Il governo sostiene l’inserimento dello sviluppo sostenibile in costituzione

Il governo Draghi appoggia l’inserimento del concetto di sviluppo sostenibile all’interno della costituzione: c’è già una proposta di legge in Senato.

Il nuovo governo Draghi appoggia il parlamento nell’inserimento del concetto di sviluppo sostenibile all’interno della Costituzione italiana. Ne ha fatto esplicito riferimento il presidente del Consiglio Mario Draghi, in occasione della sua replica al Senato, prima delle dichiarazioni di voto sulla fiducia al suo nuovo esecutivo. “L’ambiente è alla base della giustizia tra generazioni – ha detto Draghi –. So che il Senato sta dibattendo questo elemento, sotto forma di disegno di legge costituzionale: il governo conferma l’impegno di andare in questa direzione”.

Draghi si riferisce ad alcune proposte di legge di riforma costituzionale, per la precisione quattro, depositate in Senato tra il 2018 e il 2019, e che puntano tutte a modificare uno o più articoli della costituzione. In particolare, quella presentata dai senatori Collina, Marcucci, Ferrari e Ferrazzi nel 2018 chiede di modificare gli articoli 2 e 9 che riguardano i principi fondamentali, e l’articolo 41, compreso nella parte che regola i rapporti economici, che nella nuova versione diventerebbero così:

  • Articolo 2: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale an­che nei confronti delle generazioni future.
  • Articolo 9: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Riconosce e garantisce la tutela dell’ambiente come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. Promuove le condizioni per uno sviluppo sostenibile.
  • Articolo 41: L’iniziativa economica privata è libera. Essa non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e di sviluppo so­stenibile.

Non a caso tra i ministri del governo Draghi c’è Enrico Giovannini, già portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, che da cinque anni ormai preme per l’inserimento di questo concetto, sintetizzabile come un tipo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri. L’iter per l’approvazione della  legge non è mai partito finora perché una riforma costituzionale richiede una maggioranza qualificata dei due terzi: adesso, con il sostegno esplicito di u nuovo governo dai numeri amplissimi, la riforma potrebbe subire una improvvisa accelerazione.

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