
Uno studio della Nasa ha spiegato il motivo per il quale l’innalzamento del livello dei mari ha superato i dati che erano stati previsti dagli scienziati.
Secondo Copernicus, il mese di marzo del 2025 è stato il secondo più caldo di sempre nel mondo e il più caldo in assoluto in Europa.
Ancora una volta, il bollettino mensile sul clima pubblicato da Copernicus – il servizio europeo di monitoraggio dei cambiamenti climatici – segnala un record. Il mese di marzo del 2025, infatti, è stato il più caldo di sempre in Europa. A livello globale è al secondo posto ma solo per una risicata differenza di 0,08 gradi rispetto al più caldo in assoluto. Che, per giunta, risale appena allo scorso anno.
A livello globale, il mese di marzo più caldo mai registrato è stato quello del 2024 con una temperatura media sulla superficie terrestre pari a 14,14 gradi centigradi. Quello appena trascorso si è attestato su una media di 14,06 gradi centigradi, ben 1,6 gradi al di sopra dei livelli preindustriali. Al terzo posto c’è il marzo del 2016, con 0,02 gradi in meno. Degli ultimi 21 mesi, questo è stato il ventesimo in cui la temperatura media globale ha superato di almeno 1,5 gradi centigradi i livelli preindustriali. Va comunque specificato che, per considerare fallito l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi sul clima, non basta un singolo anno ma bisogna basarsi sulla media ventennale.
In Europa, invece, la temperatura si è attestata sui 6,03 gradi, ben 2,41 gradi in più rispetto alla media registrata nello stesso mese nel periodo 1991-2020. Dati che attestano il mese appena trascorso come il marzo più caldo in assoluto. Soprattutto l’Europa orientale e la Russia si sono trovate alle prese con temperature insolitamente miti, mentre la situazione era opposta nella Penisola iberica. Anche in termini di precipitazioni lo scenario è a macchia di leopardo, con piogge abbonanti nella Penisola iberica e nel nord Italia e, viceversa, una forte siccità tra Belgio, Paesi Bassi e il nord della Germania.
Marzo è anche il mese in cui il ghiaccio marino artico, cioè quello che si forma, fonde e si riforma periodicamente sulla superficie dell’oceano, raggiunge la sua estensione massima. Questo perché si avvicina la fine dell’inverno boreale, periodo in cui le temperature sono state a lungo sotto lo zero permettendo al ghiaccio di consolidarsi.
Anche quest’anno è stato così, ma l’estensione del ghiaccio marino artico è stata comunque la più bassa mai registrata nel mese di marzo da 47 anni, vale a dire da quando sono iniziate le osservazioni satellitari. La differenza rispetto alla media è del 6 per cento. Ed è il quarto mese consecutivo in cui si registra un record negativo per il corrispondente periodo dell’anno. L’estensione del ghiaccio marino antartico, sempre a marzo, è stata del 24 per cento al di sotto della media.
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