Quello che era considerato “il più grande” orso bruno rumeno sarebbe stato abbattuto nello scorso mese di marzo da un principe del Liechtenstein, nel corso di una battuta di caccia. A denunciarlo, mercoledì 5 maggio, sono state due organizzazioni non governative, mentre la polizia ha aperto un’inchiesta.
L’esemplare ucciso si chiamava Arthur e aveva 17 anni. Si tratta “del più grande osservato in Romania e senza dubbio anche nell’intera Unione Europea”, ha scritto in un comunicato Gabriel Paun, dell’associazione Agent Green. Nel documento si indica cena la testimonianza di una guardia forestale della regione di Covasna, nella quale è accaduto il fatto.
La caccia agli orsi è vietata in Romania. Ciò nonostante, secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, il principe Emanuel (che vive in un castello in Austria) ha beneficiato di una deroga, con l’obiettivo di uccidere una femmina sospettata di aver attaccato numerose fattorie lo scorso anno. Il ministro dell’Ambiente Tanczos Barna ha confermato alla stampa rumena che un permesso era stato accordato, senza specificare il nome del reale del Liechtenstein.
Secondo Paun “è evidente che il principe non è venuto per risolvere un problema riguardante la popolazione locale ma per uccidere un orso e portarsi a casa un trofeo da attaccare al muro”. Octavian Bercean, ciao della polizia ambientale, ha parlato tuttavia di bracconaggio, sottolineando che “sappiamo che un’orsa doveva essere abbattuta, ma abbiamo trovato un maschio”. Il principato del Liechtenstein, da parte sua, ha preferito non commentare quella che ha definito “una questione privata e personale, della quale non conosciamo il contesto”.
In Romania vivono circa seimila orsi bruni: si tratta della popolazione di plantigradi più importante del continente. Per questo viene giudicata troppo invadente da una parte della popolazione, così come da una serie di esponenti politici. Per questo sul divieto di cacciare orsi è in corso un dibattito nella nazione europea.
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