
Come si sta trasformando il Parco Nord di Milano
Dal bosco manzoniano alla foresta edibile, il Parco Nord di Milano sta cambiando volto, mostrando un altro volto della forestazione urbana.
Dal bosco manzoniano alla foresta edibile, il Parco Nord di Milano sta cambiando volto, mostrando un altro volto della forestazione urbana.
Lido Bam, una vera e propria “spiaggia” verde con ombrelloni e sdraio, rimarrà a disposizione dei milanesi fino al 31 agosto.
Il progetto New Cairo vertical forest, firmato dallo studio Stefano Boeri architetti, avrà l’obiettivo di ossigenare una delle città più congestionate del Nordafrica e sarà pronto entro la fine del 2023.
Tra gli alberi la nostra specie ha mosso i primi passi, oggi le foreste ci offrono sostentamento, riparo e puliscono l’aria che respiriamo.
La smart forest city di Cancun sarà la prima città-foresta del nuovo millennio, una città aperta e internazionale ispirata ai valori dell’innovazione tecnologica e della qualità ambientale.
L’archistar Stefano Boeri lancia un nuovo progetto di riforestazione urbana per Milano: ForestaMi prevede la piantumazione di 100mila alberi solo quest’anno, per arrivare a tre milioni di piante entro il 2030.
Il grattacielo W350, la cui inaugurazione è prevista per il 2041, farà parte di un intero complesso improntato alla sostenibilità e all’innovazione tecnologica.
I suoi giardini verticali sono ovunque, da New York a Singapore, dal Kuwait alla Cina. Perché le piante non solo portano benessere, ma aiutano a ridurre le temperature e gli inquinanti in città.
Dopo il successo del Bosco verticale a Milano, esempio di architettura sostenibile e rimboschimento metropolitano, prosegue la progettazione di una nuova generazione di costruzioni e insediamenti urbani, le città foresta, che sfidano i cambiamenti climatici e si propongono come modelli per il futuro del pianeta.
In occasione della Milano Arch week si è tenuto Let’s talk forest, un dialogo su foreste urbane, bellezza e sostenibilità con Gabriele Centazzo, fondatore di Valcucine, l’architetto Stefano Boeri e Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate.