gli spazi del Laboratorio polifunzionale per l’autismo della Fondazione Oltre il labirinto. L’autismo, malattia misteriosa Ma cos’è l’autismo? “Si parla in

Un gruppo di genitori, la voglia di dare un futuro a ragazzi “difficili”, l’esperienza dell’agricoltura sociale. Così è nato il progetto Farm4Autism – una fattoria per l’autismo, attualmente attivo in provincia di Treviso presso gli spazi del Laboratorio polifunzionale per l’autismo della Fondazione Oltre il labirinto.

L’autismo, malattia misteriosa

Ma cos’è l’autismo? “Si parla in realtà di disturbi dello spettro autistico, con manifestazioni molto diverse tra loro e di varia gravità”, spiega Paola Matussi, psicologa coordinatrice di Farm4Autism e mediatrice famigliare. “I disturbi si presentano fin dal primo anno di vita (precisamente dai 18 mesi ai 3 anni) quando i bambini iniziano a mettersi in relazione con il mondo. Uno dei primi segni, nei più piccoli, è la mancanza di contatto visivo: non guardano negli occhi, non rispondono al loro nome, usano i giochi in maniera atipica. Più avanti un comportamento caratteristico sono i gesti ristretti e ripetitivi come lo sfarfallio delle mani davanti agli occhi. Si tratta comunque di un disturbo pervasivo, che influenza tutte le aree dell’esistenza, in primo luogo quelle affettiva e cognitiva, e non si presta a risposte di buonsenso”. Benché la ricerca abbia fatto passi da gigante e la diagnosi sia sempre più precoce, ancora non conosciamo bene le cause di questa malattia che colpisce in Italia 600mila persone, un bambino su 77, in prevalenza maschi.

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L’autismo colpisce in Italia 600mila persone, un bambino su 77 © Fondazione Oltre il labirinto

“Ma sappiamo che purtroppo non si guarisce”, prosegue l’esperta. “Otto bambini su dieci non raggiungono mai una completa autonomia. Ecco perché è necessario supportare questi ragazzi e le loro famiglie con tante terapie volte a compensare le aree più fragili. In un’ottica che oggi, fortunatamente, non è più tanto assistenziale quanto riabilitativa, in modo da valorizzare le risorse del singolo”.

Il ruolo dell’agricoltura sociale

Ecco allora entrare in gioco l’agricoltura sociale, applicata soprattutto nel Nord Europa da oltre vent’anni per persone con disturbi cognitivi. “Ci pensavamo da tempo” spiega Mario Paganessi, genitore di un ragazzo autistico e presidente della Fondazione nata nel 2009 da un gruppo di dodici famiglie. “Sentivamo la necessità di aiutare in ogni modo i nostri ragazzi. La Fondazione oggi lavora per creare spazi sempre più specializzati dove possano sentirsi accolti e acquisire le competenze emotive ma anche pratiche e professionali per crearsi una vita autonoma al di fuori del nucleo familiare. Abbiamo in corso iniziative e progetti per bambini e giovani di varie fasce di età e problematiche. Le attività e lo staff di educatori sono sotto la supervisione di un direttore scientifico: occorre infatti personale preparato. Oggi seguiamo una sessantina di ragazzi”.

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Il progetto Farm4Autism consiste in laboratori di agricoltura dedicati a ragazzi con autismo e tenuti da professionisti con il supporto di educatori che seguono tutte le fasi delle attività © Fondazione Oltre il labirinto

“Per quanto riguarda i laboratori di agricoltura si tratta di attività all’aperto in collaborazione con giardinieri e maestri di bottega” aggiunge Paola Matussi. “Questi lavorano con piccoli gruppi di ragazzi dai 18 ai 27 anni. I giovani con problematiche di autismo hanno bisogno di routine, in modo da seguire processi standardizzati e facili da imparare a seconda della stagione. Si occupano così di seminare, piantare, diserbare, innaffiare, raccogliere, eseguire la manutenzione di spazi verdi attorno ai laboratori. Benché sia difficile decodificare le emozioni di questi ragazzi, i lavori danno un senso di autoefficacia, un feedback positivo. Importante è anche il miglioramento delle capacità di interazione sociale, la riduzione di stress e ansia. Senza contare il ruolo della vita all’aperto e del lavoro fisico: il pericolo per questi ragazzi è di restare chiusi in casa isolati”.

“Giorno dopo giorno è davvero interessante vederli andare verso il vero lavoro, così motivati da dimenticare e far dimenticare il loro autismo, determinati nel dare il meglio di loro stessi per dimostrare al mondo, distratto e scettico, le loro capacità troppo spesso oscurate” racconta Paola Carnevali Valentini, presidente di Angsa l’Associazione nazionale dei genitori soggetti autistici, nella prefazione al documento L’agricoltura si eleva al quadrato. Questo testo di riferimento, a firma di Biancamaria Torquati e altri esperti, raccoglie gli studi e le esperienze sull’agricoltura sociale.

Fino all’11 dicembre si può sottoscrivere la campagna Aiutaci a sconfiggere la solitudine dei bambini con autismo, con sms solidali al 45590.

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