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Il mako viene spesso catturato involontariamente dai pescatori, che troppo spesso lo portano comunque a riva per venderne la carne. Se questa pratica non verrà vietata, lo squalo più veloce del mondo è destinato a scomparire.
È soprannominato “pinna corta” perché è anche grazie alle piccole dimensioni delle sue pinne pettorali, in grado di ridurre l’attrito, che può raggiungere la velocità di 70 chilometri orari. Stiamo parlando del mako, conosciuto anche col nome di smeriglio: è lo squalo più veloce del mondo.
Purtroppo lo stiamo rapidamente conducendo all’estinzione. Inserito come specie vulnerabile nella lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), è fortemente minacciato dalla pesca eccessiva.
La Commissione internazionale per la conservazione dei tunnidi dell’Atlantico (Iccat), formata da 52 paesi, si occupa anche di tutelare gli squali dal bycatch, cioè dal rischio di essere involontariamente catturati durante le battute di pesca volte all’approvvigionamento di altre specie ittiche. Quando succede, troppo spesso i mako vengono comunque portati a riva per venderne la carne e le pinne: nel 2018 il numero di catture riportate fra gennaio e luglio era già doppio rispetto alla soglia annuale raccomandata. I membri dell’Unione europea sono responsabili del 65 per cento delle uccisioni, specialmente Portogallo e Spagna, ma nemmeno l’Italia è innocente: siamo grandi consumatori di smeriglio.
World’s fastest shark is headed for disaster and the ?? is mostly to blame. https://t.co/VJr5IlmW6M #MakoMadness #SharkLeague #ICCAT2018 pic.twitter.com/XUk5EDvZZa
— Shark Advocates (@SharkAdvocates) 28 novembre 2018
“È profondamente scoraggiante constatare come l’Iccat si sforzi di migliorare la comprensione scientifica e il monitoraggio della pesca del mako, ma nel contempo ci siano figure che si sottraggono alle loro responsabilità”, ha dichiarato Sonja Fordham, presidente di Shark advocates international.
È una specie particolarmente vulnerabile perché le femmine raggiungono la maturità sessuale a diciotto anni, quindi è facile che vengano pescate prima di avere la possibilità di accoppiarsi. L’ong Pew charitable trusts ha rivelato che la popolazione nordatlantica ha solo il 54 per cento di probabilità di ristabilirsi entro il 2040 – soltanto se non verrà più catturato alcun esemplare.
La denuncia arriva anche dal Wwf, che ha accusato la Iccat di aver abbandonato il meeting in Croazia tenutosi nel mese di novembre senza aver adottato alcuna misura per fermare il commercio illegale del tonno rosso né la crudele pratica del finning, cioè la rimozione delle pinne agli squali per poi rigettarli in mare. L’appello, quindi, è rivolto soprattutto alla Commissione europea affinché proponga una rapida messa al mando della pesca allo squalo più veloce del mondo e batta l’estinzione sul tempo.
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