La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Negli scimpanzé è stato scoperto un nuovo comportamento che prevede sia l’automedicazione sia l’assistenza medica nei confronti dei propri simili.
In Africa, più precisamente nelle foreste equatoriali del Parco nazionale di Loango, in Gabon, un gruppo di ricercatori dell’Ozouga chimpanzee project osserva il comportamento degli scimpanzé da più di quindici anni. Tuttavia, nel 2019 è successo qualcosa che ha lasciato tutti di stucco. La ricercatrice italiana Alessandra Mascaro, al tempo volontaria e biologa evoluzionistica per il progetto, stava osservando e filmando una madre, chiamata Suzee, con sua figlia Sia, quando notò un comportamento insolito. La madre aveva preso qualcosa che teneva tra le labbra e l’aveva applicato sulla ferita aperta che la figlia aveva sul piede. Riguardando i filmati con più attenzione, Mascaro si accorse che Suzee aveva dapprima strappato qualcosa da una foglia per portarlo alla bocca, e successivamente applicarlo sulla ferita. Quel qualcosa assomigliava molto a un piccolo insetto nero.
Discutendo dell’accaduto con i colleghi, capirono che ciò che stava accadendo era qualcosa di mai visto prima, e mai registrato. Così decisero di osservare più attentamente questo comportamento. Le osservazioni non tardarono ad arrivare. La settimana seguente Lara Southern, PhD del gruppo di ricerca, stava osservando Freddy, un maschio adulto, che eseguì lo stesso identico trattamento. Strappò un insetto da una foglia, se lo mise in bocca e, dopo averlo masticato, lo posizionò su una ferita ancora aperta sul braccio.
Nel corso dei successivi quindici mesi, i ricercatori osservarono questo comportamento di automedicazione una ventina di volte, scoprendo qualcosa di ancora più sorprendente. Gli scimpanzé non medicavano solo se stessi, ma aiutavano nella medicazione anche i compagni feriti. Littlegrey, un maschio adulto, si era procurato una profonda ferita sullo stinco. Carol, una femmina adulta, mentre stava aiutando Littlegrey nella toelettatura, prese un insetto e dopo averlo masticato lo posizionò sulla ferita. Nello stesso momento, altri due scimpanzé si avvicinarono e iniziarono a posizionare e a spostare questi insetti sulla ferita di Littlegrey. Queste osservazioni sono state riportate sulla rivista Current biology.
L’automedicazione è abbastanza comune in natura, ma è raro osservare questo comportamento altruistico in specie non umane. Inoltre, anche il fatto di utilizzare degli insetti per la medicazione è una nuovissima scoperta. Questi insetti potrebbero avere delle proprietà antinfiammatorie o antisettiche, ora lo scopo è cercare di recuperarne i resti per risalire alla specie, e capirne così le possibili proprietà terapeutiche.
L’obiettivo che si sono posti i ricercatori è quello di comprendere chi sono i “medici” e chi sono i “pazienti” di questo trattamento, cercando di scoprire anche i processi di apprendimento sociale che consentono la trasmissione di questa abilità curativa. Nonostante si passino anni ad osservare e studiare quotidianamente le specie animali nel loro ambiente naturale, queste riescono sempre a sorprenderci e a stravolgere il nostro sapere.
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