Un rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale spiega che in Asia nel 2023 sono state registrate 79 catastrofi legate ad eventi estremi.
Studenti in sciopero per il clima. Docenti e scienziati: “Siamo con loro”
Il 15 marzo in piazza assieme agli studenti sfileranno anche professori e scienziati di tutto il mondo: “È un dovere politico e morale”.
“Siamo scienziati e docenti universitari di diverse discipline. Da anni i nostri lavori parlano di verità difficili da ascoltare sullo stato del pianeta Terra. In particolare per quanto riguarda la minaccia che incombe sul genere umano a causa degli stravolgimenti climatici e della distruzione della biodiversità”. Comincia con queste parole una lettera pubblicata sul quotidiano Le Monde da numerosi climatologi, geologi, sociologi, fisici e professori provenienti dal mondo intero. Che hanno deciso di unirsi, il 15 marzo prossimo, allo sciopero degli studenti che da settimane attraversa l’intera Europa e non solo.
Le Monde – « Nous, scientifiques, ferons aussi la grève scolaire du 15 mars » https://t.co/komXEcjIxw
— Ideopinions (@ideopinions) 20 febbraio 2019
La lettera degli scienziati: “Abbiamo tentato di tutto, eppure…”
“Abbiamo investigato e documentato. Testato differenti ipotesi. Costruito modelli. Nutrito con evidenze scientifiche le nostre riflessioni sociologiche, economiche, giuridiche, storiche e filosofiche. Con l’intento di difendere i processi democratici”, spiegano docenti e scienziati.
Leggi anche: 12 anni per agire o il clima impazzirà
I cui toni sono accorati: “Abbiamo avvertito l’angoscia di ricercatori che si trovano di fronte a pericoli inediti: quelli legati al crollo probabile della civilizzazione termo-industriale e all’esaurimento delle risorse naturali. Per questo abbiamo cercato di sensibilizzare i decisori politici. Abbiamo costruito ponti con le organizzazioni della società civile. Abbiamo lanciato mille volte allarmi all’opinione pubblica, ai cittadini. Alimentato il dibattito, aperto la scienza alla popolazione. Abbiamo tentato di tutto. Eppure…”.
Eppure il mondo sembra ancora lontano dall’aver compreso appieno l’emergenza. Il pianeta è ancora colmo di dirigenti che – in modo più o meno velato – attaccano chi osa parlare di cambiamenti climatici: dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump ai suoi omologhi di Russia e Brasile, Vladimir Putin e Jair Bolsonaro.
Ma gli scienziati puntano anche il dito verso il sistema economico, per il quale ancora oggi “conta solo vendere di più. A prescindere da cosa si vende e dalle conseguenze che tali prodotti hanno”. Come nel caso di chi si ostina a propinare “pesticidi e altre sostanze pericolose”. O quelli che imperterriti “propongono investimenti redditizi sui combustibili fossili”.
Voir cette publication sur InstagramIl 21 febbraio Greta Thunberg è stata a #Bruxelles per manifestare insieme ai ragazzi del Belgio che hanno scelto il giovedì come giorno di protesta contro il riscaldamento globale. Greta ha parlato anche alla Commissione europea per chiedere di unirsi al movimento #fridaysforfuture e accelerare, insieme, il cambiamento. @GretaThunberg was in Brussels on February 21 to join Belgian students who decided to do their school strike for climate on Thursdays. Greta has also held a speech at the European Commission to ask to join the #FridaysForFuture movement in order to accelerate action against global warming. (Photo by Maja Hitij/Getty Images) . . . #climatestrike #gretathunberg #climatechange #globalwarming #climate #europeanunion #reunaissance #schoolstrike4climate
“Rifiutare una civilizzazione mortifera significa agire da buoni cittadini”
Dall’altra parte, “ci sono coloro che patiranno per primi l’ostinazione dei decisori attuali. Prima di tutti gli studenti che oggi seguono gli appelli agli scioperi lanciati da Greta Thunberg. La gioventù del Pianeta intero. Tutta questa fetta di popolazione vede il mondo trascinato dal sistema neo-liberale verso un incubo climatico”. La studentessa svedese ha partecipato giovedì 21 febbraio a Bruxelles ad una nuova manifestazione assieme a migliaia di ragazze e ragazzi. E oggi, venerdì 22 febbraio, sfilerà nelle strade di Parigi.
È per questo che, “per chiunque oggi abbia un minimo di cognizione di ciò che sta accadendo, accompagnare e sostenere questa mobilitazione giovanile è un dovere politico e morale. Cercare assieme a loro soluzioni progressive ed efficaci è imperativo”.
Leggi anche: Francia, 18mila studenti rifiutano di lavorare per aziende che inquinano
“Sappiamo – proseguono gli scienziati – che qualcuno ora griderà allo scandalo della politicizzazione del sapere. Ma è cinismo e ipocrisia: da decenni la produzione del sapere è troppo spesso finanziata da interessi privati puramente mercantili. E, quando non è così, le ricerche spesso sono votate unicamente ad alimentare i mercati, ad avvelenare gli ecosistemi”.
Di qui la conclusione alla quale sono giunti i docenti e i ricercatori che sciopereranno il 15 marzo assieme agli studenti: “Denunciare e rifiutare una civilizzazione mortifera significa semplicemente agire da buoni cittadini”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’agenzia americana Noaa ha indicato la presenza di un fenomeno di sbiancamento diffuso delle barriere coralline, in tutti gli oceani del mondo.
Il nuovo rapporto Copernicus-Omm illustra lo stato del clima in Europa. I dati relativi al 2023 sono inquietanti, ma crescono le rinnovabili.
I paesi del Golfo colpiti da un evento meteorologico estremo. Dubai sommersa, almeno 18 morti nell’Oman, disagi anche in Qatar e Bahrein.
Il comune di Cantiano è stato travolto dalle alluvioni nelle Marche del 2022. Dopo un anno e mezzo, ne paga ancora le conseguenze. Ne parliamo col sindaco.
Diritto alla vita è anche protezione dalla crisi climatica, lo ha stabilito la Corte suprema indiana
La Corte suprema indiana ha aggiornato e allargato il concetto di diritto alla vita, includendovi quello a difendersi dagli impatti della crisi climatica.
Quello di quest’anno è il mese di marzo più caldo mai registrato, ben 1,68 gradi al di sopra dei livelli pre-industriali. I dati del servizio Copernicus.
La Corte europea dei diritti dell’uomo si esprime il 9 aprile su tre cause per spingere i governi ad agire per la giustizia climatica.
Arriva una proposta di legge sul clima, condivisa dagli scienziati, che spinga l’Italia verso la decarbonizzazione. Passando anche da un nuovo fisco.