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Violento incendio in via Salaria, a Roma, nell’impianto di trattamento dei rifiuti Tmb, che da anni rende invivibili i quartieri residenziali limitrofi.
Un gigantesco incendio è divampato nella notte tra lunedì 10 e martedì 11 dicembre a Roma, nell’impianto di Trattamento meccanico-biologico (Tmb) dei rifiuti situato in via Salaria. Dalle 4:30 di mattina numerose squadre dei vigili del fuoco sono sul posto, ma le dimensioni del rogo hanno fatto sì che dopo parecchie ore le fiamme non siano ancora state domate.
La mattina solitamente amo fermarmi a guardare il #cielo di #ROMA. Invece oggi purtroppo la Capitale ha un cappello di fumo nero. #Tmb #TmbSalario #rifiuti #11dicembre chiudimao finestre e stiamo al chiuso… pic.twitter.com/X0aHl6gMdI
— Letizia Palmisano (@leti_palmisano) 11 dicembre 2018
Dal sito si leva una densa nube e l’aria nella zona è irrespirabile. Secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, l’incendio è divampato “in un capannone di duemila metri quadrati adibito a deposito rifiuti. ll Campidoglio ha convocato una cabina di regia sul maxi-rogo, chiamando a raccolta, tra gli altri, la Protezione civile e il dipartimento comunale per la Tutela ambientale che si occupa di qualità dell’aria”.
I carabinieri, inoltre, indagano per comprendere le cause dell’incendio. “L’impianto – ha aggiunto il presidente del municipio III di Roma, Giovanni Caudo – è completamente compromesso. Che il fumo sia tossico è evidente perché brucia spazzatura, olio e plastica, ma i vigili del fuoco ci hanno tranquillizzato sul fatto che si sta dirigendo verso zone non abitate. Quindi al momento non siamo allarmati per questo. Per precauzione però l’asilo vicino al Tmb è stato chiuso”.
Incendio nel contestato impianto di trattamento rifiuti #Tmb dell’#Ama in via Salaria a Roma. Le immagini del rogo e della colonna di fumo acre → https://t.co/FxI0cM5ht9 pic.twitter.com/taP5xnaXEn
— Rainews (@RaiNews) 11 dicembre 2018
La questione è particolarmente delicata per la popolazione che vive nei quartieri limitrofi, in particolare quelli di Villa Spada, Fidene e Nuovo Salario. Da anni, infatti, il sito di trattamento dei rifiuti è oggetto di vivissime proteste da parte dei residenti. Anche in condizioni di normale funzionamento, infatti, dal Tmb si sprigionano odori nauseabondi che ormai rappresentano la quotidianità per gli abitanti. Costretti a vivere perennemente con le finestre sbarrate, soprattutto in estate.
I residenti si sono riuniti da tempo in un comitato e hanno organizzato decine di riunioni e manifestazioni per chiedere la chiusura dell’impianto, che di fatto è situato su una strada ad alta frequentazione e nell’immediata prossimità di quartieri prettamente residenziali. Sergio, del comitato di quartiere di Fidene, ha riferito all’agenzia Dire nel corso dell’ultimo corteo di protesta, nel mese di ottobre, che “nel 2018 abbiamo avuto altri nuovi casi tumorali. Noi crediamo che sia colpa del Tmb e della puzza perché una cosa del genere non era mai successa e non ci fermeremo finché non lo proveremo e non riusciremo a farlo chiudere”. Stefano, del comitato Serpentara, ha aggiunto: “Non abbiamo più una vita dignitosa, i nostri diritti sono sospesi”.
Immagini del TMB del Salario da stamattina inviate da colleghi @Luce_Roma @RiprendRoma @Antincivili @romatoday @ManuelaPelati @GalvaniM pic.twitter.com/j5AvafvypX
— Lavoratori_Ama (@Lavoratori_Ama) 11 dicembre 2018
“Qui – ha aggiunto Caudo – si vive nella puzza. Vogliamo un’inversione di tendenza radicale. Questa città va modernizzata, non ancorata al medioevo. Non si può appestare l’aria che respirano i suoi abitanti”. I Verdi, nel frattempo, hanno chiesto un intervento da parte del governo nazionale.
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