![Forest bathing, storie di rinascita personale e di energia benefica degli alberi](https://cdn.lifegate.it/S3hZ_oWZkNQjPp1mUvCO4FBqV5k=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/forest-bathing.jpg, https://cdn.lifegate.it/QnWJSrilvzJ8Hl5MwxOUJ58aFzk=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/forest-bathing.jpg 2x)
Immergersi nei boschi per un bagno di foresta può guarire da ansia, stress e ipertensione. Una terapia green utile anche contro il burnout e il workaholism.
Le pratiche di Thich Nhat Hahn sono leggere come soffi di vento che ti accarezzano, e cambiano le tue percezioni. E’ speciale nella sua semplicità.
Il respiro non l’ha di certo inventato lui. Le sue tecniche sono
semplici, immediate, per qualcuno anche sin troppo poco
elaborate.
La sua proposta non ha un’intensità “devastante” oppure
un’elevata ascesi, come in altre pratiche si trova.
Eppure Thich Nhat
Hanh colpisce, coinvolge, cattura. Nei suoi discorsi,
spesso, ripete gli esempi, cita qualcosa che ha già altrove
citato. Eppure tutto appare, ogni volta, nuovo, come se fosse
sempre la prima volta che lo si ascolta. L’interesse non viene per
a sminuito dal fatto che sia un qualcosa di già
ripetuto.
E questo è notevole: porgere cose anche già dette,
già pronunciate, come se fossero sempre fresche di
novità. In questo modo, ogni suo video, ogni suo discorso in
cassetta, o dal vivo, è sempre una scoperta, è come
innaffiare ogni
volta un seme, già piantato nel terreno, per
dare splendidi fiori, o frutti.
Cattura anche per la sua semplicità, quasi disarmante. Un
uomo dalla statura piccola, dal viso rotondo, ben lontano dal
modello
di Maestro che noi ci poniamo (alto, austero e
simili). Questo uomo, dalla struttura minuta, diviene “grande”
quando appena lo si vede. E colpisce il suo portamento gentile, il
suo modo dolce e deciso ad un tempo di porsi di fronte alle
persone.
Colpisce anche per la sua proposta. Salta subito all’occhio, e
non potrebbe essere altrimenti, la centralità del Gruppo
nella sua pratica. Non più, quindi, l’asceta solitario
(tipico di parte della tradizione
Induista), non più il Gruppo solo monastico
(come nel Buddismo
antico), ma la comunità dei praticanti. Il Sangha (appunto
la comunità di chi pratica) assume qui un ruolo centrale.
Attraverso il Sangha si cambia, attraverso il Sangha ci si
trasforma. Il Sangha, insomma, è la vera forza di
crescita. A tal punto da divenire “occhi ed orecchie”
del praticante che, per dirla con le parole del Maestro, vede e
sente quello che non vede e sente il praticante, costituendone,
quindi, la possibilità di reale visione allargata.
Un Sangha che, però, non è esclusione della
volontà
e dell’identità del singolo. Anzi…
Un Sangha che, però, non è esclusione della
volontà e dell’identità del singolo. Anzi, al
contrario! Ne costituisce la forza, la possibilità di
guardare oltre i propri limiti, di vedere con più chiarezza
sé stesso. Una possibilità di visione
profonda, di miglioramento attraverso il Gruppo.
Un Sangha che è profondo al punto tale da rendere
marginale la figura del Maestro. Infatti, nei ritiri, nei gruppi,
è il Gruppo stesso che organizza (Il Maestro rimane
importante negli insegnamenti, ma la sua presenza non è
necessaria). Nei ritiri, ogni Sangha, a turno, organizza e guida le
giornate. Nei singoli Sangha, chi porta la lettura su cui si fa
condivisione (un altro fondamentale momento nella Pratica: lo
scambio profondo di esperienze), conduce lui la serata.
Non si demanda, quindi, a un’autorità esterna, ma si
rimane profondamente radicati in sé, e nel Sanghakaya (il
Corpo del Sangha) che aiuta a vedere le cose con occhi nuovi.
Ma Thich Nhat
Hanh è anche guardare il vecchio con occhi
nuovi e più luminosi. Sua la grande capacità di
modificare pratiche del passato, di rivederle per renderle
più adatte all’oggi. Per lui, infatti, il Dharma
(l’insegnamento) non è qualcosa di statico, ma di dinamico,
che si muove, che cresce. Il Dharma (per dirla ancora come lui)
è un albero che muta e si trasforma. Questo permette di non
rimanere ancorati a regole e precetti oggi non più efficaci
e validi. Conservando, comunque, il profondo Spirito e il valore
della proposta: cambiano solo le modalità.
Le sue pratiche sono semplici: meditazione
seduta, camminata,
toccare la
terra (per mettersi in contatto con l’elemento
generatore) e altro ancora. Tutto in consapevolezza profonda.
Thich Nhat Hanh, infatti, vede nella Presenza Mentale la chiave
di tutto. Essere consapevoli di ogni istante al 100% come modo per
vivere appieno. Per non fare in modo che la Vita accada mentre
siamo impegnati a fare progetti.
Questo è il suo profondo messaggio, probabilmente. Ed
è tracciato il percorso per ottenerlo. Un percorso fatto di
semplicità, di simpatia, di sorriso del Cuore, di Amore.
Senza pretese eccessive, ma con grande bellezza e leggerezza. Per
riscoprirsi davvero in profondità. Ringraziando chi ci ha
offerto questa possibilità di trasformazione.
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