
Il Guardian racconta il punto di vista di ong e ambientalisti preoccupati per il prevalere degli interessi delle lobby sulla necessità di ridurre realmente le emissioni del cibo.
Il 2022 è stato un anno record per emissioni globali di carbonio: Europa e Cina stanno cercando di invertire la rotta.
Un rapporto presentato alla Cop27 avverte che abbiamo solo 9 anni per invertire il riscaldamento globale e ridurre le emissioni, ma esistono soluzioni come mostrato da Cina ed Europa.
Il 2022 è stato un anno record per emissioni globali di carbonio. La crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina e la ripresa dalla pandemia di Covid hanno aumentato radicalmente la nostra impronta di carbonio. Alcuni Paesi hanno fatto meglio, altri molto peggio.
Sorprendentemente, la Cina è tra i Paesi che hanno ridotto le emissioni nel 2022. L’inquinamento proveniente dalla Cina è stato ridotto del 0,9%, probabilmente a causa della loro politica zero Covid e delle continue restrizioni. La Cina, tuttavia, è anche uno dei Paesi leader per energia nucleare. Attualmente, ci sono 50 reattori nucleari attivi in Cina, che producono 48GW all’anno.
L’obiettivo di Pechino, tuttavia, è raggiungere i 160 GW entro il 2030. Entro il 2040, l’energia nucleare in Cina dovrebbe produrre 240 GW di energia all’anno, e questo se non verranno proposti nuovi reattori. Il governo cinese, tuttavia, punta ad innalzare progressivamente l’utilizzo di energie provenienti da fonti rinnovabili.
L’Europa ha ridotto eccessivamente le emissioni di carbonio nel 2022. Il suo 0,8% di riduzione, pertanto, potrebbe essere bilanciato negativamente il prossimo anno con l’inizio della crisi energetica. La Germania, ad esempio, già ha annunciato l’espansione della sua industria di carbone e la chiusura definitiva delle sue centrali nucleari nel 2023. Altre nazioni europee, tuttavia, stanno espandendo la loro rete energetica rinnovabile, quindi anche il 2023 potrebbe vedere una riduzione.
L’approfondimento di questa notizia a cura di Lorenzo Bagnato è su Money.it
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