Dacia Spring, l’elettrica “low cost” del gruppo Renault che ha conquistato l’Europa: semplice, leggera, compatta (e premiata per la sua efficienza).
Renault Captur, com’è e come va la nuova versione plug-in hybrid del suv francese
In città percorre fino a 65 chilometri in elettrico, fuori permette di viaggiare fino a 135 km/h nel silenzio. Prosegue l’elettrificazione Renault con Captur plug-in hybrid. Tutti i dettagli nella nostra prova.
Fra le Suv compatte più vendute d’Europa, Renault punta su Captur per ampliare la sua gamma elettrificata. La versione E-Tech punta tutto sulla tecnologia plug-in hybrid, con un’autonomia in solo elettrico elevata (circa 65 chilometri in città, una cinquantina percorrendo strade miste) e un prezzo fra i più accessibili del mercato, a partire da 32.950 euro, da cui dedurre eventuale Ecobonus governativo o vari incentivi regionali destinati alle auto a basse emissioni: con 32 grammi di CO2/km di emissioni nel ciclo misto Captur plug-in hybrid rientra in questa categoria. Dopo la piccola Clio e la berlina Mégane, alla gamma si aggiunge anche questa pratica suv-crossover. Una gamma che in comune condivide il motore benzina da 1,6 litri associato a due motori elettrici (uno con la funzione di starter) e a una trasmissione automatica molto innovativa, con livelli di potenza e prestazioni differenziati però per modello.
Captur, l’ibrida plug-in sfrutta un motore a benzina e due elettrici
Nata su una piattaforma modulare sfruttabile da più modelli e progettata fin dagli inizi per consentire l’elettrificazione, Captur prevede un sistema ibrido con due motori elettrici (uno da 49 Kw che agisce sulle ruote e l’altro che funge da starter e generatore), una batteria agli ioni di litio da 9,8 kWh e un motore benzina 4 cilindri da 1,6 litri e 91 cavalli. In tutto la potenza disponibile è di 160 cavalli, assolutamente adeguata al peso e alle dimensioni dell’auto. Il tutto associato a un cambio automatico che funziona bene e offre una resa appagante, molto efficiente e che, come vedremo, capace di offrire una fluidità e un senso di serenità alla guida davvero notevole. La ricarica elettrica può avvenire dalla presa di casa e fino a potenze di 7.4 Kw, con tempi che oscillano fra le 3 e le 5 ore della normale presa domestica di corrente. Le dimensioni sono ragionevoli, adatte anche alla città con una lunghezza poco oltre i 4 metri e 20.
A bordo spazio e razionalità
Prima di raccontarvi cosa offre Captur plug-in hybrid in termini di guida su strada, saliamo a bordo. Dove la prima sensazione è di comfort, spazio, materiali piacevoli da toccare e da vedere. L’abitabilità per i passeggeri è ottimale per quattro con l’utile sedile posteriore che può scorrere. Poi un giusto spazio per i bagagli (ridotto sensibilmente dalla batteria del sistema ibrido) e un comodo vano sotto il piano di carico permette di riporre i cavi di ricarica. L’interfaccia con pilota e passeggeri è delegata a una strumentazione completamente digitale di grandi dimensioni (10,2 pollici) e dalla lettura chiara e intuitiva, mentre un secondo display centrale permette di monitorare sia le diverse modalità di guida disponibili, sia di accedere agevolmente ad informazioni importanti per un’auto ibrida, come l’autonomia elettrica residua o i flussi di energia e il recupero energetico, possibile sia in discesa, sia ogni volta che si rilascia l’acceleratore, quando i due motori elettrici ricaricano la batteria. Alla sicurezza pensano sistemi Adas come la frenata d’emergenza automatica, l’assistente al cambio di corsia (che agisce sullo sterzo in caso di errore o di colpi di sonno) o il monitoraggio dell’angolo cieco.
L’efficienza del sistema ibrido e quel senso di serenità
E adesso veniamo alla prova dinamica. Partendo, ovviamente, da quegli oltre 60 chilometri di autonomia elettrica che permettono in molti casi di affrontare il quotidiano casa-ufficio senza dover ricorrere alla benzina. Ma con la sicurezza che, se fosse necessario, grazie all’efficienza del sistema ibrido il viaggio potrebbe essere molto più lungo, senza dover dipendere dall’infrastruttura di ricarica. L’aspetto che rende più piacevole la guida è la sensazione di fuidità, dove motore a benzina e parte elettrica, ben orchestrati dal cambio molto efficiente, permettono di affrontare ogni tipo di percorso con la giusta energia. In pratica, almeno finché il livello di carica della batteria è sufficiente, il motore a benzina interviene solo quando viene richiesta più potenza, o per ricaricare la batteria. Di fatto da casa si parte sempre nel silenzio dell’elettrico, già questo un bel modo di cominciare la giornata. Poi, spetta a chi guida scegliere, per esempio, di sfruttare al meglio la capacità di ricarica selezionando la modalità B-mode che, di fatto, rende superfluo l’uso del freno. I 160 cavalli assicurano notevoli scatti e, come detto, una piacevolezza di guida notevole, permettendo di viaggiare in solo elettrico fino a circa 130 chilometri orari.
Si può scegliere quando viaggiare in solo elettrico
Ovviamente, a chi guida sono riservate diverse opzioni: E-save, per mantenere il più possibile l’autonomia elettrica per poi usarla quando si vuole, Ev per viaggiare il più possibile a emissioni zero, passando dalla modalità Sport perfetta per quando si va di fretta. Non è invece possibile selezionare manualmente le marce, l’elettronica pensa a tutto. La sensazione che prevale alla guida di Renault Captur plug-in hybrid è comunque l’equilibrio generale, la sensazione di serenità complessiva alla guida e la consapevolezza che – con consumi dichiarati di 1,4 L/100 km, (non così lontani da quelli reali, attorno ai 3-4 litri per analoga percorrenza) – la soluzione dell’ibrido plug-in sia sempre più l’alternativa più razionale per chi ancora non può scegliere un’auto elettrica.
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