Vertical Pharmacy, come funziona l’orto officinale ricco di principi attivi e a basso impatto ambientale

Arriva l’orto officinale altamente produttivo che sarà in grado di coltivare piante ad alto contenuto di principi attivi destinati alla case farmaceutiche. Si chiama Vertical Pharmacy, ed è un progetto realizzato per produrre piante officinali senza sfruttare suolo (dato che si sviluppa in verticale), acqua ed energia. Una tendenza che oggi rappresenta il futuro. Vertical Pharmacy, una

Arriva l’orto officinale altamente produttivo che sarà in grado di coltivare piante ad alto contenuto di principi attivi destinati alla case farmaceutiche. Si chiama Vertical Pharmacy, ed è un progetto realizzato per produrre piante officinali senza sfruttare suolo (dato che si sviluppa in verticale), acqua ed energia. Una tendenza che oggi rappresenta il futuro.

Vertical Pharmacy produrrà piante ad alto contenuto di principi attivi © Ingimage

Vertical Pharmacy, una “farmacia” officinale in un ecosistema perfetto

Vertical Pharmacy nasce sui principi dell’agricoltura 4.0 ed è stata messa a punto da Enea, che già all’Expo Milano 2015 presentò il primo prototipo italiano di Vertical Farm. Si tratta di un orto di erbe officinali ad alto contenuto di principi attivi destinati alla produzione di farmaci e integratori. In una sorta di ecosistema perfetto, questa coltivazione produce piante officinali isolate da patogeni e inquinanti esterni, senza sfruttare  il suolo e in totale assenza di pesticidi e insetticidi.

Coltivazioni più produttive e dai potenti principi attivi 

“I sistemi altamente tecnologici e automatizzati di questo tipo di farm che sfruttano l’illuminazione a led per coltivazioni fuori suolo sono in grado di ricreare le condizioni ambientali perfette per ottimizzare la crescita delle piante, massimizzare i loro nutrienti e aumentarne la produzione, grazie alla coltivazione su più cicli annuali rispetto al singolo ciclo a terra”, spiega Gabriella Funaro, ricercatrice Enea della Direzione innovazione e sviluppo. Una novità che arriva al momento giusto dato che ancora oggi in Italia la coltivazione di erbe officinali non basta a soddisfare le sempre più crescenti richieste di cure naturali. L’industria farmaceutica italiana che utilizza principi attivi di origine vegetale, infatti, importa ancora molte materie prime dall’estero.

Una delle coltivazioni su cui punta è il progetto è quella del ginseng © Ingimage

Zafferano e ginseng siberiano tra le candidate alla Vertical Pharmacy

Ogni piano della Vertical Pharmacy ospita al suo interno sistemi di coltivazione idroponici (ovvero coltivazione fuori suolo) oppure aeroponici (un sistema simile all’idroponico, ma irrigato con nebulizzazione di acqua). Entrambi i sistemi permettono di utilizzare fino al 95 per cento in meno di acqua rispetto alle tecniche coltive tradizionali.

Tra le prime piante officinali candidate per questo progetto rivoluzionario c’è lo zafferano, una pianta perfetta per produrre integratori a supporto della cura di sindromi depressive e disturbi della vista. L’altra pianta candidata alle prime coltivazioni verticali, è il ginseng siberiano, una specie prediletta nel campo della nutraceutica per i suoi principi energizzanti.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articoli correlati
Dalle mosche soldato ricaveremo biocarburanti e bioplastiche dagli scarti

È forse uno degli insetti “da laboratorio” più conosciuto. La mosca soldato (Hermetia illucens) è infatti presente in copiose pubblicazioni scientifiche e utilizzata in svariati progetti: le loro larve sono voracissime e capaci di trasformare la materia organica in sottoprodotti come lipidi, chitina e proteine. Sottoprodotti che possono essere successivamente trasformati biocarburanti avanzati, materiali biodegradabili

La plastica dei Raee si trasforma in toner per la stampa 3D

Meno plastica che finisce in discarica, o a recupero energetico. È questo l’obiettivo del progetto dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) che ha portato allo sviluppo di un processo capace di produrre un filo da utilizzare come toner nelle stampanti 3D. Un polimero stampabile, derivante dalla plastica delle