Siberia, il diesel ha raggiunto un grande lago e potrebbe arrivare al mare

Il governatore di Krasnojarsk, in Siberia, ha smentito le indicazioni rassicuranti dei giorni scorsi in merito alla fuoriuscita di diesel da una centrale.

Nonostante le rassicurazioni giunte dalle autorità della Russia, l’inquinamento prodotto a seguito dell’incidente occorso in una centrale termica nei pressi di Norilsk, in Siberia, continua a progredire. Secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, infatti, la fuga di 20mila tonnellate di diesel non sarebbe stata ancora circoscritta. Al contrario, il carburante sarebbe penetrato nel lago Pjasino, come confermato dal governatore della regione di Krasnojarsk Alexander Uss parlando all’agenzia di stampa russa Interfax.

Greenpeace: una catastrofe se il diesel ha raggiunto il lago Pjasino in Siberia

Secondo la stessa fonte, “è importante ora impedire che il diesel raggiunga il fiume omonimo, più a nord”. Martedì, il direttore di Greenpeace in Russia Vladimir Chuprov ha fatto sapere che gli attivisti dell’associazione non sono ancora riusciti ad accedere al sito. Ciò anche in funzione del confinamento in corso per via della pandemia di coronavirus.

Il diesel riversato in un fiume in Siberia in un’immagine satellitare © dati Copernicus Sentinel (2020), elaborati da Esa, CC BY-SA 3.0 IGO

Il militante ha tuttavia spiegato che “se il carburante ha raggiunto il lago, si tratta di una catastrofe”. E qualora arrivasse al mare di Kara sul quale affaccia la Siberia la situazione risulterebbe “nefasta”. Tuttavia, Greenpeace precisa di non aver ricevuto ancora informazioni precise a riguardo. Ciò che è chiaro, è che si tratta del peggior incidente legato agli idrocarburi mai occorso nell’area.

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