Regno Unito, anche la Corte d’appello dice che i richiedenti asilo non possono essere mandati in Ruanda

La Corte d’appello britannica boccia il piano del governo britannico: il Ruanda, sostiene, non è un paese sicuro dove trasferire i richiedenti asilo.

  • Il governo del Regno Unito ha stretto un accordo con quello del Ruanda per inviare lì i richiedenti asilo.
  • La ong Asylum aid ha avviato un’azione legale, giunta al secondo grado di giudizio.
  • La Corte d’appello ha bocciato il piano perché il Ruanda non offre sufficienti garanzie in termini di sicurezza.

Il Ruanda non è un paese sicuro per i richiedenti asilo. A dirlo è la Corte d’appello britannica che, così facendo, boccia il piano su cui puntava il governo del Regno Unito per gestire i migranti: inviarli nel paese africano, ancor prima di aver esaminato singolarmente la loro situazione. Ma l’esecutivo guidato da Rishi Sunak già promette di impugnare la sentenza.

Perché il governo britannico vuole mandare in Ruanda i richiedenti asilo

L’idea risale al 2022 ed è di Boris Johnson, all’epoca premier del Regno Unito: inviare in Ruanda i migranti che hanno attraversato la Manica per arrivare nel Regno Unito, indipendentemente dal luogo da cui provengono e dal motivo per cui sono scappati. A quel punto, a queste persone resterebbero tre possibilità: chiedere di essere reinsediate altrove (ma non in territorio britannico), tornare in patria o in un altro paese a cui hanno già chiesto asilo, oppure restare in Ruanda. A tale scopo il governo di Londra ha stretto un accordo con quello di Kigali, impegnandosi a pagare 120 milioni di sterline, cioè circa 145 milioni di euro.

Boris Johnson ora non è più premier, perché è stato sostituito prima da Liz Truss e poi da Rishi Sunak, sempre conservatori. Ma il piano è rimasto valido, a testimonianza della “linea dura” promessa sul tema dell’immigrazione.

Il nuovo premier britannico Rishi Sunak
Il nuovo premier britannico Rishi Sunak © Leon Neal/Getty Images

L’ennesima bocciatura, stavolta da parte della Corte d’appello

Il primo volo diretto verso il Ruanda era previsto per il mese di giugno del 2022, ma non è mai decollato. A bloccarlo, una sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo (Cedu).

Dopo un anno arriva un’altra bocciatura, stavolta da parte della Corte d’appello. La ong Asylum aid, che assiste le persone più vulnerabili che chiedono asilo nel Regno Unito, ha infatti avviato un’azione legale contro il governo di Londra. Al primo grado di giudizio, l’Alta corte le ha dato torto, sostenendo che non ci sia nulla di illecito nei trasferimenti in Ruanda. La Corte d’appello però ha rovesciato la sentenza, ritenendo che il Ruanda non offra garanzie a sufficienza per poter essere ritenuto come un paese sicuro.

La decisione non è stata unanime, perché un giudice era in contrasto con gli altri due. Ma rappresenta comunque una pesante sconfitta politica che l’esecutivo britannico non intende accettare, facendo ricorso alla Corte suprema. “Faremo tutto il possibile per fermare le barche”, ha promesso la segretaria di stato per gli affari interni Suella Braverman.

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