
Sono passati cinque anni dall’approvazione dell’Accordo di Parigi. Il bilancio dell’azione climatica da parte dei governi è fatto di luci e ombre.
Alla conferenza sul clima di Parigi partecipano anche i rappresentanti delle lobby dei combustibili fossili, apertamente contrari agli obiettivi della Cop 21.
Benjamin Sporton, Myron Ebell, Marc Morano, Chris Horner, Bjorn Lomborg, Fiona Wild e James Taylor, pelle bianca, aspetto ordinario e vestiti eleganti, eppure sarebbero loro, secondo l’associazione Avaaz, le sette persone più pericolose del mondo.
Qualche giorno fa sui muri di Parigi, dove è in corso la conferenza Onu sul clima, sono apparsi dei manifesti, in stile taglia pubblica del West, con i nomi e volti di queste sette persone, la didascalia recita “Ricercati, accusati di distruggere il nostro futuro”. L’organizzazione non governativa statunitense ha individuato in loro i più grandi criminali del clima, rappresentanti delle lobby dei combustibili fossili, apertamente contrari agli obiettivi della Cop 21.
I giorni scorsi gli attivisti di Avaaz si sono vestiti da “poliziotti del clima” e hanno distribuito volantini raffiguranti i volti dei lobbisti incriminati fuori dalle stazioni principali della metropolitana.
“Il mondo chiede un impegno per un futuro pulito al 100 per cento al vertice sul clima di Parigi – si legge in un comunicato di Avaaz – ma un gruppo di criminali sta cercando di sabotare il cambiamento. Le loro tattiche sono diverse ma l’obiettivo finale è lo stesso: spostare l’attenzione lontano dagli obiettivi delle emissioni e mantenere i combustibili fossili al centro dello sviluppo umano. Alcuni addirittura sostengono che dovrebbe essere speso più denaro per il carbone. La maggior parte viene pagata da società di combustibili fossili, come Exxon, per schierarsi contro la lotta ai cambiamenti climatici”. Scopriamo nel dettaglio chi sono questi criminali del clima.
Sporton è l’amministratore delegato della World Coal Association (Wca), l’organismo che rappresenta gli interessi dell’industria del carbone. Per il settore sono tempi duri, il prezzo del carbone sta crollando e un accordo globale sul clima ne danneggerebbe ulteriormente il mercato. Sporton auspica però “maggiori investimenti nel carbone, l’unico modo realistico per fornire energia a gran parte dei poveri del mondo”.
Ebell, lobbista e scettico sui cambiamenti climatici, è direttore del Center for Energy and Environment del Competitive Enterprise Institute (Cei). Il Cei si oppone per principio a un accordo globale sul clima, mira a contenere gli allarmismi sul riscaldamento globale e , tra il 1998 e il 2005, ha ricevuto oltre due milioni di dollari da ExxonMobil.
Secondo Morano gli scienziati che si occupano di clima “meritano di essere frustati pubblicamente”. Direttore esecutivo del portale web Climate Depot Morano avrebbe, secondo Avaaz, fatto carriera diffondendo disinformazione sul clima accusando gli scienziati e pubblicando online i loro indirizzi email. Clima Depot ha ricevuto finanziamenti da ExxonMobil e Chevron.
Avvocato del Competitive Enterprise Institute e lobbista dell’industria del carbone. La specialità di Horner è perseguitare gli scienziati del clima con comportamenti che il Washington Post ha descritto come “molestie”. Nel 2015 ha ricevuto circa 18mila dollari dalla società di carbone statunitense Alpha Natural Resources.
Secondo Lomborg, autore e accademico danese, i governi dovrebbero abbandonare l’obiettivo di mantenere l’aumento delle temperature globali al di sotto di due gradi. Lomborg nega la validità delle soluzioni proposte da attivisti e governi, suggerendo piuttosto di focalizzare l’attenzione sulla riduzione della povertà tramite la tecnologia, guardandosi però dal dire che proprio i poveri saranno coloro che risentiranno maggiormente dei cambiamenti del clima. La promozione canadese del suo libro è stata finanziata dal Fraser Institute, associazione politica con collegamenti con ExxonMobil.
La Wild rappresenta Bhp Billiton, la maggiore società mineraria al mondo ed è a Parigi per rivendicare l’importanza dei combustibili fossili. Bhp ha sostenuto la carbon tax di Tony Abbott in Australia, rafforzando il ruolo del paese come uno dei principali emettitori di gas serra nel mondo.
Secondo Taylor, rappresentante dell’Heartland Institute, un gruppo di pressione che smentisce l’allarme relativo al clima, il cambiamento climatico si è fermato. “Non c’è stato assolutamente alcun riscaldamento nel corso degli ultimi dieci anni”.
Sono passati cinque anni dall’approvazione dell’Accordo di Parigi. Il bilancio dell’azione climatica da parte dei governi è fatto di luci e ombre.
In attesa della vera Cop che si terrà a Glasgow nel 2021, i giovani attivisti britannici organizzano una conferenza online, la Mock Cop 26.
Il Regno Unito ha proposto e ottenuto di rinviare ulteriormente la Cop 26 al mese di novembre del 2021. Le ong: “Ma l’azione climatica non deve arrestarsi”.
A causa dell’epidemia di coronavirus, la Cop 26 non si terrà a novembre di quest’anno ma nel 2021.
La ventiseiesima Conferenza sul clima delle Nazioni Unite (Cop 26) si terrà a Glasgow a novembre. L’Italia organizzerà la pre-Cop a Milano.
Come una sirena d’allarme, gli attivisti hanno portato la voce del mondo dentro la Cop 25 di Madrid. I risultati dai governi del mondo non sono arrivati, ma le loro grida e messaggi più forti che mai, anche per chi non c’era.
La Cop 25 si è conclusa con due giorni di ritardo. Con pochissimi passi avanti e la prospettiva di un 2020 in salita. A mancare, ancora una volta, è la volontà politica.
La Cop 25 si avvia lentamente verso il fallimento. L’ambizione sperata, urlata, implorata non si è vista. Così entriamo nel decennio decisivo.
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa è alla Cop 25 di Madrid per porre le basi del decennio per il clima. A cominciare dalla Pre cop di ottobre 2020 che si terrà a Milano.