Alle elezioni in Slovenia, Nataša Pirc Musar ha vinto al ballottaggio contro il conservatore Anže Logar grazie al voto dell’elettorato di centrosinistra.
Nata a Lubiana 54 anni fa, Nataša Pirc Musar ha lavorato nel campo del giornalismo e dell’avvocatura.
In campo forense si è specializzata nei diritti umani, con un occhio alla libertà di informazione e ai diritti Lgbt+.
Al ballottaggio delle presidenziali slovene ha ottenuto quasi il 54 per cento dei voti.
Nataša Pirc Musar è stata eletta presidente della Repubblica della Slovenia. Candidata indipendente, l’ha spuntata al ballottaggio contro l’ex ministro degli Esteri Anže Logar, ottenendo il supporto dell’elettorato di centro-sinistra. Pirc Musar ha 54 anni, ha lavorato come giornalista e avvocata ed è la prima donna a ricoprire la carica presidenziale in Slovenia.
Nataša Pirc Musar è nata a Lubiana 54 anni fa. Si è laureata in Giurisprudenza nella capitale slovena, per poi dedicarsi al giornalismo televisivo. È stata conduttrice per sei anni del telegiornale sulla tv Television Slovenia, poi ha ricoperto lo stesso ruolo sull’emittente Pop Tv. Ha poi svolto esperienze lavorative presso network internazionali come Cnn, Bbc e Sky News.
🇸🇮 Natasa Pirc Musar is now #Slovenia's first woman president after winning Sunday's elections. A former lawyer who represented high-profile clients like Melania Trump, she vows to bridge the left-right divide after defeating her far-right rival. @smougin has more ⤵️ pic.twitter.com/XGTMBUWsse
In seguito Pirc Musar ha conseguito un dottorato in Legge e a quel punto ha intrapreso la carriera forense, dove si è specializzata nel campo dei diritti umani e in particolare della libertà di informazione e dei diritti Lgbt+. Dal 2004 al 2014 è stata la commissaria slovena per l’accesso all’Informazione, inoltre ha anche ricoperto la carica di presidente della Croce rossa in Slovenia. Una volta aperto il suo studio legale, ha difeso figure di spicco come l’ex first lady americana Melania Trump, nata e cresciuta in Slovenia. Il suo lavoro l’ha portata a essere più volte votata come l’avvocata più influente del paese.
La prima presidente della Slovenia
Il 23 giugno scorso Nataša Pirc Musar ha annunciato di volersi candidare alle elezioni della Slovenia per la presidenza della Repubblica, in programma il 23 ottobre. Ha scelto di essere una candidata indipendente, ma ha comunque ottenuto sin dall’inizio il sostegno di alcuni partiti e personalità di spicco, come l’ex presidente Milan Kučan.
Il primo turno elettorale l’ha vinto il conservatore Anže Logar, ex ministro degli Esteri sloveno, con il 34 per cento delle preferenze. Seconda si è piazzata Pirc Musar, che è così andata al ballottaggio del 13 novembre. Terzo e quindi fuori dalla partita è stato Milan Brglez, il candidato sostenuto dal governo di centro-sinistra. Che a quel punto ha dato il suo appoggio proprio a Pirc Musar.
Al ballottaggio la vittoria è andata all’avvocata, che ha ottenuto quasi il 54 per cento delle preferenze e ha confermato la tradizione presidenziale progressista della Slovenia. Ma la novità sta nel fatto che finora la carica di presidente nel paese non era mai stata assunta da una donna. “Farò del mio meglio per essere davvero la presidente di tutti. Lotterò per i diritti umani fondamentali, i diritti costituzionali e la democrazia. Farò del mio meglio per creare un’unione tra tutti noi sulle questioni strategiche”, ha dichiarato a margine della vittoria elettorale. Nel suo primo discorso ha anche parlato di lotta ai cambiamenti climatici e di Unione europea, convinta che la comunità debba allargarsi ai Balcani.
Centinaia di aerei militari israeliani hanno bombardato siti militari e nucleari dell’Iran. Netanyahu ha detto che l’operazione sarà lunga e ora si attende la risposta dell’Iran.
Una serie di operazioni anti-immigrazione hanno causato proteste a Los Angeles. Donald Trump ha risposto con l’invio dell’esercito, alzando la tensione.
A bordo della Madleen, gestita dalla Freedom Flotilla Coalition, c’erano pacchi di aiuti umanitari e l’attivista Greta Thunberg. L’equipaggio è in stato di fermo in Israele.
La Sierra Leone è uno degli stati africani più esposti al rischio di carestie e calamità naturali. Anche a causa della deforestazione, fenomeno che l’Occidente sembra voler ignorare.
Dall’Unione europea al Regno Unito, passando per il Canada, crescono le misure diplomatiche contro Israele. Che però va avanti con il genocidio a Gaza.
Dall’Africa all’Amazzonia, con un bianco e nero più vivo di ogni colore ha raccontato bellezze e fragilità del mondo. E dell’uomo che ci si muove dentro.
L’amministrazione Trump sta portando avanti una battaglia contro le università e le proteste studentesche per Gaza. Ora ha vietato agli stranieri di frequentare Harvard.
Il 30 aprile ha segnato il cinquantesimo anniversario della fine della guerra del Vietnam. Questo reportage è un viaggio alla scoperta delle storie delle donne Viet Cong che hanno lottato per la resistenza e la riunificazione del paese.