Cani e gatti nella tomba coi padroni, in Lombardia oggi si può

Cani e gatti nella tomba dei proprietari? In Lombardia ora si può, grazie ad una riforma che accontenta chi non vuole separarsi dal proprio amico a quattro zampe neppure nel sonno eterno.

La pratica di seppellire gli animali più amati dal defunto non è cosa recente: era comune nell’antico Egitto, per esempio. Lo facevano gli etruschi e molte popolazioni asiatiche e indoeuropee. E se ne trovano tracce anche a Pompei in alcuni recenti ritrovamenti di tombe e iscrizioni funerarie. Ora il Consiglio regionale della Lombardia ha dato il via libera, con 41 voti a favore e 29 contrari (si erano opposti il Partito democratico e il Movimento 5 stelle), ad un’ampia riforma dei servizi necroscopici, funerari e cimiteriali che prevede anche la possibilità per gli animali domestici di essere tumulati nella stessa tomba del padrone.

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cani e gatti sepolti nella tomba coi padroni Lombardia
Nell’antico Egitto il gatto era un ospite consueto del sarcofago di nobili e sacerdoti. Considerato un animale sacro, si credeva che potesse rallegrare la vita eterna e proteggere lo spirito del defunto dai demoni dell’aldilà © Pixabay

Una tomba per uomo e animale

Moltissime persone considerano gli animali d’affezione membri della propria famiglia. Di qui l’esigenza di individuare luoghi dove ricordarli o di dare la possibilità di condividere con loro, dopo la vita, l’eterno riposo. “Attualmente non esiste una legge nazionale, ma solo delle linee guida del ministero della Salute diffuse nel 2013 per l’applicazione di un regolamento europeo del 2009 che disciplina lo smaltimento dei sottoprodotti di origine animale”, commenta l’onorevole Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente.

“Le linee guida consentono il sotterramento degli animali da compagnia in terreni privati o in cimiteri per animali secondo i criteri fissati con provvedimento di ciascuna regione o provincia autonoma. Non tutte le regioni, però, hanno provveduto a emanare una regolamentazione specifica”.

La recente decisione lombarda può aprire la strada ad una legge a livello nazionale che disciplini la materia e possa dare il via libera alla tumulazione di uomini e animali insieme nei loculi cimiteriali. “Si tratta di un’ottima notizia che spero apra la strada all’approvazione della proposta di legge nazionale depositata l’estate scorsa che prevede la sepoltura dei resti degli animali d’affezione nella tomba del proprietario”. Di fatto quella che si propone è una modifica alla legge-quadro sugli animali d’affezione (281/91) per dare regole uniformi sulla sepoltura degli animali, sulla realizzazione di cimiteri per animali e sui servizi di cremazione”.

Una tomba per due? Ma c’è chi dice no…

Quello che sta avvenendo in Lombardia non a tutti piace. Un sacerdote bresciano, per esempio, ha subito contestato la riforma. “Se qualche mio parrocchiano vuole farsi seppellire con il suo cane o il suo gatto, con tutto il rispetto per gli animali, si trovi un altro prete che lo porti al cimitero”, ha ribadito su Twitter don Marco Mori, parroco nel quartiere di San Polo e già responsabile dell’ufficio oratori della diocesi di Brescia. Una voce fuori dal coro non gradita ai moltissimi sacerdoti che predicano l’amore e il rispetto per gli animali e per ciò che ci circonda. E, come hanno ricordato molti utenti su Facebook, palesemente in contrasto con le posizioni di grandi santi e martiri della Chiesa. Un esempio per tutti? Quel San Francesco d’Assisi, maestro indiscusso dell’intima relazione fra gli uomini e gli altri abitanti del creato, lupi e uccelli in testa.

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