
La malnutrizione sta crescendo in Asia e in Africa e colpisce soprattutto le donne
Il numero di donne incinte o neomamme che soffrono di malnutrizione è salito del 25%. Per l’Unicef si tratta di “una crisi ignorata”.
Fame zero. È questo il secondo dei Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) per cui si sono impegnati i 193 paesi membri delle Nazioni Unite, siglando l’Agenda 2030. Nonostante questa solenne promessa, la fame nel mondo è ancora una realtà. Diventa dunque comprensibile domandarsi perché c’è ancora la fame nel mondo. Le principali cause della fame nel mondo sono la carenza di cibo sano a prezzi accessibili, le guerre, le disuguaglianze sociali ed economiche, gli ambienti insalubri, la scarsità di acqua potabile e sicura, la fragilità del sistema economico. A queste si sono aggiunti, soprattutto negli ultimi anni, i cambiamenti climatici. Uragani, alluvioni e altri eventi meteo estremi, così come le ondate di siccità prolungate, possono distruggere i raccolti e mandare in crisi il sistema alimentare di intere regioni del mondo. “Fame” peraltro è un termine ombrello che racchiude in sé situazioni molto diverse: denutrizione, condizione in cui non si dispone di cibo sufficiente o ci si nutre di alimenti non abbastanza ricchi di sostanze nutrienti; insicurezza alimentare moderata, quando la povertà costringe a ridurre la quantità o la qualità del cibo in certi periodi dell’anno; insicurezza alimentare grave, quando si esauriscono le scorte di cibo o si resta digiuni per diversi giorni. Su LifeGate.it riportiamo e commentiamo i principali report che fanno il punto su quante persone nel soffrono la fame, dove si soffre la fame e chi soffre di più la fame. Tra i più autorevoli ci sono, per esempio, il report annuale The state of food security and nutrition in the world (Sofi) delle Nazioni Unite e l’Indice globale della fame del Cesvi.
Il numero di donne incinte o neomamme che soffrono di malnutrizione è salito del 25%. Per l’Unicef si tratta di “una crisi ignorata”.
L’Onu dichiara il 2023 anno internazionale del miglio, cereale da riscoprire per le sue proprietà nutrizionali e la sua capacità di adattamento ai cambiamenti climatici.
Lo raccontano i dati dell’Indice globale della fame 2022 secondo cui 44 Paesi nel mondo sono a un livello emergenziale grave o allarmante.
L’invito della Giornata mondiale dell’alimentazione 2022 è di “non lasciare nessuno indietro” perché nelle condizioni attuali l’obiettivo di azzerare la fame nel mondo sarà mancato.
Oggi fino a 828 milioni di persone soffrono la fame: è il 9,8 per cento dell’umanità. Il report Sofi 2022 accende i riflettori sull’impatto della pandemia.
Un accordo storico è stato siglato dai paesi membri del Wto su sovrapesca, vaccini anti-Covid e contrasto alle crisi alimentari.
Tra gennaio e giugno il numero di bambini ricoverati per malnutrizione in Somalia è raddoppiato e metà della popolazione soffre la fame.
Nel solo 2021, guerre, crisi economiche e cambiamenti climatici hanno fatto crescere di 40 milioni il numero di persone che soffrono la fame nel mondo.
L’emergenza umanitaria in Yemen ha raggiunto proporzioni allarmanti. 19 milioni di persone non avranno abbastanza cibo nel secondo semestre 2022.
L’organizzazione umanitaria Cesvi, che lavora da anni nel Corno d’Africa, ha raccolto testimonianze drammatiche sulla crisi in corso.