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La primavera ci dona tantissime piante spontanee. Alcune possono essere usate per preparare decotti e insalate utili a depurare il nostro fegato
Il risveglio della natura ci viene in aiuto donandoci in questo periodo la maggior parte delle piante spontanee ricche in principi attivi amari che tanto giovano al nostro fegato affaticato e al nostro colorito spento. Le cure depurative andrebbero prolungate per una quindicina di giorni, utilizzando quotidianamente il succo o gli infusi di queste piante.
La parte del protagonista sicuramente la fa il tarassaco, conosciuto anche come dente di leone o insalata matta. Le foglie sono caratterizzate dalla forma lanceolata con incisioni abbastanza profonde e con una nervatura centrale in rilievo. Vengono usare crude in tutte le insalate miste, mentre quelle raccolte dopo la fioritura sono meno tenere ed è opportuno consumarle cotte.
Le foglie di questa piante spontanea sono ottime come depurativo – disintossicante ed il risultato si nota anche dalla luminosità della pelle. Questo tipo di insalata è utile anche in caso di inappetenza e cattiva digestione (come aperitivo stimola i succhi gastrici). E’ presente anche una blanda azione diuretica, più decisa invece nel decotto delle radici, che una volta venivano usate tostate come sostituto del caffè. Il tarassaco può essere usato anche come coadiuvante nelle cure dimagranti.
Proprietà simili hanno le giovani foglie della bardana, che essendo coriacee, più che in insalata si possono usare nelle minestre. pianta spontanea comune, viene soprattutto consigliata nelle depurazioni degli adolescenti con problemi di acne e seborrea, ai quali si può consigliare anche l’applicazione di un cataplasma sullo sfogo cutaneo. Per gli stessi problemi si può utilizzare anche il decotto delle radici raccolte prima della fioritura della pianta.
Un’altra pianta spontanea che può essere consumata tutto l’anno, ma che sicuramente appena spuntata è più tenera, è la malva. Dalle foglie e i fiori si può ottenere un infuso o un leggero decotto con proprietà antinfiammatorie per tutto il tratto gastroenterico ed espettorante per l’apparato respiratorio. Mentre per avere un leggero lassativo occorre prolungare la cottura per 20 minuti. La malva può essere impiegata anche per lenire infiammazioni cutanee, oculari e del cavo orale (classico è il consiglio del dentista per le gengive irritate). Questa pianta può essere usata cruda nelle insalate o leggermente cotta nelle minestre o nelle frittate. La malva è la classica pianta che non dovrebbe mai mancare in casa.
Una pianta spontanea che comunemente si trova a ridosso di muretti o su terreni ombrosi, è la parietaria, che le nostre nonne conoscevano perché la usavano per pulire contenitori di vetro o di rame per via dei suoi peli ruvidi ricchi di sali minerali. Invece le prime foglie o i getti apicali cotti in minestre diventano morbidi e dolci.
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