
La sostenibilità si nutre di innovazioni. Nel tessile vediamo l’applicazione virtuosa di tecnologie che apparentemente non c’entrano nulla.
È partito dall’India e ora arriva anche in Pakistan. Il Sustainable cotton programme di Primark insegnerà a più di trentamila agricoltori a coltivare il cotone sostenibile.
In questi giorni non si fa altro che parlare del nuovo negozio Primark che aprirà nel cuore di Milano, ma in pochi sanno che il rivenditore di prodotti a basso prezzo è allo stesso tempo coinvolto in un progetto a sostegno dello sviluppo economico di alcuni Paesi fornitori di cotone. Figurando tra i nomi del programma Detox di Greenpeace, il marchio irlandese sta sempre più ampliando le sue iniziative sostenibili partendo dal lancio della seconda edizione del Primark sustainable cotton programme, un’iniziativa nata nel 2013 in India del Nord che ora approda anche in Pakistan con collaborazione degli esperti di agricoltura CottonConnect e dell’ong locale Reeds finalizzata allo sviluppo economico ed educativo nelle zone rurali.
Nell’ottica di muoversi verso una moda sostenibile, il programma è stato ideato per sensibilizzare sull’importanza di preservare il suolo, per istruire i piccoli proprietari terrieri sulle tecniche di agricoltura biologica, ma anche per introdurre nelle collezioni del marchio uno dei più importanti tessuti naturali. In collaborazione con CottonConnect e la Self-Employed Women’s Association, il progetto è stato lanciato per la prima volta in Gujarat (India del Nord) per supportare le donne coltivatrici di cotone nello studio di nuovi metodi di coltura sostenibile. Dall’anno scorso la grande catena low-cost ha inoltre deciso di introdurre lo stesso cotone sostenibile nelle sue collezioni a marchio Primark Cares. Il test è stato effettuato su uno dei prodotti più venduti all’interno dei punti vendita della catena, ovvero i pigiami, e i risultati sono stati del tutto inaspettati con 4,4 milioni di pezzi venduti in soli dodici mesi.
Leggi anche: In India Primark sostiene le donne e il cotone bio
Grazie al successo riscosso, Primark ha esteso il suo programma anche agli agricoltori indipendenti del Pakistan ricevendo 20 mila adesioni che, con il contributo di CottonConnect e Reeds, potrebbero diventare oltre 30 mila entro il 2022. “Siamo orgogliosi del Programma sustainable cotton e siamo lieti di poter mettere a frutto la nostra esperienza in India per aiutare e formare le comunità agricole in Pakistan” – ha dichiarato Katharine Stewart, direttore del commercio etico e della sostenibilità ambientale di Primark -. “Abbiamo scelto di supportare le regioni di approvvigionamento dei nostri fornitori, in modo da incrementare rapidamente la quota di cotone sostenibile nella nostra filiera. L’espansione in Pakistan è la logica conseguenza per noi, in quanto ci muoviamo sempre più verso una filiera con cotone sostenibile al 100 per cento”.
A word from our CEO @alisoncward
Excited about our expansion plans in #sustainable #Cotton farming, with @Primark in Pakistan !https://t.co/UvXml39Hsx pic.twitter.com/piuIZPuo3W— CottonConnect (@Cotton_Connect) 24 settembre 2018
A beneficiare di questa iniziativa sono in molti, a partire dagli agricoltori coinvolti nel programma che hanno visto aumentare il loro profitto di circa il 200 per cento e i raccolti di quasi il 10 per cento, a fronte di una diminuzione dei costi derivanti dall’acquisto di pesticidi chimici e fertilizzanti. Grazie ai metodi di coltura sostenibile appresi durante il programma di Primark, gli agricoltori sono infatti riusciti a ridurre l’utilizzo di fertilizzanti chimici, di pesticidi e di un’altra risorsa fondamentale nella coltivazione del cotone, l’acqua.
Leggi anche: Primark dice no ai piccoli mostri e aderisce a “Detox”
In questo modo, Primark è inoltre riuscito a introdurre nelle sue linee un cotone sostenibile proveniente da filiere tracciabili e controllate, ma anche a portare maggior benessere economico alle nazioni sottosviluppate che gli forniscono da anni la materia prima a basso costo. Garantendo un futuro migliore al Pianeta e soprattutto alle persone.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La sostenibilità si nutre di innovazioni. Nel tessile vediamo l’applicazione virtuosa di tecnologie che apparentemente non c’entrano nulla.
Anche le valigie causano emissioni: se non siete tra quelli che partono sempre con un bagaglio a mano, queste iniziative potrebbero interessarvi.
Comprare meno, comprare meglio. Ecco nove brand per la nostra selezione mensile di marchi eco-conscious e rispettosi delle condizioni dei lavoratori
Comprare meno, comprare meglio. Ecco nove brand per la nostra selezione mensile di marchi eco-conscious e rispettosi delle condizioni dei lavoratori
Ecco cosa ci chiedete ogni mese in fatto di acquisti moda responsabili: abbiamo provato a dare qualche risposta in merito a questioni hot, come il prezzo
Noleggiare gli abiti conviene: ma solo a noi o anche all’ambiente? Ecco pro e contro del fashion renting.
Nel calcolare l’impatto ambientale di una campagna pubblicitaria bisogna considerare sia la CO2 prodotta dalla logistica che l’impulso al consumo
L’80 per cento dei lavoratori sfruttati nel tessile è donna mentre la catena di comando del settore è in mano agli uomini
Si usava negli anni Trenta, poi è stata soppiantata dalle fibre di derivazione sintetica: ecco perché un ritorno alla lana nei costumi sarebbe auspicabile.