Non stiamo facendo progressi nella lotta contro la fame nel mondo
Da tre anni i numeri della fame del mondo non accennano a diminuire e non si registrano passi avanti verso gli obiettivi di sostenibilità per il 2030.
Fame zero. È questo il secondo dei Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) per cui si sono impegnati i 193 paesi membri delle Nazioni Unite, siglando l’Agenda 2030. Nonostante questa solenne promessa, la fame nel mondo è ancora una realtà. Diventa dunque comprensibile domandarsi perché c’è ancora la fame nel mondo. Le principali cause della fame nel mondo sono la carenza di cibo sano a prezzi accessibili, le guerre, le disuguaglianze sociali ed economiche, gli ambienti insalubri, la scarsità di acqua potabile e sicura, la fragilità del sistema economico. A queste si sono aggiunti, soprattutto negli ultimi anni, i cambiamenti climatici. Uragani, alluvioni e altri eventi meteo estremi, così come le ondate di siccità prolungate, possono distruggere i raccolti e mandare in crisi il sistema alimentare di intere regioni del mondo. “Fame” peraltro è un termine ombrello che racchiude in sé situazioni molto diverse: denutrizione, condizione in cui non si dispone di cibo sufficiente o ci si nutre di alimenti non abbastanza ricchi di sostanze nutrienti; insicurezza alimentare moderata, quando la povertà costringe a ridurre la quantità o la qualità del cibo in certi periodi dell’anno; insicurezza alimentare grave, quando si esauriscono le scorte di cibo o si resta digiuni per diversi giorni. Su LifeGate.it riportiamo e commentiamo i principali report che fanno il punto su quante persone nel soffrono la fame, dove si soffre la fame e chi soffre di più la fame. Tra i più autorevoli ci sono, per esempio, il report annuale The state of food security and nutrition in the world (Sofi) delle Nazioni Unite e l’Indice globale della fame del Cesvi.
Da tre anni i numeri della fame del mondo non accennano a diminuire e non si registrano passi avanti verso gli obiettivi di sostenibilità per il 2030.
A livello globale, il cibo sprecato equivale a un miliardo di pasti al giorno, mentre sono 783 milioni le persone che soffrono la fame.
L’Indice globale della fame, curato da Cesvi, mostra che la lotta contro la fame è in fase di stallo e regressione. Ma possiamo ancora cambiare le cose.
I 193 paesi membri Onu avevano promesso di azzerare la fame entro il 2030, ma non sarà così. Anche a causa della pandemia. Lo sostiene il report Sofi 2023.
Dal 28 agosto nelle scuole di Nairobi verranno serviti 400mila pasti al giorno, grazie a un nuovo – e imponente – programma alimentare scolastico.
Da quattro anni il quadro globale della fame nel mondo è in costante peggioramento. Tra i fattori principali, la crisi climatica e quella economica.
Il numero di donne incinte o neomamme che soffrono di malnutrizione è salito del 25%. Per l’Unicef si tratta di “una crisi ignorata”.
L’Onu dichiara il 2023 anno internazionale del miglio, cereale da riscoprire per le sue proprietà nutrizionali e la sua capacità di adattamento ai cambiamenti climatici.
Lo raccontano i dati dell’Indice globale della fame 2022 secondo cui 44 Paesi nel mondo sono a un livello emergenziale grave o allarmante.
L’invito della Giornata mondiale dell’alimentazione 2022 è di “non lasciare nessuno indietro” perché nelle condizioni attuali l’obiettivo di azzerare la fame nel mondo sarà mancato.