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Super Tuesday, gli aggiornamenti in diretta sulle primarie democratiche negli Stati Uniti

Il Super Tuesday è uno degli appuntamenti politici più importanti negli Stati Uniti. Tutti gli aggiornamenti in tempo reale per scoprire quale candidato democratico otterrà più voti alle primarie.

Cosa stiamo seguendo in questo live blog dedicato alle primarie democratiche negli Stati Uniti

  • Il Super Tuesday è il giorno in cui alle primarie vota il maggior numero di stati per scegliere il candidato presidente. Quest’anno gli occhi sono puntati sui democratici poiché il presidente in carica, Donald Trump, è repubblicano. Per ottenere la nomination alla convention un candidato deve ottenere almeno 1.991 delegati su 3.979;
  • Si è votato in 14 stati per un totale di 1.344 delegati da assegnare, solo la California ne elegge 415;
  • Joe Biden (453 delegati) si è ripreso stravincendo nel sud dopo essere arrivato al Super Tuesday in affanno rispetto al “socialista democratico” Bernie Sanders (382) che si è preso quattro stati.

I risultati nello Utah

Utah super tuesday

I risultati in Texas

 Texas super tuesday

I risultati in Tennessee

tennessee super tuesday

I risultati in Oklahoma

Oklahoma super tuesday

I risultati in Minnesota

Minnesota super Tuesday

I risultati nel Maine

Maine super tuesday

I risultati in Colorado

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I risultati in California

California super tuesday

I risultati in Arkansas

Arkansas super tuesday

I risultati in Alabama

Alabama super tuesday

Come anticipato dagli exit poll, in Vermont ha la meglio il senatore Sanders

Vermont Super Tuesday

I risultati in Massachusetts

Massachusetts Super Tuesday

I risultati in Carolina del Nord

Carolina del Nord Super Tuesday

Il Minnesota e il Massachusetts vanno a Biden, che pronuncia un discorso dalla California

“Non lo chiamano Super Tuesday per niente. Le cose stanno andando veramente bene. Proprio pochi giorni fa questa campagna era stata dichiarata morta, ma poi con la Carolina del Sud ci siamo ripresi. Adesso che c’è il Super Tuesday voglio ringraziare Virginia, Alabama, Tennessee, Oklahoma, Arkansas, Minnesota e forse anche Massachusetts. Stiamo aspettando Texas e California, ma le cose sembrano andare bene, quindi siamo vivi e su una cosa non c’è dubbio: questa campagna scaccerà Donald Trump, che dovrà fare le valigie. Abbiamo bisogno di voi per questa campagna. Noi abbiamo iniziato un movimento e l’affluenza sarà alta. Questo potrà darci la capacità di fare cose straordinarie. Il nostro è un movimento audace, progressista, che propone una sanità accessibile, senza conti a sorpresa; l’acceso agli ospedali sarà garantito a tutti. Non daremo nulla alla lobby delle armi. Lotteremo contro i cambiamenti climatici: comincerò riportando gli Stati Uniti nell’Accordo di Parigi e poi andremo avanti. La qualità dell’istruzione non dipenderà dallo stato in cui vivete; ci saranno salari più alti per gli insegnanti, ci sarà una riduzione del costo dei college. Non è Wall street che ha costruito questo paese, ma voi, la classe media”. 

Il Colorado e lo Utah vanno a Sanders, che pronuncia un discorso dal Vermont

“Quando abbiamo cominciato questa corsa, tutti dicevano che non ce l’avremmo fatta. Ma stasera vi dico con grande fiducia che vinceremo la candidatura del Partito democratico”, ha esordito il senatore del Vermont. “Sconfiggeremo il presidente più pericoloso della storia di questo paese. Vinceremo. Sconfiggeremo Trump perché stiamo svolgendo un lavoro senza precedenti, abbiamo dato vita a un movimento multigenerazionale e multirazziale. È un movimento che parla alle famiglie che lavorano in questo paese e sono stanche di lavorare sempre di più per guadagnare sempre meno, mentre il benessere è garantito a pochi. È un movimento che dice che gli Stati Uniti avranno assistenza sanitaria per tutti come diritto di base. È un movimento che porterà grandi riforme al sistema dell’istruzione per fare in modo che tutti i nostri ragazzi possano andare al college senza indebitarsi. E quello che rende il nostro movimento unico è il fatto che stiamo prendendo d’assalto l’establishment e le corporation, l’avidità di Wall street, delle compagnie farmaceutiche, delle compagnie assicurative. Nel bel mezzo della crisi climatica, stiamo dicendo a chi produce combustibili fossili che i loro profitti non sono più importanti del futuro del nostro paese e del mondo. Stiamo sfidando anche l’establishment politico. Vinceremo perché le persone capiscono che la nostra campagna e il nostro movimento sono i migliori per sconfiggere Trump. Non si può sconfiggere Trump con la stessa vecchia politica, ne serve una nuova che porti al centro la classe operaia, che porti al centro i giovani, e che a novembre creerà la più grande affluenza nella storia politica americana”. 

I risultati definitivi in Virginia, trionfa Biden

Virginia Super Tuesday

Biden anche in Alabama, Tennesse e Oklahoma

Altri stati del sud, altre vittorie previste per l’ex vicepresidente, Joe Biden, che si aggiudica anche uno stato del Midwest, l’Oklahoma.

Bloomberg vince nelle Samoa americane

Bloomberg ha ottenuto la vittoria nelle isole Samoa con una percentuale del 49,9 per cento. Al secondo posto è arrivata Tulsi Gabbard che, lo ricordiamo, è originaria dell’arcipelago, con una percentuale del 29,3 per cento. A seguire Sanders con il 10,5 e Biden con l’8,8. Warren ultima con l’1,4 per cento.

“Non manca l’entusiasmo. Il mio messaggio è semplice: io mi candido per essere Donald Trump e ricominciare a costruire il nostro paese, per fare delle cose importanti, come fermare la violenza delle armi da fuoco e lottare contro i cambiamenti climatici, o avere una copertura sanitaria accessibile”, ha dichiarato Mike Bloomberg. “È una campagna per il cambiamento, l’onestà, la dignità. Questa campagna farà in modo che la parola ‘uniti’ torni nel nome del nostro paese, Stati Uniti d’America. Tutti sappiamo qual è la strategia di Trump: fare in modo che i piani degli altri sembrino irrealizzabili. Invece sono sensati e raggiungibili. Vinceremo negli stati indecisi. Trump lo sa ed è per questo che continua ad attaccarci. Io dico agli spettatori la verità. Abbiamo bisogno di meno parole, di meno divisioni, di meno tweet”, ha concluso.

Samoa americane Super Tuesday

I risultati in Vermont, Virginia e Carolina del Nord in base ai primi exit poll

Stando ai primi exit poll, in Vermont avrebbe vinto Bernie Sanders, che è anche senatore dello stato.

In Virginia e Carolina del Nord avrebbe invece trionfato Biden.

Tornado e coronavirus perturbano le votazioni

Una serie di tornado ha colpito il Tennessee nelle ultime ore, causando 22 morti. Più di una dozzina di uffici elettorali sono stati danneggiati nella contea di Davidson e gli elettori sono stati invitati a recarsi altrove, secondo quanto riportato dall’Associated Press. Nella contea di Travis, in Texas, si sono verificati invece ritardi a causa di misure adottate per evitare di contrarre il coronavirus. In California, a tale scopo, sono state distribuite bottiglie di gel disinfettante.

Gli americani preferiscono un candidato che porti con sé un cambiamento

Un sondaggio pubblicato dall’emittente Abc indica che il 38 per cento degli elettori americani vorrebbe un candidato “in grado di portare con sé un cambiamento”. Il 31 per cento “che sappia unire il paese”. Il 18 per cento “che abbia a cuore persone come me” e l’8 per cento “che sia un combattente”.

 

 A chi finiscono i voti dei candidati che si “ritirano”?

Se i candidati che desistono abbandonano totalmente la corsa delle primarie, la regola prevede che i loro delegati vengano attribuiti a coloro che rimangono in corsa, in modo proporzionale rispetto ai risultati raggiunti fino a quel momento. Tuttavia esiste un escamotage: di norma i candidati non si ritirano, bensì sospendono la loro campagna. Ciò fa sì che possano mantenere i loro delegati, di solito con l’obiettivo di sfruttarli nel corso della convention finale che deve nominare il candidato alla presidenza.

Sanders, Biden e Bloomberg batterebbero Donald Trump

Secondo il sito Political Polls, i tre candidati di punta del Partito democratico americano batterebbero il presidente attuale, Donald Trump, alle elezioni di novembre. Al contrario, secondo i sondaggi Elizabeth Warren perderebbe il duello.

Una guida al Super Tuesday del 3 marzo

Non è per avvalersi di stereotipi, ma è vero che negli Stati Uniti si tende alla spettacolarizzazione. Anche in ambito politico. Il Super Tuesday, che quest’anno cade il 3 marzo, è il secondo appuntamento più importante nel calendario elettorale statunitense: al primo posto c’è soltanto l’election day, cioè il giorno delle elezioni presidenziali, che si tengono il 3 novembre. Quindi è un momento attesissimo: tutti gli americani, anche quelli che non sono chiamati a votare, ne seguono l’andamento, tifando per il loro candidato preferito quasi come fosse il quarterback della loro squadra del cuore. Tutti i mezzi di informazione ne parlano, i giornali sfoderano titoli altisonanti, dappertutto sventolano bandiere a stelle e strisce e nell’aria, insieme al profumo di pastrami, si sente quello della competizione. Anche LifeGate segue l’evento in diretta.

Primarie democratiche 2020 negli Stati Uniti
Elettori democratici in fila a Dubuque, in Iowa © Joe Raedle/Getty Images

Cos’è il Super Tuesday?

Il Super Tuesday, letteralmente il “super martedì”, è il giorno in cui alle primarie vota il maggior numero di stati. Alle votazioni partecipano i sostenitori del Partito democratico e del Partito repubblicano, per eleggere i due candidati che si sfideranno per essere eletti alla presidenza il 3 novembre. Quest’anno gli occhi sono puntati sui democratici poiché il presidente in carica, Donald Trump, è repubblicano ed è pressoché impossibile che l’unico sfidante del suo partito gli soffi l’opportunità di ricandidarsi.

Quali stati votano al Super Tuesday

Quest’anno a votare sono Carolina del Nord, Arkansas, Alabama, California, Colorado, Maine, Oklahoma, Massachusetts, Minnesota, Tennessee, Texas, Utah, Virginia, Vermont e il territorio dipendente delle Samoa americane. Ognuno mette in palio un determinato numero di delegati, assegnati ai candidati in base ai voti ottenuti alle urne. A vincere è colui o colei che ottiene la metà più uno dei delegati, cioè 1.991. Vediamo, nel dettaglio, quanti ne offre ciascuna di queste giurisdizioni:

  • Carolina del Nord: 110
  • Arkansas: 31
  • Alabama: 52
  • California: 415
  • Colorado: 67
  • Maine: 24
  • Oklahoma: 37
  • Massachusetts: 91
  • Minnesota: 75
  • Tennessee: 64
  • Texas: 228
  • Utah: 29
  • Virginia: 99
  • Vermont: 16
  • Samoa americane: 6

Nella maggior parte degli stati le preferenze vengono espresse attraverso elezioni tradizionali, ma in altri hanno luogo i cosiddetti caucus, ovvero delle riunioni in cui gli elettori manifestano pubblicamente il sostegno a un candidato. Per ottenere dei delegati, un candidato deve ricevere almeno il 15 per cento delle preferenze in ciascuno stato federale.

Primarie democratiche 2020 negli Stati Uniti
La più giovane deputata al Congresso degli Stati Uniti, Alexandra Ocasio-Cortez, ha dato il proprio supporto a Bernie Sanders © Chip Somodevilla/Getty Images

Chi sono i candidati alle primarie del Partito democratico

I candidati democratici sono Bernie Sanders, Joe Biden, Michael Bloomerg, Elizabeth Warren e Tulsi Gabbard. Tom Steyer, Pete Buttigieg, Amy Klobuchar, Michael Bennet, Andrew Yang e Deval Patrick si sono ritirati durante le primarie. Altri si erano ritirati ancor prima di cominciarle.

Leggi anche: Pete Buttigieg si ritira dalle primarie, le parole del marito

Finora le primarie hanno avuto luogo in Iowa, New Hampshire, Nevada e Carolina del Sud. Sanders, che è sempre stato in testa ai sondaggi, ha vinto in New Hampshire e Nevada. Al momento ha 60 delegati. Amato dai giovani e dalla classe operaia, gode del sostegno di Alexandria Ocasio-Cortez, la più giovane deputata del Congresso americano, nota per aver proposto il Green new deal, un piano per salvare il paese dall’ingiustizia sociale e dalla minaccia del riscaldamento globale.

Biden, che nei sondaggi è al secondo posto, ha vinto in Carolina del Sud e può vantare 53 delegati. È stato vicepresidente degli Stati Uniti d’America dal 2009 al 2017, durante i due mandati di Barack Obama.

Michael Bloomberg, uno degli uomini più ricchi del mondo e sindaco di New York dal 2002 al 2013, ha deciso di entrare in gioco proprio in occasione del Super Tuesday, quindi per ora non ha delegati. Nei sondaggi è terzo.

Elizabeth Warren ha ricevuto l’endorsement del New York Times, uno dei quotidiani più importanti d’America, “grazie alla sua abilità nello spiegare le proprie idee, al suo impegno nel revisionare le strutture del governo e all’esperienza che può vantare nell’utilizzo degli strumenti del ramo esecutivo. È quarta nei sondaggi e dispone al momento di 8 delegati.

Approfondisci:

Super Tuesday
Nata nelle Samoa americane, Tulsi Gabbard è figlia del politico conservatore Mike Gabbard. Dopo essersi trasferita da piccola nelle Hawaii, Gabbard è cresciuta in un ambiente multiculturale: suo padre era un samoano cattolico, mentre la madre una europea-americana di religione induista © Alex Wong/Getty Images

Tulsi Gabbard, ultima nei sondaggi, è membro della Camera dei rappresentanti per lo Stato delle Hawaii dal 2013. Può vantare 7 delegati, ma le sue chance di vittoria sono molto basse.

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