Covid-19

Fake news e coronavirus. Ecco gli strumenti per riconoscerle

Ascolta “07. Coronavirus, quando una pandemia apre il decennio più importante per il clima” su Spreaker. In un periodo in cui l’infodemia da coronavirus alimenta la circolazione eccessiva di notizie e informazioni spesso non verificate, sono stati attivati una serie di strumenti per verificare ciò che è vero da ciò che invece entra a pieno

Ascolta “07. Coronavirus, quando una pandemia apre il decennio più importante per il clima” su Spreaker.
In un periodo in cui l’infodemia da coronavirus alimenta la circolazione eccessiva di notizie e informazioni spesso non verificate, sono stati attivati una serie di strumenti per verificare ciò che è vero da ciò che invece entra a pieno titolo nel campo della disinformazione e delle cosiddette “fake news”.  Alcuni sono tool realizzati da gruppi di ricerca con supporto delle università, altri sono gruppi di lavoro composti da esperti di comunicazione della scienza e debunkers creati sotto l’egida della presidenza del consiglio dei ministri.

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In un periodo in cui l’infodemia da coronavirus alimenta la circolazione eccessiva di notizie e informazioni spesso non verificate, sono stati attivati tutta una serie di strumenti per verificare ciò che è vero da ciò che invece entra a pieno titolo nel campo della disinformazione e delle cosiddette “fake news” © Emanuele Cremaschi/Getty

CoronaCheck, per verificare i numeri del coronavirus

Tra i primi lanciati, il sito CoronaCheck è interamente dedicato alla verifica statistica dei numeri legati al coronavirus. Realizzato da un team di ricercatori del dipartimento di data science di Eurecom, della Cornell University con la collaborazione della Johns Hopkins University, permette di verificare le notizie sulla base dei dati ufficiali provenienti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), dei governi e dei ministeri della salute di Italia, Australia, Taiwan, China, Canada.

Il sito web consentirebbe di controllare se un determinato dato sia vero o falso. Come funziona il sistema? Per ogni verifica o domanda posta, il sito mostra un’etichetta vero/falso e una spiegazione di come il sistema di intelligenza artificiale sia giunto a quella conclusione. Se si trova di fronte ad affermazioni che non è in grado verificare, l’algoritmo ci chiede un feedback. L’abbiamo testato usando i dati rilasciati dall’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) e in particolare da Matteo Villa, ricercatore dell’istituto e molto preciso nel diffondere quotidianamente dati, andamenti e statistiche sul Covid-19.

Provando con l’affermazione “il numero dei casi totali in italia è di 132.547”, in effetti l’algoritmo ci chiede di implementare le informazioni in quanto non in grado di fornire una risposta. Provando con l’affermazione “la letalità del coronavirus in Italia è del 12 per cento”, la risposta è stata affermativa, come indicato nel tweet di Villa. In sostanza il sistema pare funzionare, anche se spesso risponde di non avere dati a sufficienza per una rilevazione statistica. Evidentemente il dato deve essere palesemente falso per essere dichiarato tale.

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Il progetto di Facta verifica le notizie che circolano su Whatsapp © Facta/Pagella Politica

Le fake news corrono su Whatsapp. Come riconoscerle

Interessante ed utile il progetto lanciato da Facta, nuova inziativa di Pagella Politica, pensato per la verifica delle notizie che circolano su Whatsapp. Nel sito si trovano le bufale più diffuse, dagli audio di fantomatici medici, ai rimedi casalinghi che dovrebbero assicurare l’immunità al viru, puntualmente verificate ed eventualmente smentite. “Abbiamo pensato a questo progetto all’interno di Pagella Politica perché volevamo uno spazio in cui la verifica delle notizie, che già facevamo prima, fosse chiaramente riconoscibile rispetto al resto del nostro lavoro”, spiega a LifeGate Giovanni Zagni, direttore ed ideatore di Facta. “È nato come idea già parecchi mesi, ma l’abbiamo messo online pochi giorni fa approfintando della partensrhip con Whatsapp, che ci ha chiesto di fare un servizio per verificare le segnalazioni fatte dagli utenti”.

Per chiedere assistenza è infatti possibile inviare un messaggio al numero +393456022504 – siano essi testo o vocali, video o immagini –  in modo tale sia possibile verificarne l’accuratezza. Facta manderà una notifica all’utente che ha inviato la richiesta e, se si tratta di una nuova notizia falsa, la esaminerà e pubblicherà l’analisi sul sito, creando anche “un database di fatti e miti sul nuovo coronavirus, ad uso del pubblico e dei media come fonte di informazione”.

“La squadra lavora principalmente su due settori. Il primo è quello di monitorare la segnalazioni che ci arrivano dai canali più disparati, per prenere il polso di quali siano le fake news più diffuse”, continua Zagni. “La seconda parte è quella di verifica vera e propria fatta con gli strumenti utilizzati nel lavoro giornalistico e un mix di strumenti tecnici”. Ad esempio facendo ciò che un giornalista dovrebbe fare il più delle volte quando si trova davanti ad una notizia: alzare la vecchia cornetta del telefono e chiedere conferma o smentita al diretto interessato.

La task force del consiglio dei ministri

All’inzio di aprile, su iniziativa del sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Andrea Martella, è stato lanciato un gruppo di lavoro per analizzare le modalità con cui si generano e diffondono le fake news, per la creazione di campagne di sensibilizzazione, passando per un coinvolgimento diretto di cittadini e autorità. Al progetto partecipano nomi noti ed esperti di fact checking che potranno dare il loro contributo per migliorare la comunicazione riguardante il virus e aiutare i cittadini – ma non solo – a districarsi nella pantagruelica mole di notizie a cui siamo quotidianamente sottoposti.

Roberta Villa, medico e giornalista scientifica impegnata nella divulgazione di molte delle questioni legate al coronavirus, spiega a LifeGate che “l’importante è non pensare che sia uno strumento di censura o di debunking. Obiettivo del progetto, che è ancora in via di definizione nelle sue attività più concrete, è semplicemente di rappresentare un tavolo di lavoro in cui mettere a confronto e unire diverse competenze per trovare strategie ‘positive’, non repressive, che aiutino i cittadini a orientarsi nell’informazione su Covid-19, favorendo l’informazione basata sulla scienza rispetto a opinioni, teorie fantasiose o invenzioni varie”. Un’informazione di cui abbiamo disperatamente bisogno in queste settimane.

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