Renault Captur, come funziona e cosa offre davvero l’ibrida plug-in

Renault Captur è da mesi fra le ibride plug-in più vendute in Italia. Le ragioni? Un mix fra prezzo, abitabilità ed efficienza. Ad alcuni mesi dal debutto, l’abbiamo (ri)provata, fra conferme e sorprese.

Renault Captur, al quarto posto nella classifica di vendita delle auto ibride plug-in più vendute in Italia dall’inizio dell’anno (trovate i dati di mercato aggiornati a giugno sul sito di Unrae), dopo Jeep Compass, Volvo XC40, Jeep Renegade e Cupra Formentor (da notare, tutti suv…), è ormai uno dei modelli di maggior successo del marchio francese.

Le ragioni? E’ un suv compatto – come anticipato una delle tipologie di auto più richieste in assoluto – e come tutti i modelli di questo tipo offre una posizione di guida più alta (per una maggiore visibilità su strada), un ampio spazio interno e una flessibilità di carico che piace molto a chi ha famiglia, ma anche ai pet lover.

A vantaggio della francese anche una delle più estese gamme di motorizzazioni più efficienti: dalla plug-in hybrid protagonista della nostra prova, alla recente versione full hybrid appena introdotta sul mercato (interessante alternativa da valutare per prezzo, consumi – pesa 200 chili meno della plug-in – e un volume di carico leggermente più ampio, merito della batteria più piccola), fino alle versioni mild hybrid e bifuel benzina/gpl.

Renault Captur plug-in hybrid, le cose da sapere

Un motore 4 cilindri da 1,6 litri, due motori elettrici (solo uno agisce sulle ruote) e un cambio automatico senza frizione lontano parente di quelli sviluppati da Renault per la F1. L’autonomia elettrica, da usare quando si desidera. Un prezzo fra più accessibili del mercato, da 32.950 euro. La possibilità di accedere agli incentivi statali destinati alle auto con emissioni comprese tra 61 e 90 grammi di CO2 /km (Captur plug-in hybrid emette 34 grammi di CO2 /km) e locali.

E poi, lo abbiamo detto: spazio, praticità, flessibilità. E un design piacevole, suv ma dalle dimensioni ragionevoli e adatte anche alla città. Un’auto che, se ricaricata “alla spina” con regolarità, permette di muoversi in elettrico per la quasi totalità del tempo, almeno se si vive in città.  Per non parlare della riduzione di consumi, anche in questo caso particolarmente evidente in città (e meno in autostrada…).

Renault Captur ibrida plug-in
In elettrico si può raggiungere la velocità di 135 km/h © LifeGate

Il casa-lavoro in elettrico? Un vantaggio ambientale

Il sistema ibrido può contare su un motore elettrico principale da 49 Kw, una batteria agli ioni di litio da 9,8 kWh e 160 cavalli di potenza complessiva, come vedremo un dato che permette performance adeguate in tutti i contesti di utilizzo. L’opzione della ricarica elettrica esterna, oltre che una condizione necessaria per ottenere una vera autonomia elettrica, si traduce in vantaggi ambientali soprattutto per chi percorre il quotidiano casa-lavoro in auto, una “necessità” che potrebbe progressivamente ridursi se, come previsto da uno studio Nomisma, nel 2021 il 16 per cento dei lavoratori italiani avrà svolto almeno una giornata di lavoro da remoto (oltre 3 milioni di occupati).

Captur interni
Spaziosi e pratici gli interni, con il grande display centrale che permette di accedere a quasi tutte le funzioni © LifeGate

Autonomia elettrica, cosa è emerso nell’utilizzo reale

Della Renault Captur E-tech ibrida plug-in vi avevamo già parlato in occasione del lancio nazionale. Questa prova ci ha permesso però di approfondire alcune caratteristiche. E se possiamo confermare le caratteristiche di funzionalità, comfort e spazio, adesso abbiamo più elementi tratti dall’utilizzo quotidiano e diversi giorni. Cominciando dall’autonomia elettrica.

A fronte di un dato dichiarato di 50 chilometri (65 in città), nell’utilizzo misto, ossia non solo urbano, noi siamo riusciti a percorrere circa 35-40 chilometri in silenzio e in modalità zero emissioni. Si tratta di un dato condiviso con numerose concorrenti ibride plug-in. Con una caratteristica interessante però per Captur, ossia la possibilità di sfruttare la modalità elettrica fino a velocità di 135 km/h.

Sul dato dell’autonomia elettrica si può però influire, da un canto adottando uno stile di guida il più possibile efficiente, dall’altro ricorrendo alla funzione E-save selezionabile dal display sulla plancia. In questo caso il sistema “forza” l’utilizzo del motore termico mantenendo una riserva di ricarica di almeno il 40 per cento della batteria, in modo che sia sempre possibile passare alla guida elettrica agendo sul pulsante Ev.

Captur, il cambio
Il cambio prevede anche una posizione “B”, che permette di rigenerare più energia in fase di decelerazione; si è rivelato particolarmente efficace nelle discese e negli stop&go del traffico cittadino © LifeGate

Captur, perché adottare una guida calma e rilassata conviene

Altro approfondimento abbiamo avuto modo di farlo sul cambio. Un cambio piuttosto innovativo, senza frizione né ingranaggi di sincronizzazione. Che mostra però due facce. Una, molto convincente, a basse velocità, quando risulta fluido e piacevole. Dunque, tutto bene, almeno finché si adotta una guida calma e rilassata, situazione in cui anche i consumi reali sono contenuti, come vedremo.

Le cose cambiano invece se è necessario premere a fondo l’acceleratore, una situazione in cui la guida diventa meno regolare, quasi si avvertissero delle frequenti variazioni di potenza, con il motore che sale di giri, specie nei tratti autostradali con evidenti pendenze. La questione non varia molto nelle diverse modalità di guida disponibili, Sport, Eco o My Sense, che permette di personalizzare la risposta di motore e sterzo. La soluzione? Dosare con gradualità la pressione sull’acceleratore.

Tornando sui consumi emersi durante la nostra prova – consumi che possono variare anche di molto in funzione dello stato di carica della batteria – stando ai dati riportati sul computer la media è di circa di 4,8 l/100 km, mentre in autostrada, dove la parte elettrica è meno efficiente a causa dell’assenza quasi totale di fasi di recupero di energia, si sale a 6,3-6,5 l/100 km, con soste che possono diventare frequenti a causa del serbatoio piuttosto piccolo, solo 39 litri.

Renault Captur
Il sistema ibrido plug-in di Renault Captur include un motore benzina da 1,6 litri associato a due motori elettrici (uno con la funzione di starter) e a una trasmissione automatica © LifeGate

Comfort, abitabilità e flessibilità, una conferma

In ultimo confermiamo l’ottimo livello di comfort, la buona abitabilità e la comodità del sedile posteriore scorrevole che permette di scegliere fra offrire maggior spazio per le gambe ai passeggeri o ampliare lo spazio per i bagagli. Come comodo è il sistema che apre e chiude le porte appena ci si avvicina all’auto, senza dover agire in alcun modo sul telecomando; non sembra ma nell’uso quotidiano è una bella comodità. Pratici i numerosi e capienti vani porta oggetti, di ottima qualità l’impianto hi-fi. Il climatizzatore però non ha la funzione bi-zona, non consente cioè di regolare temperature distinte per pilota e passeggero.

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