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Con l’inaugurazione del “rione dei murales” nel quartiere de L’amica geniale, Inward continua ad abbellire la città promuovendo arte, valori e anche consapevolezza sul clima. Il video che racconta la street art a Napoli.
Lo sguardo fiero di Ael, una bambina rom, ci invita a riflettere sul tema dell’integrazione nelle periferie, mentre i volti di due piccoli tifosi del Napoli concentrati su un pallone raccontano quello del gioco. Abbiamo lasciato Inward, osservatorio sulla creatività urbana, al Parco Merola di Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli. Un luogo difficile e con scarso accesso ai servizi, in cui c’è poco verde e tanto grigio. Ma dalla giungla di cemento spuntano i colori delle grandi facciate dipinte del Parco dei murales, nome che racchiude la nuova identità del complesso residenziale: un progetto di riqualificazione artistica e rigenerazione sociale che ci ha raccontato Luca Borriello, fondatore e direttore ricerca di Inward, in questa intervista.
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Sono passati due anni e l’iniziativa, con otto murales realizzati da altrettanti artisti, si è conclusa nella sua fase artistica, continuando però a essere al centro di attività educative rivolte soprattutto ai giovani e ai turisti. Grazie alla street art, questo quartiere ai margini della città si è trasformato in un “distretto della creatività urbana”, segnando quindi il “passaggio dalla dicotomia centro-periferia alla formulazione centro-nuove centralità”, nelle parole di Borriello, anche perché attrae una simbolica fetta dei numerosi visitatori che scelgono Napoli come meta turistica. Al Parco dei murales “il turista deve immergersi, può succedere di tutto: inciampa, cade, giocano a pallone. Non è una visita quieta, non è un museo. È l’immersione in un contesto che è sia artistico che sociale; la comunità fa parte integrante della fruizione”.
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Il Parco Merola non è diventato solo più bello e attrattivo per i visitatori, i murales hanno dato una nuova identità ai suoi abitanti, diventati veri e propri custodi di opere d’arte anche grazie al coinvolgimento diretto nelle attività di Inward. Ora si riparte in un altro quartiere popolare a Napoli Est, il rione Luzzatti-Ascarelli, probabile ambientazione de L’amica geniale, la serie di libri pubblicata con lo pseudonimo Elena Ferrante da cui è tratta l’omonima serie televisiva. L’opera di Gomez, artista romano di origini venezuelane, ispirata ai personaggi della saga bestseller ha inaugurato il programma Rione dei murales: qui le facciate disponibili sono più di quelle di Ponticelli, con la possibilità non solo di replicare ma anche di ampliare il successo del progetto ispiratore.
Sono stati gli abitanti stessi a chiedere a Inward di intervenire nel rione, riconoscendo le potenzialità di questo tipo d’iniziativa e il fatto che “la street art oggi fa parte del tessuto urbano”, dice Iabo, ex writer, ora artista di fama internazionale e napoletano doc che abbiamo conosciuto in occasione dell’inaugurazione della campagna di Inward sui cambiamenti climatici. Sono a sua firma, infatti, le immagini – semplici e prorompenti, nel suo stile – sui cartelloni affissi in alcune stazioni di Napoli pensate per irrompere nella quotidianità dei passanti e sollecitarli a riflettere sulla crisi climatica. Il tutto con il supporto di Eav, ente che si occupa dei trasporti ferroviari regionali in Campania, che ha sostenuto l’iniziativa perché “ciò che promuove una sensibilità a favore dell’ambiente fa parte del nostro patrimonio culturale”, racconta Umberto de Gregorio, presidente del consiglio di amministrazione dell’azienda.
“L’obiettivo per me principale dell’arte e di fare arte è quello di far riflettere le persone attraverso il visivo”, spiega Iabo, che utilizza spesso un’unica linea, una one line, per creare i suoi soggetti; un’eredità del suo passato da writer. Il suo percorso l’ha portato dalla bomboletta sui muri all’acrilico su tela, dalle strade alle gallerie – la sua ultima mostra personale, Core Identity, si è tenuta ad Amsterdam, nei Paesi Bassi – ma è rimasto legato alle sue origini. “Per me grazie ai graffiti, un ragazzo di periferia, grazie a quell’appartenenza a quella subcultura, a quello strato sotterraneo… mi sentivo parte di un qualcosa. Il writing mi ha salvato”.
E se Napoli è una città che ha prodotto molti artisti ed è sempre stata di ispirazione per chi fa arte, gli interventi a cura di Inward danno spazio non solo a chi fa il creativo di mestiere ma anche ai principali fruitori delle opere, ovvero gli abitanti dei quartieri. Come i bambini della scuola Ruggero Bonghi del rione Luzzatti-Ascarelli che hanno prodotto dei disegni ispirati a una rilettura creativa de L’amica geniale la cui interpretazione e successiva trasformazione in un murale sono state affidate a Gomez, “l’artista migliore per realizzare qualcosa che stesse a cavallo tra realtà e immaginazione”, afferma Borriello.
Lo street artist ha riprodotto due bambine di un quadro di William-Adolphe Bouguereau, pittore francese di fine Ottocento-inizio Novecento, che si tengono in senso di protezione. “Quelle bambine possono essere quelle di Bouguereau, o possono essere quelle degli anni Trenta, ambientazione del successivo romanzo di Elena Ferrante. Oppure possono esistere oggi giorno in questo rione. L’importanza di quest’opera sta nella sua eternità”, racconta Borriello. Così, iniziando da una semplice lettura di un testo, pensata “per fare scaturire nei ragazzi una sensazione di appartenenza”, i giovani del rione hanno partecipato a un processo creativo che è risultato in un’opera rivolta a loro e in cui loro, in primis, si possono identificare.
Ieri sono andato in Posta:
– Che lavoro fai?
– Faccio l’artista.
– È?
Capito il mood qual è?Iabo
“Si fa molta fatica a vivere di arte a Napoli perché il mercato non c’è – afferma Iabo –. È difficile per le gallerie di arte contemporanea aiutare un giovane artista a emergere. C’è difficoltà a inserirsi, non è considerato un lavoro”. Il suo commento evidenzia alcune delle criticità presenti in questa città ma d’altro canto, l’esperienza di Inward (radicata in questo territorio, ma non limitata a esso) offre soluzioni interessanti, innanzitutto dando spazio agli artisti per raccontare se stessi e tematiche importanti come il clima. Inoltre, coinvolgendo i cittadini in un processo di co-creazione, le sue attività innescano un cambiamento importante. Se l’arte accessibile e gratuita viene apprezzata da sempre più persone, viene anche riconosciuta come promotrice di valori importanti: e “se è il bello che fa scaturire il buono”, come dice Borriello, la creatività urbana incentiva le persone a prendersi cura dei loro quartieri, e quindi delle loro comunità.
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