Per la prima volta, gli Stati Uniti introducono soglie (bassissime) per i Pfas nell’acqua potabile

L’Agenzia per la protezione dell’ambiente ha imposto di rimuovere quasi del tutto alcuni Pfas dall’acqua potabile negli Stati Uniti.

  • L’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa) ha introdotto nuovi standard per l’acqua potabile negli Stati Uniti.
  • Per la prima volta, sono previsti limiti molto severi per i Pfas.
  • Recenti analisi hanno rilevato Pfas in quasi la metà dei campioni di acqua di rubinetto analizzati.

Life-changing, di portata rivoluzionaria. Con questo aggettivo Michael Regan, capo dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa), descrive i nuovi standard per l’acqua potabile introdotti il 10 aprile negli Stati Uniti. Che, per la prima volta, impongono di rimuovere quasi del tutto sei Pfas. Finora, soltanto i singoli stati avevano introdotto limiti ai Pfas.

I Pfas sono composti chimici non biodegradabili e ritenuti tossici per l’ambiente e l’uomo
I Pfas sono composti chimici non biodegradabili e ritenuti tossici per l’ambiente e l’uomo © Greenpeace

Cosa sono i Pfas e quali conseguenze hanno

Pfas è un’abbreviazione che sta per “composti perfluoroalchilici e polifluoroalchilici”. Si tratta di migliaia di composti chimici artificiali, ampiamente usati dall’industria negli ultimi decenni perché conferiscono ai prodotti proprietà idrorepellenti, antivegetative e antifiamma. Servono quindi per la fabbricazione di innumerevoli prodotti di largo consumo, tra cui padelle antiaderenti, capi d’abbigliamento antipioggia, imballaggi alimentari, schiume antincendio.

I Pfas, però, non si degradano nell’ambiente e si accumulano nell’organismo: non a caso, sono stati ribattezzati forever chemicals, sostanze chimiche eterne. E numerosi studi scientifici, citati anche dall’Epa, ipotizzano che l’esposizione prolungata ai Pfas sia correlata a disturbi al sistema endocrino, danni al fegato e al cuore, ipercolesterolemia, calo della fertilità femminile, problemi al sistema immunitario, vari tipi di cancro.

Negli Usa i Pfas sono largamente presenti nell’acqua di rubinetto

Questo desta inevitabili preoccupazioni, visto che i Pfas sono pressoché ovunque. Una recente pubblicazione ha ripercorso gli studi precedentemente condotti su circa 45mila campioni d’acqua (12mila di superficie e 33.900 di falda) tra Stati Uniti, Canada, Europa, Australia e Asia orientale. Tra quelli che non erano vicini a nessuna fonte di contaminazione evidente, il 31 per cento presentava livelli di Pfas che l’Epa considera pericolosi per la salute umana.

In territorio americano, l’Istituto geologico degli Stati Uniti ha analizzato l’acqua di rubinetto in oltre settecento località urbane, periferiche e rurali: circa il 45 per cento dei campioni conteneva almeno uno dei 32 Pfas monitorati.

Cosa prevedono i nuovi limiti dell’Epa

Le nuove linee guida introdotte dall’Agenzia per la protezione ambientale riguardano alcune di queste sostanze. Per Pfoa e Pfos, la soglia consentita nell’acqua potabile è zero. Per avere un termine di paragone, la nuova direttiva europea impone il limite di 100 nanogrammi per litro per la presenza complessiva di 24 di queste sostanze e di 500 per la somma di Pfas, ma in Italia entrerà in vigore nel 2026. L’Epa introduce limiti molto bassi anche per altri tre Pfas (Pfhxs, Pfna e Hfpo-da) e per i mix che contengono due o più di queste sostanze. L’entrata in vigore di questa norma, sostiene l’Epa, ridurrà l’esposizione ai Pfas per circa 100 milioni di persone e aiuterà a prevenire “migliaia di decessi” e “decine di migliaia di gravi patologie”.

Chiaramente, tutto questo avrà un costo. Secondo l’Epa, le utility dovranno investire circa 1,5 miliardi di dollari all’anno per depurare l’acqua pubblica; ma le società ribattono che il costo reale possa essere addirittura il doppio. In passato, le amministrazioni statali e locali hanno intrapreso diverse azioni legali contro le aziende responsabili della contaminazione delle acque, in molti casi vincendo. I risarcimenti ottenuti, però, spesso erano ben più bassi rispetto ai costi da sostenere per le bonifiche.

La legge bipartisan sulle infrastrutture mette a disposizione di stati, territori e proprietari di pozzi privati quasi un miliardo di dollari per le analisi e il trattamento delle acque. Fondi che si inseriscono all’interno di un investimento complessivo nell’inquinamento da Pfas pari a 9 miliardi. Sempre la legge bipartisan sulle infrastrutture stanzia altri 12 miliardi per migliorare la qualità dell’acqua.

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