Un po’ di letargo per tutti

Impariamo dagli animali a rispettare i nostri ritmi biologici e lasciamo che almeno la nostra mente, con l’arrivo delle feste, si goda un po’ di… letargo.

Vi sono alcuni animali che con l’arrivo dell’inverno si rimpinzano
di cibo tanto da ingrassare a dismisura e, quando le prime nevicate
tagliano loro ogni possibilità di approvvigionarsi, si
ritirano in una tana ben protetta dai pericoli e sprofondano in un
lungo sonno. Si risvegliano solo con l’arrivo della primavera. Si
tratta del “letargo”, che è un sonno caratterizzato da un
rallentamento delle funzioni vitali. Questo viene innescato dalla
graduale incapacità dell’organismo ad adeguarsi al
raffreddamento ambientale, per cui circolazione sanguigna e
respirazione “girano al minimo”. In questo modo vengono consumate
con molta lentezza le calorie accumulate in precedenza.

Questo meccanismo di adattamento alle condizioni ambientali avverse
non è tipico solo della stagione fredda. Infatti vi sono
animali che vanno in letargo anche durante l’estate. In questo caso
è la mancanza d’acqua che determina l’avversità
ambientale.

Anche noi uomini viviamo qualcosa di simile. In quelle zone di
montagna,dove l’agricoltura è il perno delle attività
economiche, il contadino prima dell’inverno fa le sue scorte di
viveri e prepara mucchi di legna per riscaldare la casa. Poi,
così come gli animali, rallenta le sue attività
lavorative e, pur senza andare in letargo,aumenta le sue ore di
sonno.
I nostri ritmi biologici, per non crearci scompensi, hanno bisogno
di rimanere il più possibile in armonia con il contesto
naturale in cui viviamo.
E’ vero che il nostro secolo è caratterizzato da
trasformazioni continue, quasi senza sosta, per cui parlare di
rallentamento lavorativo stagionale può sembrare un
controsenso. Fermiamoci però almeno per un istante a
riflettere su quanto sia davvero necessario essere sempre sotto
sforzo. Domandiamoci quindi: fino a che punto il nostro corpo e la
nostra mente sono in grado di adattarsi ai turn-over lavorativi ed
emozionali dei nostri giorni.
Allora benvenuto sia l’inverno e non aspettiamo un raffreddore per
convincerci che ci siamo allontanati troppo da questi ritmi. Almeno
nei giorni di festa proviamo a spegnere gli stimoli superflui e
lasciamo che la nostra mente vada un po’… in letargo.

Claudio Ottavio
Medico veterinario

 

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