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Sarà espulsa di sicuro o c’è spazio per risolvere al meglio la situazione? Per fare chiarezza sul caso di Vicenza-Unseco, abbiamo intervistato Maurizio di Stefano, presidente di Icomos Italia.
Paesaggio e archeologia, paesaggio e siti Unesco. Alla Borsa mediterranea del turismo archeologico di Paestum si è parlato anche di danni al paesaggio, abusi edilizi, problemi e soluzioni per implementare la tutela dei beni a rischio. Tra i relatori c’era anche il presidente di Icomos Italia, Maurizio Di Stefano, a cui abbiamo rivolto qualche domanda sul caso degli abusi edilizi di Vicenza, vista la confusione dei giorni scorsi.
Qual è la posizione dell’Icomos sul caso Vicenza?
Noi abbiamo un ruolo di ispezione sui siti Unesco. Si tratta di un caso delicatissimo, attendiamo di conoscere i dossier. Vi sarà una delegazione di esperti che farà molto presto una ispezione sul luogo dell’abuso. Siamo stati chiamati in causa, abbiamo disposto un approfondimento ulteriore e verrà dato un parere in questo senso.
Come presidente italiano esprimo la mia doglianza. Siamo ancora, credo per poco, il primo paese al mondo per siti patrimonio mondiale e ogni circostanza che mette in cattiva luce il nostro patrimonio, compromette la candidatura di nuovi siti.
Lei pensa che Vicenza uscirà dai siti patrimonio dell’umanità?
Al momento non credo, spero però che si adottino i provvedimenti urgenti auspicati per far rientrare questo allarme. Non si tratta ancora di un allarme rosso, è un allarme giallo: Icomos ha la responsabilità di effettuare il monitoraggio mondiale e di individuare il grado di rischio per il patrimonio. Cartellino rosso significa che un sito ha totalmente compromesso il suo status di patrimonio mondiale. Al momento Vicenza è cartellino giallo, ritengo che l’Italia possa ancora mettere in ordine la situazione.
Quali sono le azioni previste?
Verrà fatta un’ispezione, che ha scopo collaborativo. Indica le criticità e le possibili soluzioni. Dopo questa ispezione, i ministeri devono dimostrare di aver recepito le preoccupazioni e i suggerimenti dell’Icomos. In caso contrario, se non c’è recepimento, si procede con un provvedimento più severo. Per capirci, noi speriamo che le nostre istanze vengano recepite, come è avvenuto per il caso di Villa Adriana o per quello di Pompei, dove ci sono state quattro ispezioni, e dove quello che è stato fatto da allora ha permesso di far rientrare il pericolo.
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