La Somalia introdurrà il suffragio universale dal 2024

Con la reintroduzione del suffragio universale in Somalia, i cittadini potranno votare direttamente il governo, per la prima volta dal 1969.

Il governo della Somalia ha annunciato che introdurrà il suffragio universale a partire dal 2024 e che si passerà a un sistema presidenziale, grazie a un accordo raggiunto domenica 28 maggio tra il governo e gli stati federali. L’obiettivo è raggiungere un sistema “una persona, un voto”.

“Abbiamo deciso di ridare la capacità decisionale alle persone, affinché la voce dei cittadini somali abbia valore su tematiche legate al loro futuro”, ha detto il presidente Hassan Sheikh Mohamoud nella conferenza stampa.

Cosa cambia con il suffragio universale in Somalia

Questo cambiamento andrà a sostituire l’attuale modello elettorale, un sistema tradizionale basato sulla divisione del potere tra i principali clan del paese: i clan sceglievano direttamente i deputati del Parlamento. Questi, a loro volta, eleggevano il presidente che, per ultimo, nominava il primo ministro. Il sistema è chiamato 4.5.

Con il suffragio universale e il passaggio a un sistema presidenziale ogni persona avrà diritto di voto per esprimere la sua preferenza a diversi livelli: locale, regionale e federale. Presidente, vicepresidente e i presidenti e i vicepresidenti regionali saranno quindi eletti direttamente dai cittadini. E verrà meno la figura del primo ministro.

Il presidente della Somalia, Hassan Sheikh Mohamoud
Il presidente della Somalia Hassan Sheikh Mohamud durante una manifestazione contro il gruppo di al-Ahabaab nella capitale Mogadiscio, a gennaio 2023 © Hassan Ali Elmi/AFP/Getty Images

Le prossime elezioni locali saranno il 30 giugno 2024, quelle regionali il 30 novembre 2024 e quelle presidenziali a maggio 2026.

Dobbiamo uscire dalla paura che ci ha intrappolati per decenni e andare avanti per ottenere elezioni democratiche in questo paese: una persona, un voto”, ha aggiunto il presidente dopo i quattro giorni che hanno portato a questa decisione, e che hanno riunito Mohamoud, il primo ministro Hamza Abdi Barré e i capi degli stati federali.

Il voto diretto dei cittadini torna dopo più di 60 anni

Sebbene ci si provasse da anni, il suffragio universale in Somalia non esisteva dal 1969, quando ci fu la presa del potere da parte del dittatore Siad Barré. Negli anni seguenti, scontri interni e instabilità politica hanno lasciato spazio ad al-Shabaab, un gruppo islamista affiliato ad al-Qaeda, la cui presenza e gli attacchi sono aumentati nel corso tempo, soprattutto nelle aree rurali.

Uno degli obiettivi del governo è quello estromettere questa presenza dai vari livelli, come dimostra la “guerra totale” ad al-Shabaab dichiarata dal presidente Hassan Cheikh Mohamoud non appena è stato eletto.

crisi umanitaria somalia
Buulaay Ibrahim, 75 anni, è una delle 3,8 milioni di persone sfollate interne in Somalia © Hassan Ali Elmi/AFP/Getty Images

La crisi umanitaria in Somalia

L’instabilità politica unita a una siccità estrema, la peggiore nella storia del paese, hanno causato un’emergenza umanitaria, con più di 7 milioni di persone (la Somalia ha 17 milioni di abitanti) che necessitano di aiuti umanitari e 3,8 milioni di persone sfollate interne, di cui 1 milione solo nel 2023, costrette a spostarsi per conflitti e carestia.

Qualche settimana fa, poi, il paese è stato colpito da forti inondazioni causate da pesanti piogge. In questa occasione, 300mila persone hanno dovuto lasciare la loro casa dopo che il fiume Shabelle ha esondato, allagando il 90 per cento della città di Beledweyne.

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