Si sa da sempre, da Ippocrate a Plinio il Vecchio, da Paracelso a Pasteur: il succo rosso donato da Dioniso agli uomini ha qualità corroboranti, benefiche, ricostituenti e, come descrive ExpoNet, il magazine di approfondimento su cibo e alimentazione di Expo Milano 2015, l’aggiunta al vino di particolari erbe e spezie crea veri e propri vini
Si sa da sempre, da Ippocrate a Plinio il Vecchio, da Paracelso a Pasteur: il succo rosso donato da Dioniso agli uomini ha qualità corroboranti, benefiche, ricostituenti e, come descrive ExpoNet, il magazine di approfondimento su cibo e alimentazione di Expo Milano 2015, l’aggiunta al vino di particolari erbe e spezie crea veri e propri vini medicinali.
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La saggezza popolare sa che sin dai tempi più remoti il vino è eccellente per la salute; d’altronde è utilizzato anche a scopi medicamentosi da almeno ottomila anni. Secondo Ippocrate il vino è la sola bevanda degna di questo nome, incomparabilmente superiore all’acqua, che giudica poco digeribile: “L’acqua è fredda e umida, il vino caldo e secco”, sentenzia nel De regime. Questa diffidenza nei confronti dell’acqua, senza dubbio fondata sulle condizioni igieniche piuttosto precarie dell’epoca, si è tramandata attraverso i secoli. Ancora ai nostri giorni i contadini delle campagne, scherzando, amano sostenere che bere l’acqua fa arrugginire.
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