
Il trattamento manuale osteopatico aiuta a ristabilire l’armonia nel sistema nervoso e riequilibra le tensioni. Induce l’autoguarigione ed è adatto a tutti.
Cos’è la riflessologia plantare? Come si pratica? A cosa serve e quali disturbi cura? Scopriamolo in 10 parole.
Con la riflessologia plantare, della mano o facciale è possibile alleviare il mal di testa e il mal di schiena, ridurre lo stress, sciogliere la tensione alle spalle, persino mitigare i sintomi del raffreddore.
Si chiama così una disciplina che affonda le sue radici nella Medicina tradizionale cinese e che consiste nella stimolazione mirata di alcuni punti del corpo attraversati da quelli che, per l’appunto in Cina, vengono definiti meridiani energetici. Le riflessologie sono più di una. La più nota e forse anche la più efficace è quella del piede, parte del corpo ricchissima di terminazioni nervose che ben si prestano a essere stimolate e massaggiate. Ad essa si aggiungono la riflessologia della mano e quella facciale.
Ecco 10 punti che possono aiutarvi a capire di più questa disciplina.
Nella riflessologia plantare la figura umana è paragonata a quella dell’albero: le radici sono costituite dai piedi, il tronco è la colonna vertebrale e le fronde sono rappresentate dal volto, il più vicino alla luce solare. Secondo questa disciplina il piede regge il microcosmo dell’essere umano e per questo deve essere sano e stabile.
Per la fisiologia, prende questo nome una risposta motoria o secretoria automatica, che non dipende cioè dalla volontà dell’individuo. Nella riflessologia questa risposta è indotta dalla trasmissione di uno stimolo che parte da un recettore periferico (presente per esempio sul piede o sulla mano), giunge a un organo centrale come cervello o midollo spinale e da qui si dirige a un organo effettore (un muscolo, una ghiandola, un organo). In pratica, la terapia delle zone riflesse si propone, attraverso la stimolazione e la manipolazione di alcuni punti specifici, di migliorare le funzioni dell’organismo e di influenzarne una evoluzione positiva.
Il presupposto è che ogni organo, oltre ad avere una propria specificità, rifletta in sé l’intero organismo. Piedi, mani, viso e orecchie soprattutto, poiché sono sedi di una grande quantità di terminazioni nevose, sarebbero anche gli organi più adatti a riflettere (proprio in virtù di queste terminazioni) tutti gli altri organi del corpo. Sui piedi troveremmo dunque tutti i punti riflessi degli organi interni, della colonna vertebrale e delle ossa.
I piedi sono organi altamente sensibili: su ognuno di essi sono presenti 7.200 terminali nervosi. Sulla pianta si trovano moltissimi meccanocettori ed esterocettori, sensibili alla pressione.
Statunitense, è il padre della riflessologia plantare moderna. Nonostante infatti la terapia delle zone riflesse sia vecchia di 5000 anni e fosse praticata da popolazioni antiche già in Egitto, india, Cina e Perù, dobbiamo aspettare il Novecento per avere la prima mappa delle zone riflesse. Fitzgerald iniziò le sue sperimentazioni nel 1902 quando nel suo studio da otorinolaringoiatra aveva scoperto che la pressione di alcune parti del corpo dei pazienti consentiva di ottenere analgesie o addirittura anestesie di breve durata. Nel 1917 pubblicò, insieme al collega dentista F. Bower il suo primo libro, “Zone therapy, or relieving pain at home”.
Tra i diversi sostenitori delle teorie di Fitzgerald, la terapista fu la prima a focalizzarsi sullo studio del piede, essendo una zona molto sensibile e ricca di terminazioni nervose. Pubblicò diversi libri tra 1938 e 1948 e ebbe il merito di aver portato, alla fine degli anni ’40, la riflessologia in Europa grazie a due sue allieve Hanne Marquardt (tedesca) e Doreen Bayly (inglese). Elipio Zamboni, allievo della prima, e Erasmo Buzzacchi, allievo della seconda, hanno fatto conoscere la disciplina in Italia.
Gli studi, dopo Fitzgerald, sono fioriti. Anche se la mappa su cui si basano tutte le altre è essenzialmente la sua, le diverse scuole hanno creato una propria mappa, che può differire dalla prima per alcune particolarità. Sono comunque tutti concordi su quale debba essere la visione generale del piede.
Fitzgerald aveva diviso il corpo umano in 10 zone verticali e tre orizzontali. Applicando la stessa divisione ai piedi uniti, è riuscito a individuare i diversi punti riflessi. Gli organi centrali, come colonna e stomaco, si trovano metà su un piede e metà sull’altro; quelli di destra sul piede destro (ad esempio il fegato) e quelli di sinistra (come la milza) sul piede sinistro; gli organi doppi, ad esempio polmoni o reni, si trovano su entrambi i piedi; le cinque dita sono tutte relative alla testa e ai suoi organi.
Ogni terapia parte dall’osservazione del paziente, della sua postura, dal suo modo di muoversi e di camminare. E ovviamente si osservano i piedi, la loro posizione, le loro tensioni e la loro forma. Per esempio i piedi simmetrici, cioè quelli che assumono inclinazione uguale di 45°, sono indice di rilassatezza, mentre se la testa è leggermente piegata a destra e il piede destro è abdotto, significa che c’è una tensione sul lato destro.
Una terapia riflessologica è costituita da tre momenti. Il primo è la ricerca dei punti dolenti: attraverso una risposta più o meno dolorosa da parte del pazionete, si identificano le parti da trattare. Il secondo è il trattamento di riequilibrio generale, volto al ripristino dell’equilibrio dei vari organi. Il trattamento personalizzato, infine, si focalizza sui punti più dolenti, che riflettono dunque gli organi in maggior disequilibrio. Generalmente il trattamento dura circa 45 minuti per cicli di 10-12 sedute.
I punti riflessi sui piedi sono pressoché identici su un piede e sull’altro; le variazioni sono minime. I punti relativi a testa, seni frontali, occhi, orecchie, spalla, polmoni, tiroide, stomaco, duodeno-pancreas, rene surrene, colon trasverso, ginocchio, vescica, ovaie (o testicoli), nervo sciatico e duodeno si trovano infatti sulle piante di entrambi i piedi.
I punti che si trovano solo sul piede sinistro sono quelli corrispondenti a fegato, cistifellea, colon acendente, appendice.
I punti che si trovano solo sul piede destro sono quelli corrispondenti a cuore, colon discendente, intestino retto e milza.
Un discorso molto simile si affronta con la riflessologia della mano. Si opera sui palmi su cui, proprio come sul piede, si trovano le terminazioni nervose che costituiscono i punti riflessi degli organi del corpo che desideriamo “trattare”.
Anche in questo caso, le dita corrispondono alla testa e alla zona craniale, alla base del pollice si trovano collo, spalla e colonna vertebrale, mentre nella parte interna del palmo gli altri organi. Come avviene per i piedi, la differenza tra le due mani e minima, ma significativa: sulla destra è possibile massaggiare i punti riflessi di fegato e cistifellea, sulla sinistradel cuore e della milza.
Secondo la riflessologia facciale vietnamita, difussasi a partire dagli anni 80 grazie al professor Boi Quoc Chau, anche sul viso si possono trovare i punti riflessi corrispondenti ai diversi argani e all’apparato muscolo scheletrico. Si tratterebbe di 600 punti così divisi: sopra il naso si troverebbero le terminazioni relative alla testa, al collo e alle spalle, sopra gli occhi le braccia, le mani si “troverebbero” vicino alle orecchie. Le narici rappresenterebbero il bacino, mentre la zona della bocca e del mento le gambe e i piedi. Allo stesso modo, nella zona del naso si troverebbero i punti riflessi relativi a cuore e polmoni, nella zona degli zigomi stomaco e fegato, su entrambi i lati della bocca i reni e sul mento l’intestino e il colon.
La riflessologia facciale viene utilizzata soprattutto per alleviare disturbi come il mal di testa, i dolori alla cervicale, lo stress e, in alcuni casi, anche l’insonnia.
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