viaggio al centro della terra

Se hai voglia, ti propongo un viaggio verso le nostre origini, quelle vere, quelle che abitano nella nostra coscienza

Il viaggio sta per iniziare, chiudi gli occhi e partiamo:
Grotte, nuda terra, freddo nelle ossa, fuoco e fumo, sudato
fuoco.
Sole bruciante, umida notte, pioggia scrosciante, vento sulla
pelle, tuoni terrificanti, urla laceranti, furia bestiale,
godimento estatico.
I rumori della foresta, il suono assordante del silenzio. Ogni
attimo una minaccia, una scoperta, ogni suono un segnale,
un?opportunità, ad ogni passo un nemico o un tesoro.
L?attacco e la fuga, la caccia e le belve, la vita, la morte,
crude, in diretta, il pericolo, il pericolo ovunque, la
sopravvivenza conquistata o perduta, istante dopo istante.
Ecco accendersi il fuoco dal profondo, la stimolazione del
simpatico, la polarità attiva del sistema nervoso
autonomo.
Il cuore batte forte, sembra volere uscire dal petto, lo stomaco si
chiude, l?intestino va in vacanza, del sesso ci si dimentica, ci
sono cose più importanti di cui occuparsi. Il respiro si fa
affannoso, la pupilla si dilata, la saliva si secca in gola, i
muscoli si contraggono pronti all?attacco o alla fuga…

Ora la preda e la precaria quiete, il riparo e il silenzio
rumoroso di notte, il buio e la stanchezza, il contatto, la pelle e
il sudore, gli odori, piacere e dolore, la forza, la debolezza, il
cibo e le feci, il sesso brutale, la prole, il sonno e il sogno, i
territori dell?anima, il volo e il divino, l?estasi mistica. Ecco
attivarsi il parasimpatico, la polarità rilassante del
sistema nervoso autonomo.
Tutto si rallenta, il cuore batte nel petto in modo tonico e calmo,
il respiro si fa ampio, i muscoli si rilassano, la pancia si
gonfia, lo stomaco si mette al lavoro, la salivazione aumenta.
L?eccitazione sale, la pelle si fa più sensibile, tutto
è pronto per il nutrimento e l?amore, il regime
notturno.

Fermati, resta, è il momento di godere l?attimo.

Ah già, fermarsi, godere l?attimo, ascoltare, toccare,
amare, semplicemente vivere, qui e ora.
Sembra che ce lo siamo dimenticati. C?è sempre qualcosa di
più importante da fare.
Come mai siamo così stolti?…

Come mai siamo così stolti?

La spiegazione forse risiede nelle nostre cellule: per decine di
migliaia di anni abbiamo corso nella foresta, ci siamo difesi dalle
belve in rifugi precari, il cibo era una conquista da rinnovare
ogni giorno, l?amore costantemente minacciato dalla furia
bestiale.
Se vai dentro e ti fermi, ancora trovi quella paura originaria,
radicata nei tuoi reni, ancora trovi il dolore straziante fermo
nelle tue viscere, ancora trovi nelle tue gambe l?impulso alla
fuga. Ancora trovi nella tua mente la necessità del
controllo, l?impellente esigenza di reprimere l?istinto. Se guardi
fuori di te vedi un mondo costruito sul dramma del controllo, sul
bisogno di dominio, competizione e successo, spinto all?esasperata
ricerca di risultati e di sicurezza da una paura atavica,
irrazionale ma incoercibile, dal terrore dell?impotenza.

Tutto dentro di te anela all?amore, al lasciarsi andare e alla
fiducia, ma qualcosa ti dice che non puoi permettertelo, la
minaccia incombe, chi si ferma è perduto.

Che fare? Sei allora condannato a perpetuare l?automatismo di
Neanderthal man, vita dopo vita?
No, se ti fermerai e ti renderai conto di ciò che stai
facendo.
Stai semplicemente sognando il dramma del controllo.

Potresti allora svegliarti, aprire gli occhi e guardare:
qualsiasi cosa tu possa pensare o fare, ovunque tu sia, qualunque
dramma tu abbia vissuto, qualsiasi madre tu abbia avuto, Madre
Terra ti sostiene e ti nutre, ti dispensa il suo amore, sempre e
comunque, gratis.
Hai finito di vagare, sei finalmente a casa, riposati. Hai finito
di combattere la tua lotta per la sopravvivenza, il Padre ve la
Madre ti amano, sei in pace.

Fermati e ascolta, autorizzati al dono, sei degno di tregua.
Ascolta l?acqua dei ruscelli, tutto sta scorrendo, non attaccarti
ai tuoi stupidi pensieri, lascia il passato, non esiste. Lascia che
l?acqua ti purifichi, tutto va e tutto viene, tranne ciò a
cui ti aggrappi, stupidamente: anche il pensiero che non possa
essere tutto così semplice.

Ascolta il vento sulla pelle, è lo stesso che riempie i
tuoi polmoni, che porta fuori da te ciò che non ti serve
più e porta dentro l?energia per vivere, l?essenza della
libertà. Rifletti l?aria che respiri, respira ovunque, sei
connesso a tutte le cose, fa parte di un?unità. Per quanto
impegnativo possa sembrarti questo viaggio, per quanto ostile posa
sembrarti il mondo, per quanto ridicolo possa sembrarti questo
sogno, un cordone infrangibile di amore ti lega ad ogni altro
essere, sei fratello tra fratelli, compagno di strada tra compagni
di strada.
Che tu lo voglia o no.

Pier
Luigi Lattuada

Pubblicato sul MAGAZINE LifeGate n.30

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